Lo tsunami può essere un pericolo non solo in mare. L’ultimo studio ha deciso di rivelare dove può verificarsi questo pericolo: le ultime.
Uno tsunami è un evento naturale catastrofico che si verifica in seguito a una perturbazione improvvisa del fondo marino. È caratterizzato da onde marine di enormi dimensioni e grande energia che si propagano attraverso l’oceano a velocità elevatissime. Queste onde possono viaggiare a centinaia di chilometri all’ora in acque profonde e trasformarsi in onde gigantesche quando raggiungono le coste.
Le cause più comuni degli tsunami includono terremoti sottomarini, eruzioni vulcaniche, frane sottomarine, o addirittura impatti di asteroidi o meteoriti nelle acque oceaniche. Quando uno di questi eventi provoca un movimento improvviso del fondo marino, una quantità enorme di energia viene rilasciata, creando un’onda che si espande radialmente dal punto di origine. Adesso l’ultimo studio rivela dove potranno verificarsi gli tsunami nel futuro.
Tsunami, lo studio rivela dove ci saranno: i risultati sono sorprendenti
Gli tsunami nei laghi rappresentano un problema emergente, fino ad ora confinato principalmente in siti nordamericani come Alaska e British Columbia. Sebbene siano stati fenomeni isolati in aree remote e disabitate, il rischio che possano interessare anche regioni più popolate in futuro è una realtà preoccupante.
Questi eventi sono innescati da combinazioni di fattori, tra cui il riscaldamento globale gioca un ruolo significativo. Con l’aumento delle temperature, i ghiacciai che sovrastano alcuni laghi possono perdere grandi massi di ghiaccio, trascinando con sé anche grandi quantità di terra in frana. Queste frane generano onde enormi che possono essere paragonate ai tsunami oceanici, anche se in un contesto lacustre.
Nonostante la nostra tendenza a associare gli tsunami esclusivamente agli oceani, è importante comprendere che anche in specchi d’acqua interni come i laghi, le onde anomale possono verificarsi con conseguenze devastanti. Eventi recenti come quelli avvenuti a Cowee Creek, Brabazon Range e Pederson Lagoon, sebbene non abbiano provocato danni a persone o proprietà, hanno evidenziato il potenziale distruttivo di questi fenomeni.
Bretwood Higman, geologo esperto, avverte che è solo questione di tempo prima che eventi simili colpiscano laghi più densamente abitati. Un esempio significativo è stato il tsunami generato nel 2020 dalla frana di Elliot Creek in British Columbia, che ha prodotto onde fino a 100 metri di altezza a valle. Questo dimostra che anche se si verifica in un ambiente lacustre, l’impatto può essere estremamente devastante.
Per ora, la ricerca e lo studio su questi fenomeni sono concentrati principalmente in Nord America, e non sappiamo con certezza se anche laghi alpini in Italia potrebbero essere soggetti a simili rischi. È fondamentale monitorare attentamente questi ambienti e prepararsi adeguatamente per affrontare eventuali emergenze.