Stress sul lavoro, a piccole dosi può aiutare a contrastare gli effetti negativi della positività tossica

Lo stress può rivelarsi un punto di forza nei ruoli in cui è fondamentale anticipare i problemi, perché ci spinge ad affrontarli con razionalità e una lucidità maggiore. Il modello Yerkes-Dodson dimostra come livelli moderati di stress possano migliorare la performance e stimolare la crescita personale

Lo stress è quasi sempre visto come un problema e un nemico da evitare a tutti i costi, soprattutto nel contesto di lavoro, ma alcune teorie hanno dimostrato che, se non esagerato, può al contrario essere d’aiuto durante le difficoltà e i momenti critici. A piccole dosi può, infatti, svolgere un ruolo benefico aiutando a migliorare la performance e a mantenere l’equilibrio mentale. La condizione di stress si contrappone alla positività tossica, ovvero quell’atteggiamento che porta l’individuo a voler essere sempre positivo anche nei momenti non affatto tranquilli. Secondo gli esperti questo comportamento non è sempre salutare e può diventare nocivo.

Cos’è la positività tossica e perché non è sempre salutare

La positività tossica è quel fenomeno che fa sentire l’individuo costretto a esprimere sempre gioia e felicità e ad essere esageratamente positivo in ogni momento. Questo comportamento diventa con il tempo performativo e può soffocare le vere emozioni come frustrazione o stanchezza facendo diventare tutto finto e forzato e in questo modo non si da spazio alle vere sensazioni. La positività costante non rispecchia la realtà e considerarla una strategia per essere sempre produttivi è un errore. A volte è lo stesso contesto lavorativo che pretende che i dipendenti siano sempre positivi e che non lamentino mai alcun disagio. Le conseguenze possono essere diverse, le più gravi sono l’isolamento emotivo e, contrariamente a quello che si potrebbe pensare, la difficoltà ad affrontare le sfide lavorative più serie.

Stress
Stress | pixabay @TheDigitalArtist – Mentiscura.it

La teoria broaden-and-build dimostra che le emozioni positive aiutano a lavorare meglio e a prendere decisioni migliori, ma soltanto se non sono forzate. Infatti si può essere produttivi anche se non si è perennemente ottimisti.

Lo stress aiuta a trovare un equilibrio

Ed ecco che entra in gioco lo stress, che cerchiamo sempre e a tutti i costi di tenere lontano per non farci rovinare le giornate. In realtà questa risposta psicologica non racchiude solo caratteristiche e reazioni negative, ma può diventare un buon alleato quando abbiamo bisogno di essere più precisi e attenti, soprattutto a lavoro. Se non esagerato, infatti, lo stress può rivelarsi un punto di forza nei ruoli in cui è fondamentale anticipare i problemi, perché ci spinge ad affrontarli con razionalità e una lucidità maggiore. Il modello Yerkes-Dodson dimostra come livelli moderati di stress possano migliorare la performance e stimolare la crescita personale. Quando affrontiamo sfide lo stress può attivare il nostro sistema di “lotta o fuga” che stimola a sviluppare strategie più efficaci per superarle.

Il punto fondamentale è trovare un equilibrio tra l’ottimismo e il riconoscimento delle sfide reali. È importante capire che è normale sentirsi stressati o frustrati in certi momenti e che non vuol dire dover soffocare obbligatoriamente queste emozioni che possono sembrarci negative.

 

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