Non bastassero i letti in cartone e le stanze senza aria condizionata, anche l’alimentazione non sembra essere al top (eufemismo), all’interno del Villaggio Olimpico
Continuano le polemiche sulle condizioni del Villaggio Olimpico a Parigi 2024. A partire dai letti in cartone, documentati dagli atleti all’arrivo nella capitale francese, alla mancanza di aria condizionata, che ha portato tanti olimpionici a trascorrere del tempo fuori dalle proprie stanze. Chiedere alla medaglia d’oro Thomas Ceccon, immortalato in una storia Instagram da un vogatore saudita mentre cercava riparo all’ombra di un albero per riposarsi. Ma le lamentele non sono finite qui. Anche il cibo fornito è stato al centro di diverse critiche. Da Adam Peaty che ha trovato dei vermi nel pesce alla mancanza di alternative valide, sono tante le rimostranze nei confronti di quello che doveva essere, almeno alla vigilia, uno dei punti forti dell’Olimpiade. Ma c’è anche chi ha dimostrato di apprezzare quanto offerto al Villaggio, con il danese Henrik Christiansen e la sua “love story” con i muffin al cioccolato.
Adam Peaty, nuotatore britannico pluripremiato, ha acceso la miccia delle critiche verso la qualità del cibo offerto agli atleti. Con un curriculum olimpico che parla da sé, Peaty ha lamentato la carenza di opzioni proteiche e i lunghi tempi di attesa. “A Tokyo il cibo era incredibile, a Rio era incredibile. Ma qui? Non ci sono abbastanza opzioni proteiche, e si aspetta in fila per mezz’ora perché non c’è un sistema di gestione delle code,” ha dichiarato. Ha criticato anche l’enfasi sulla sostenibilità, con il 60% dei pasti vegetariani: “Mi serve carne per le mie performance ed è quello che mangio di solito, perché dovrei cambiare?”. Il colpo finale: “Mi piace il pesce, e molti stanno trovando vermi nel pesce. Non ci siamo proprio. Il nostro standard è quello di essere i migliori del mondo, e il cibo non è all’altezza”.
Non solo Peaty, ma anche la delegazione britannica ha avuto problemi significativi con il cibo, tanto da spostarsi fuori dal villaggio olimpico per trovare alternative migliori. Secondo Andy Anson, capo dell’Associazione Olimpica Inglese, è stata servita carne cruda, costringendo gli atleti a cercare cibo altrove.
Dall’altra parte dell’oceano, i commenti degli atleti statunitensi sono meno severi, ma comunque critici. Il ginnasta Asher Hong ha descritto il cibo come “non terribile, ma non all’altezza delle aspettative olimpiche,” mentre Simone Biles, sebbene criticasse la mancanza di vera cucina francese, ha mostrato apprezzamento per il pain au chocolat sui social.
In un panorama che varia dalle critiche severe alle lodi inaspettate, spiccano anche storie positive. Il nuotatore norvegese Henrik Christiansen è diventato virale sui social media per il suo amore dichiarato per i muffin al cioccolato del villaggio, tanto da guadagnarsi il soprannome di “Muffin Man”. Questo entusiasmo per i dolci ha coinvolto atleti di varie nazionalità, rendendo i muffin una delle poche note positive della ristorazione olimpica.
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