Una persona amichevole aiuta a creare sintonia nelle interazioni sociali, ma non deve esserlo eccessivamente
Essere amichevoli è un ottimo modo per aiutare a creare un clima disteso in una conversazione con più persone e per creare uno scambio positivo tra individui.
Infatti, questo tratto di personalità correla positivamente con un maggior grado di empatia ed estroversione, caratteristiche che fanno bene alle dinamiche sociali e aiutano a non creare un clima di tensione o disagio.
Tuttavia, essere eccessivamente amichevoli rischia di ottenere l’effetto opposto, ovvero mettere a disagio l’interlocutore, specialmente se si tratta di una persona riservata.
Scopriamo in quali casi essere amichevoli potrebbe non aiutare ad instaurare delle dinamiche relazioni positive e anzi, diventare elemento di disagio.
Essere amichevoli non è sempre una buona idea
Quando abbiamo di fronte una persona silenziosa, solitaria, che preferirebbe non divulgare troppo di sé stessa in una conversazione, essere eccessivamente cordiali e cercare di “farla parlare” potrebbe indisporla o metterla a disagio. Ecco perché sarebbe meglio fare un passo indietro, cercare di integrarla nella conversazione ma nelle dosi e modalità che preferisce.
Inoltre, essere eccessivamente amichevoli potrebbe sembrare un atteggiamento poco autentico: se percepiamo che una persona si rivolge a noi come se ci conoscesse da sempre, cercando in tutti i modi di farci aprire e raccontandoci magari aspetti fin troppo privati della sua vita, nella nostra mente scattano dei campanelli d’allarme che ce la fanno guardare con sospetto, proprio perché troviamo inverosimile il suo atteggiamento.
Tuttavia, tutti questi aspetti sono collegati alla personalità di chi parla e dell’interlocutore. Infatti, due persone amichevoli non vivranno alcun disagio nel comunicare tra loro, né tantomeno si guarderanno con sospetto.
Una persona eccessivamente amichevole sta per forza mentendo?
La risposta è no. In alcuni casi questo tratto di personalità esiste davvero e fa parte dell’individuo con cui ci stiamo relazionando, per quanto possa sembrarci paradossale o contrastante con il nostro modo di di fare.
Spesso essere amichevoli e accondiscendenti è un tratto legato a una bassa autostima, ovvero al bisogno di piacere a tutti i costi agli altri quando si entra il relazione con loro. Ecco quindi che non si tratta di un inganno ma di una caratteristica della propria personalità o di un tentativo di essere accettati e ben voluti.
In altri casi, essere eccessivamente amichevoli potrebbe essere indotto dalla situazione o dall’ambiente in cui ci troviamo.
Per esempio, nel momento in cui cominceremo un nuovo lavoro, probabilmente cercheremo di risultare amichevoli e positivi, per fare una buona impressione.
Questo tratto di personalità, se ci appartiene davvero e non ci stiamo obbligando a farlo emergere, persisterà nell’arco della nostra esperienza lavorativa e ci caratterizzerà, se invece dovesse essere più legato alla circostanza, ovvero per fare buona impressione, tenderà a scemare con il tempo, facendo emergere altre nostre caratteristiche.
Quando il tratto della cordialità può essere percepito negativamente?
Essere troppo cordiali o amichevoli viene visto come qualcosa di negativo quando:
- Viola i confini di un’altra persona: se cerchiamo in tutti i modi di coinvolgere in una conversazione una persona introversa e riservata, andremo solo a metterla ulteriormente a disagio, risultando invadenti e inopportuni.
- Si mette in pratica in situazioni critiche: essere amichevoli e distrarre con troppe parole una persona impegnata in altri compiti risulterà inopportuno. Questo perché imporre la propria presenza e distogliere la concentrazione di qualcuno a tutti i costi risulterebbe ineducato e fuori luogo.
- Si utilizza per manipolare l’altro: come dicevamo poco sopra, un’ eccessiva cordialità potrebbe essere percepita come non autentica, forzata o addirittura finalizzata ad ottenere qualcosa. In questo caso, essere amichevoli viene visto con scetticismo dagli altri.
- Risulta inopportuna sul lavoro: essere amichevoli o cordiali sul lavoro è qualcosa di positivo finché non si trasforma in un atteggiamento poco professionale. Infatti, ci sono contesti che richiedono una maggiore formalità e in cui, purtroppo o per fortuna, bisogna rimodellare temporaneamente la propria personalità per rispettare delle norme comportamentali socialmente condivise.
In conclusione, possiamo dire che il nostro comportamento debba sempre essere calibrato in base alla persona con cui stiamo comunicando, per evitare di metterla a disagio, e alla situazione in cui ci troviamo, per evitare di metterci in imbarazzo da soli o per evitare di sembrare poco professionali.
Con questo non vogliamo dire che una persona amichevole debba cambiare il proprio carattere, ma semplicemente imparare a dosare questa sua caratteristica quando la situazione lo richiede.