Vista la sensibilità crescente sul tema, in molti si chiedono che fine faccia il cibo avanzato dai buffet delle navi: ecco la verità.
Lo spreco alimentare è una delle tematiche più rilevanti di questo periodo. Il consumismo sta diventando una piaga sempre più evidente, con un mercato in continua competizione che porta le aziende a produrre molto di più di quanto la clientela necessiti realmente. Un esempio lampante sono i supermercati, che, secondo alcune politiche interne, non possono donare il cibo avanzato, almeno non in maniera legale.
Il problema, però, è reale, e a parlare sono i dati. Secondo le stime, con i generi alimentari che vengono gettati via ogni anno, potrebbero essere sfamate 1,26 miliardi di persone. Una statistica che fa riflettere su un ampio spettro che parte dalle nostre case, passando per i ristoranti e finendo con le grandi catene alimentari.
In questo contesto rientrano anche le navi da crociera, che offrono servizi come le formule ‘All you can eat’. Questa opzione permette di usufruire di un buffet ampio con portate illimitate a disposizione dei clienti. Ma dove va a finire tutto il cibo che rimane inutilizzato nei buffet sulle navi da crociera?
Che fine fa il cibo avanzato sulle navi da crociera?
Il problema dello spreco è reale e palpabile, ma non si tratta solo di una questione economica. A dimostrarlo sono le principali compagnie di crociera che stanno cercando soluzioni valide per affrontarlo.
Tra queste emerge Costa Crociere, che non molto tempo fa ha lanciato una campagna contro lo spreco alimentare direttamente all’interno delle proprie navi. Con il motto ‘Taste don’t waste’ (Gusta, non sprecare) e contenuti multimediali, Costa ha voluto sensibilizzare coloro che abusano del cibo offerto, lasciando sprechi ingenti solo perché è illimitato.
Sempre Costa Crociere, nel 2017, ha avviato una redistribuzione intelligente del cibo preparato a bordo ma non consumato. Invece di buttare via gli avanzi, la compagnia ha scelto di distribuirli nei principali porti italiani, tra cui Genova, Savona, Civitavecchia, Bari e Palermo. In questo modo, gli alimenti vengono consegnati alle organizzazioni di volontariato impegnate nella distribuzione.
In questo modo, Costa Crociere non ne trarrà un vantaggio economico, ma contribuirà ad aiutare chi ha bisogno, invece di gettare alimenti ancora freschi.
Se da una parte Costa ha scelto questo approccio responsabile, dall’altra, sta a tutti noi guardare oltre i propri interessi ed essere maggiormente consapevoli di quanto sia importante non eccedere con il cibo e lo spreco. Quello che non finisce gettato via direttamente dal nostro piatto può aiutare qualcuno che ha davvero bisogno.