A volte l’umorismo può fare del male e non suscitare le risate sperate. Ecco cosa bisogna tenere a mente per non ferire nessuno
Non tutte le ciambelle nascono con il buco e non tutte le battute fanno ridere.
L’umorismo racchiude dentro di sé dei principi che esulano dalla sola scelta di parole. Infatti, sottende un bagaglio valoriate proprio della cultura di appartenenza di chi sta facendo una battuta o pronunciando una frase ironica e di chi la sta ascoltando o ne è il protagonista.
Se questi valori non sono condivisi da chi ascolta, il rischio è quello di incappare in una gaffe o, nel peggiore dei casi, di ferire i sentimenti del soggetto di tale battuta. Ma addentriamoci un po’ di più all’interno dell’argomento.
Spesso con la scusa del “stavo solo scherzando” si cerca di giustificare delle uscite infelici che ci si poteva risparmiare e che da umoristiche diventano offensive. Lo scherzo deve essere chiaro, facilmente percepibile e comprensibile dal soggetto o dall’ascoltatore.
Per intenderci, uno scherzo o una battuta devono sempre basarsi su principi etici condivisi e ovviamente rispettare buongusto e buonsenso. Per esempio, fare dell’umorismo riaspetto al cancro non è da evitare, ma lo si deve fare con cautela, nel rispetto del malato e solo se in primis il malato stempera la tensione della sua malattia ricorrendo all’umorismo: interpretare i segnali dell’altro, il suo stato d’animo rispetto al tema che stiamo trattando è il modo migliore per non risultare offensivi.
Non esiste una guida all’etica dello scherzo ed esistono differenti posizioni filosofiche a riguardo. In linea di massima, si può procedere in tre modi quando si vuole fare umorismo:
Non bisogna mai “prendersela”, anche se solo ironicamente e con umorismo, con persone che si trovano in una posizione sociale inferiore alla propria.
L’ltima scuola di pensiero che vi abbiamo proposto, che sembra ricordare a tutti che le battute non andrebbero prese troppo sul serio, fa emergere una nuova tematica: le battute non si basano mai su un principio di realtà. Ma se invece camuffassimo ciò che pensiamo davvero di qualcuno con uno scherzo o una battuta umoristica?
A tutti è capitato di dire il proprio parere con un po’ troppa schiettezza e cercare di rimediare con uno “sto scherzando” per tentare di recuperare la situazione.
La verità è che tutto ciò che esce dalla nostra bocca, per essere ironicamente valido, deve avere un fondamento di realtà per fare ridere ed è quel gancio, quell’appiglio di realtà che può rendere una battuta potenzialmente offensiva, perché viene percepita come un giudizio o un’offesa proprio a causa dell’elemento veritiero che contiene.
Esistono persone particolarmente auto-ironiche che si sono comunque sentite offese per una battuta sul loro aspetto. Questo perché non basta essere auto-ironici per ridere di tutto: il contesto in cui una frase viene pronunciata, chi la pronuncia e in che modo, sono fattori che fanno la differenza su come uno scherzo viene recepito da chi lo subisce.
Quello che bisogna tenere a mente è che l’ironia deve fare ridere tutti, anche i diretti interessati, se non è così vuol dire che la situazione, la formulazione di parole, la modalità con cui sono state pronunciate, hanno sortito l’effetto opposto rispetto a quello sperato.
Probabilmente ricorderete tutti l’episodio degli Oscar del 2022, quando dopo una battuta del presentatore Chris Rock sulla malattia della moglie, Will Smith è saltato sul palco e ha colpito con un pugno in faccia in diretta mondiale il presentatore che, a detta sua, “stava solo scherzando”.
L’episodio ha generato molto scalpore in quanto due secondi prima il pubblico stava ridendo alle battute del presentatore e due secondi dopo è calato il gelo per il gesto compiuto da Will Smith che si è alzato con tutta calma, lo ha colpito in faccia e gli ha intimato di tenere il nome di sua moglie fuori dalla sua bocca.
Analizziamo cosa è successo: il contesto era ironico, leggero, il presentatore e comico si è sentito autorizzato a calcare la mano perché il clima era disteso, ma il riferimento sull’alopecia della moglie di Will Smith era un tasto dolente che non doveva essere toccato e che ha generato un escalation negativa.
Inopportuno? Semplicemente ironico? Dipende dalle interpretazioni, ma l’opinione pubblica si è trovata d’accordo nell’etichettarla come un’uscita fuori luogo.
Tuttavia, anche la reazione di Will Smith è da considerarsi fuori luogo, e per questo l’attore si è scusato pubblicamente sui social:
“La violenza in tutte le sue forme è velenosa e distruttiva. Il mio comportamento agli Academy Awards di ieri sera è stato inaccettabile e imperdonabile. Le battute a mie spese fanno parte del lavoro, ma una battuta sulle condizioni mediche di Jada era troppo per me da sopportare e ho reagito emotivamente. Vorrei scusarmi pubblicamente con te, Chris. Ho esagerato e ho sbagliato. Sono imbarazzato e le mie azioni non erano indicative dell’uomo che voglio essere. Non c’è posto per la violenza in un mondo di amore e gentilezza”.
Da un lato, ovviamente, le scuse erano d’obbligo dopo l’atto di violenza, ma la verità è che l’umorismo di Rock ha fallito in partenza, perché non è stato in grado di coinvolgere i diretti interessati in modo positivo, facendoli sentire offesi.
In poche parole, l’umorismo e l’ironia stanno nelle orecchie di chi ascolta che deve sentirsi coinvolto dalle battute e mai sotto giudizio affinché la frase possa riscuotere il risultato sperato. Sta al professionista creare il clima giusto e selezionare con cura parole e argomenti. Non a caso, chi fa questo mestiere, di base deve essere un abile conoscitore dell’animo umano.
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