Problemi legati alla forte siccità per una Regione italiana: qui la crisi climatica si è aggravata ed ha effetti devastanti.
I problemi legati al cambiamento climatico sono ben visibili in tutto il mondo: calotte polari che si ritirano, desertificazione che avanza e eventi meteo sempre più catastrofici hanno messo in allerta non solo gli scienziati ma anche i capi politici del mondo intero. Il cambiamento climatico ed i suoi effetti devastanti, infatti, riguardano l’intero globo e non solo alcuni Paesi.
L’Italia non è esente da queste problematiche e, l’ennesimo esempio, riguarda proprio quello che sta accadendo questa estate. Se da una parte al Nord Italia si registrano eventi meteo straordinari come temporali anomali e forte grandinate, al Sud, invece, c’è una importante emergenza siccità che riguarda nel dettaglio una Regione in particolare.
E’ la Regione Sicilia ad essere alle prese con la siccità: il Fanaco è il terzo bacino della regione a prosciugarsi dopo Pergusa e Ogliastro. Adesso la Sicilia è praticamente in ginocchio, ma se ne parla poco o niente. Nella regione le temperature raggiungono punte di invivibilità che hanno portato ad una importante crisi idrica legata alla siccità.
La data di estinzione del Fanaco, nel palermitano, era stata fissata dagli esperti per il 20 luglio, ma il lago è scomparso prima del tempo. Ora sono in corso i lavori per deviare le condotte idriche che portano acqua ai comuni del Vallone di Caltanissetta.
Dagli anni ’80, le grandi città, in particolare Palermo e Catania, hanno dovuto periodicamente fare i conti con acqua razionata e lunghi periodi di disagio per centinaia di migliaia di cittadini. Ora, però, con l’aggravarsi della crisi climatica, anche i cittadini dei piccoli centri, dalla costa all’entroterra, stanno vivendo momenti di disagio, come denuncia Federconsumatori.
Secondo l’ultimo rapporto dell’Autorità di Bacino Regionale, aggiornato al 24 giugno, i volumi d’acqua contenuti negli invasi siciliani sono drasticamente diminuiti. Attualmente, i laghi dispongono di poco più di 270 milioni di metri cubi d’acqua, di cui solo 121 milioni effettivamente utilizzabili per non compromettere la salvaguardia delle specie ittiche. Ciò rappresenta una diminuzione di 33 milioni di metri cubi rispetto al mese precedente, con un deficit del 21%.
Rispetto al 2023, il calo è di circa il 50%. In termini assoluti, nell’arco di 12 mesi, la Sicilia ha perso 261 milioni di metri cubi di acqua. La situazione è particolarmente grave nell’area di Palermo, dove la capacità complessiva dei quattro invasi principali (Fanaco, Piana degli Albanesi, Jato e Oliveri) è attualmente sfruttata solo al 19%, rispetto al 40% dello stesso periodo dell’anno scorso.
La situazione è particolarmente grave nel settore agricolo, dove molti raccolti sono andati perduti e gli agricoltori stanno lottando per arrivare a fine mese. Il governo regionale ha dichiarato lo stato di emergenza e ha stanziato fondi per aiutare i comuni più colpiti.
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