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Scienze

Ipnosi stradale, cos’è e perché può essere pericolosa?

È un fenomeno che sperimenta la maggior parte dei guidatori, ma in pochi ne comprendono i rischi: ecco tutto ciò che c’è da sapere sull’ipnosi stradale

A chi non è mai successo di guidare la propria auto senza prestare molta attenzione al tragitto, come se ci si trovasse in uno stato ipnotico, o come se la propria macchina si stesse guidando da sola? Questo fenomeno, noto come ipnosi stradale, è un’esperienza molto comune ma spesso trascurata, durante la quale chi è al volante sembra trovarsi in uno stato mentale che gli permette di guidare in “modalità pilota automatico”. Ma come funziona esattamente? Perché accade? E quali sono i rischi che si corrono quando succede? Ecco la risposta a queste e altre domande.

Caratteristiche e pericoli dell’ipnosi stradale

Per comprendere il fenomeno dell’ipnosi stradale, è utile introdurre il concetto di ipnosi. L’ipnosi è uno stato di coscienza alterata in cui una persona sperimenta una profonda concentrazione e focalizzazione, spesso accompagnata da una maggiore suggestionabilità. Gli obiettivi dell’ipnosi possono variare, ma in ambito clinico è utilizzata nella psicoterapia per trattare diverse condizioni, tra cui:

– ansia;

– fobie;

– disturbi alimentari;

– gestione del dolore.

Ipnosi stradale | Pixabay @jpgfactory – Mentiscura

Durante una sessione di ipnosi, l’ipnotista guida il soggetto attraverso una serie di tecniche per indurre lo stato di trance. Queste tecniche possono includere:

– focalizzazione su un’idea o immagine specifica;

– rilassamento fisico;

– concentrazione sulla respirazione.

Una volta in stato di trance, l’ipnotista può usare suggerimenti per influenzare il comportamento, le percezioni o le emozioni del soggetto. È importante sottolineare che l’ipnosi non implica il controllo mentale; il soggetto non farebbe nulla che contrasti con i propri principi morali o desideri profondi. Inoltre, non tutti sono altamente suscettibili all’ipnosi, e la risposta può variare notevolmente tra individui.

Quindi, cos’è l’ipnosi stradale?

Il fenomeno, noto anche come febbre della linea bianca, è stato descritto per la prima volta in un articolo del 1921, che lo definiva come uno stato di trance durante la guida, con gli occhi fissati su un punto davanti a sé. Otto anni dopo, lo psicologo americano Walter Miles ne parlò nel suo studio “Sleeping with the Eyes Open”, in cui ipotizzava che i conducenti in quei momenti stessero, appunto, “dormendo con gli occhi aperti”. Oggi sappiamo che, a differenza della stanchezza al volante, l’ipnosi stradale non causa i cosiddetti “colpi di sonno”.

Il noto psicologo Ernest Hilgard, famoso per i suoi studi sull’ipnosi, teorizzò che essa è uno stato alterato della coscienza. Alcuni scienziati ritengono che, in questi casi, la coscienza potrebbe sviluppare una dissociazione ipnotica. In altre parole, un flusso di coscienza è concentrato sulla guida, mentre l’altro è immerso in altri pensieri, portando a una possibile amnesia parziale o completa della propria guida.

Questo fenomeno si verifica generalmente in autostrada, durante tragitti particolarmente lunghi, ma può accadere anche su strade extraurbane e cittadine, senza necessità di percorrere lunghe distanze. Quando guidiamo lungo lo stesso percorso ogni giorno, il nostro cervello memorizza ogni dettaglio, permettendoci di entrare in modalità pilota automatico e proseguire senza essere completamente consapevoli di farlo.

L’ipnosi stradale è, quindi, uno stato mentale alterato, che può essere inteso come “leggera trance”, in cui una persona può guidare per lunghe distanze rispondendo correttamente agli stimoli esterni, pur non essendo pienamente consapevole di stare guidando, come se fosse in una sorta di trance. Ma come si può guidare in modo sicuro e corretto se non ci si rende conto? La spiegazione è complessa, ma si tratta di una forma di automatismo in cui la mente conscia e quella inconscia riescono a concentrarsi simultaneamente su pensieri diversi.

E come funziona esattamente?

L’ipnosi stradale può essere meglio compresa considerando il ruolo della memoria muscolare e delle abitudini. Quando si percorre lo stesso tragitto giorno dopo giorno, il cervello umano memorizza ogni dettaglio, curva e semaforo. Con il tempo, quindi, si diventa così familiari con il percorso che la mente può “attivare il pilota automatico” e seguirlo senza una consapevolezza costante.

È come se il nostro subconscio prendesse il controllo, permettendo alla nostra mente cosciente di vagare o concentrarsi su altre cose. Questo stato di ipnosi stradale non implica che il conducente sia completamente distaccato o inconsapevole. Anzi, al contrario: il guidatore rimane vigile sulla strada e in grado di reagire rapidamente alle situazioni di emergenza.

La capacità di reazione del cervello umano durante l’ipnosi stradale

Per prima cosa, bisogna dire che il nostro cervello può reagire a eventi improvvisi prima ancora che ce ne rendiamo conto. Una volta registrato l’impulso, è essenziale che sappia esattamente come comportarsi in caso di emergenza. Quando guidiamo, quindi, anche se sotto l’effetto dell’ipnosi stradale, il nostro cervello manda l’imput per premere con forza sui pedali di freno e frizione per fermarci non appena il cervello rileva un pericolo.

Accade, infatti, anche se raramente, di frenare bruscamente tornando “presenti” per verificare se c’è un pericolo imminente che il nostro inconscio ha captato. Il cervello, infatti, tende a ripetere comportamenti e reazioni già conosciuti, specialmente quando percepisce che il nostro controllo è più debole.

Nonostante, questo, naturalmente, esistono dei rischi quando ci si trova in stato di ipnosi alla guida. Vediamo quali sono.

I rischi dell’ipnosi stradale | Pixabay @miniseries – Mentiscura

Tutti i rischi che si corrono quando si guida in stato di ipnosi stradale

Sebbene possa sembrare vantaggiosa, l’ipnosi stradale comporta dei rischi. Uno dei principali pericoli è la perdita di consapevolezza delle condizioni stradali: affidarsi eccessivamente all’automatismo durante la guida può impedire di notare situazioni inaspettate, cambiamenti nel traffico o emergenze che richiedono attenzione immediata.

Inoltre, l’ipnosi stradale può indurre una falsa sensazione di sicurezza: il conducente potrebbe erroneamente pensare di poter guidare in modo completamente automatico senza alcun rischio, rallentando la capacità di tornare vigili. In conclusione, anche se l’ipnosi stradale è un fenomeno comune, è fondamentale ricordare che la sicurezza stradale deve essere sempre una priorità.

Come evitare di entrare in stato di ipnosi mentre si guida

Come si può evitare di entrare in uno stato di ipnosi stradale e guidare in modo consapevole? Per riuscire in questo intento è utile mantenere gli occhi in movimento, controllando frequentemente gli specchietti retrovisori e laterali, e conversare con i passeggeri se ce ne sono. Inoltre, mantenere una temperatura adeguata nell’abitacolo può contribuire a rimanere vigili e attenti.

Federico Liberi

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