Il Governo è al lavoro per la prossima legge di Bilancio. Vediamo cosa succederà il prossimo anno e come potremo andare in pensione.
Ogni anno ci chiediamo se l’anno successivo riusciremo oppure non a raggiungere il tanto atteso traguardo della pensione. Infatti con ogni legge di Bilancio il Governo ha la facoltà di cancellare o modificare le misure di pensionamento. Vediamo cosa succederà nel 2025.
Come ogni anno c’è chi resta e chi se ne va: questa è la vita. E questo meccanismo funziona anche quando parliamo di pensioni: con ogni legge di Bilancio il Governo – messe le mani al portafogli – stabilisce quali misure confermare, quali cancellare e quali modificare per far quadrare i conti.
La maggior parte degli italiani attende già da tempo la cancellazione della legge Fornero in favore di una maggiore flessibilità in uscita. Sarà il 2025 l’anno della svolta? Per il momento è presto per dirlo anche se è già possibile iniziare a fare qualche ipotesi.
La cosa certa è una: il nodo delle pensioni è troppo complicato per essere sciolto e risolto nel giro di qualche mese. Oltre alla mancanza delle risorse economiche, infatti, un altro problema grava sul nostro Paese: il crollo delle nascite. E tutto questo rischia di far crollare il sistema previdenziale come un castello di carte.
Tutti in fervente attesa per capire se e come cambierà il mondo delle pensioni con la legge di Bilancio 2025. Tanti sperano nella cancellazione definitiva della legge Fornero. Sarà la volta buona?
Come anticipato è ancora presto per parlare in quanto bisogna attendere settembre, quando verrà presentata la nota aggiuntiva al Def, il Documento di Economia e Finanza. Fino ad allora non si può dire con certezza quali misure verranno riconfermate e quali cancellate.
In particolare un grosso punto interrogativo pende su Quota 103 che, secondo alcuni, potrebbe venire sostituita da Quota 104. A rischio anche Ape sociale e Opzione donna. Sembra da escludersi l’estensione a tutti di Quota 41, come da anni chiede la Lega.
Le misure che sicuramente ci terranno compagnia anche il prossimo anno sono la pensione di vecchiaia ordinaria che – secondo quanto stabilito dalla legge Fornero – prevede l’accesso alla pensione a 67 anni con almeno 20 anni di contributi oppure a 71 anni con 5 anni di contributi ma solo se sono stati tutti versati dopo il 1996.
I contributivi puri – cioè chi non ha contributi antecedenti al 1996 – potranno continuare ad andare in pensione con 20 anni di contribuzione ma a 64 anni anziché a 67. Restano da stabilire le nuove soglie minime d’importo dell’assegno previdenziale da raggiungere per poter smettere di lavorare.
Confermata anche la pensione anticipata ordinaria che dà la possibilità di smettere di lavorare a qualunque età purché i contributi siano pari almeno a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Non subirà nessuna variazione nemmeno la pensione anticipata d’invalidità che permette il pensionamento a 56 anni per le donne e a 61 per gli uomini con 20 anni di contributi. Questa misura si rivolge solo ai dipendenti del settore privato con invalidità specifica pari o superiore all’80%.
Non dovrebbero esserci cambiamenti nemmeno per quanto riguarda Quota 97,6 che prevede il pensionamento a 61 anni e 7 mesi con almeno 35 anni di contributi. Questa misura si rivolge solo a chi ha svolto lavori usuranti per almeno 7 anni nel corso degli ultimi 10.
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