Siamo abituati a ricercare sempre red flag in un appuntamento, ecco invece come riconoscere i segnali positivi, ovvero le green flag
Sui social si parla spesso di red flag che dovrebbero indurci a scappare a gambe levate da pretendenti poco adatti. Di solito queste red flag sono atteggiamenti, comportamenti o frasi inopportune che la persona con cui stiamo uscendo condivide con noi durante un appuntamento.
Per quanto sia importante riconoscerle e non rimanere sordi di fronte a palesi campanelli d’allarme, è bene anche imparare a riconoscere i segnali positivi, o meglio: le green flag.
Scopriamo insieme quali sono queste green flag a cui dovremmo fare attenzione quando usciamo con qualcuno.
Partiamo dal presupposto che di solito gli appuntamenti non sono all’altezza delle nostre aspettative.
Il motivo principale è che spesso il primo appuntamento somiglia ad una sorta di colloquio di lavoro, in cui non riusciamo ad essere noi stessi al 100% perché sappiamo che l’altra persona ci sta giudicando e questo ci frena. Ma nonostante agitazione, impaccio e imbarazzo, è possibile cogliere delle piccole green flag che potrebbero indurci a prenderci più tempo e ritagliare più uscite con la persona in questione.
“Siamo troppo diversi”, “mi scrive troppo”, “mi scrive poco”, “mi ha parlato di sua madre”, “non mi ha detto nulla di sé”: questo è solo un breve elenco esemplificativo di quelle che di solito cataloghiamo come red flag. Ma spesso le vediamo sventolare solo perché non diamo l’opportunità all’altra persona di mostrarsi in altre vesti. In poche parole, una red flag in realtà potrebbe nascondere del verde.
Secondo il Green Flag Study, uno studio condotto su Tinder, che ha coinvolto 8.000 uomini e donne etero di Stati Uniti, Regno Unito, Australia e Canada, gli uomini e le donne hanno più interessi in comune di quanto pensino. E il 91% crede che il dating sia sopravvalutato e abbastanza faticoso e inutile.
Lo studio ha messo in evidenza come spesso ci siano dei pregiudizi legati al genere che preannunciano l’esito infelice dell’appuntamento.
Questi stereotipi non consentono alle persone di conoscersi davvero tanto da comportare un epidemia di supposizioni e bandiere rosse sventolate ovunque.
Le green flag però esistono se diamo la possibilità all’altra persona di mostrarcele e possono essere ad esempio:
Se si lascia la possibilità alle persone di valicare un minimo la propria barriera personale, potrebbero stupirci. Rimanere sulla difensiva ed etichettare come red flag ogni gesto o domanda risulta solo controproducente.
La Generazione Z, più di ogni altra generazione venuta prima di lei, si basa molto su semafori, ovvero su quelle che in questo articolo abbiamo chiamato bandiera verde o bandiera rossa. Ma perché i giovani tendono a voler etichettare in questo modo i comportamenti altrui?
Perché captare segnali diventa più importante di viversi a pieno una persona? La verità è che ad oggi i giovani mettono al primo posto sé stessi e il loro benessere, hanno le idee chiare su cosa vogliono e tendono a non voler sprecare tempo con chi considerano al di sotto delle loro aspettative.
Se vogliamo, possiamo giudicare un po’ cinica questa lettura dell’amore che è diventato sempre più razionale e sempre meno emozionale ma a cosa è dovuto questo cambiamento?
La verità è che i giovani non hanno smesso di innamorarsi ma sono diventati più accorti nel giudicare l’altro. Ovviamente non si può generalizzare perché ognuno di noi ha una propria visione dell’amore ma non si può negare che alcuni eventi della nostra contemporaneità potrebbero aver segnato i giovani nel loro modo di viversi relazioni e sentimenti.
I social media, il Covid, il distacco che si è creato a livello relazione, hanno comportato anche una sorta di raffreddamento emotivo che ha lasciato sempre più spazio ad una componente razionale che non siamo abituati a vedere accostata all’amore.
Siamo abituati a cercare red flag negli altri ma spesso siamo i primi a possederne alcune. Già il fatto di essere prevenuti verso l’altro e cercare a priori qualcosa che non va può essere considerata una red flag.
Una bandiera verde invece sarebbe l’apertura mentale, il partire senza preconcetti e provare a percepire a pelle se la persona con cui siamo uscendo ci piace o meno.
Per farlo occorre rompere il ghiaccio nel modo giusto, svolgendo attività meno impostate rispetto alle uscite a cena canoniche o andare a bere qualcosa.
Per scoprire davvero se una persona fa per noi un’idea potrebbe essere condividere con lei fin da subito un nostro interesse, come ad esempio andare ad un concerto insieme o a svolgere un’attività sportiva che piace ad uno dei due: tenersi impegnati mentre ci si conosce impedisce alla nostra mente di controllare ossessivamente ogni frase e comportamento della persona con cui stiamo uscendo e di conseguenza a captare possibilmente più green flag di quelle che vedremmo stando seduti rigidamente davanti a lui/lei mentre taglia e addenta un pezzo di pizza.
Spesso le bandiere sono incolore e siamo noi a dare loro la tonalità che vogliamo, partendo spesso da pregiudizi errati che non ci consentono di guardare oltre alle apparenze.
Altre volte, invece, le red flag esistono ed è giusto prenderne atto, ma l’unico modo per scoprirlo è cercare di essere sé stessi e viversi una persona nel modo più naturale possibile, senza chiusure o rigidità.
Se avete un appuntamento in questi giorni provate a stravolgere le regole convenzionali: fate una camminata insieme, andate in sala giochi o sui kart se vi piace l’idea e provate a vivervi la serata spegnendo il semaforo e godendovi il momento. Magari non rivedrete più il vostro pretendente, ma perlomeno avrete passato una serata piacevole senza verde rosso e verde ovunque.
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