La felicità umana è un mix di molteplici fattori, dagli eventi personali positivi e negativi alle emozioni che proviamo. Ad esempio, vivere in Finlandia sembra dare un vantaggio in termini di felicità. Ma come influisce l’età sulla felicità?
La giovinezza è spesso vista come un periodo spensierato e relativamente felice, anche se questo varia a seconda del luogo in cui si cresce, come la Scandinavia o una zona di conflitto.
Tuttavia, gli studiosi della felicità si chiedono se questa diminuisca con l’avanzare dell’età: gli anziani in alcune società si sono rivelati straordinariamente felici, soprattutto in luoghi dove svolgono un ruolo chiave nella comunità e interagiscono con persone di tutte le età, come la Sardegna, Singapore e Okinawa in Giappone, dove l’aspettativa di vita è insolitamente alta.
Le evidenze suggeriscono da tempo che sia i giovani sia gli anziani tendono ad essere più felici rispetto alle persone di mezza età. Questo concetto, noto come relazione a forma di U rovesciata tra felicità ed età, è stato confermato da un recente studio su larga scala e di alta qualità, che ha coinvolto numerosi ricercatori e dati provenienti da tutto il mondo.
La curva a U rovesciata è reale: i giovani sono generalmente più felici, seguiti dagli anziani, mentre le persone intorno ai cinquant’anni risultano essere le meno felici.
Gli psicologi evoluzionisti osservano che la competizione per lo status è particolarmente intensa nella giovane età adulta, poiché questo è il periodo in cui si scelgono i partner e si formano le famiglie.
Durante questa fase, le persone sono al massimo delle loro capacità fisiche e attrattive, rendendole molto desiderabili per i potenziali partner. Per alcuni, affrontare la perdita di status durante la mezza età può rappresentare una sfida significativa.
Indipendentemente dal motivo per cui la mezza età è spesso un periodo difficile, la felicità tende a raggiungere i suoi picchi sia nella giovinezza che nella vecchiaia, con i giovani generalmente più felici, offrendo una prospettiva ottimistica per il futuro.
Sebbene questo schema sia applicabile a livello globale, non tutti i paesi seguono lo stesso modello. Negli ultimi dieci anni, in molte regioni, la felicità dei giovani è diminuita rispetto a quella degli anziani.
Perché accade? Questo fenomeno non è del tutto misterioso, considerando che la ricerca in psicologia clinica ha rilevato un aumento significativo di ansia e depressione. Non è chiaro cosa stia causando esattamente queste variazioni, ma molti studiosi puntano il dito contro i problemi legati ai social media, tra cui l’aumento della solitudine per chi trascorre molto tempo online.
Oltre ai problemi attuali legati ai social media e alla comunicazione via Internet, ci sono molte ragioni per cui i giovani possono sentirsi più scoraggiati riguardo al futuro.
Molti ritengono che il pianeta sia minacciato dal cambiamento climatico, dall’inquinamento da microplastiche, dalla possibilità di una guerra nucleare e dalle ingiustizie sociali e disuguaglianze. Si sentono sopraffatti dalla solitudine, nonostante siano sempre connessi con gli altri.
Inoltre, le generazioni più giovani trovano sempre più difficile mantenersi a causa dell’aumento dei costi e dei salari stagnanti. Sono la prima generazione nella storia recente a prevedere un futuro peggiore rispetto a quello dei loro genitori. Molti vivono ancora con i genitori e non si aspettano miglioramenti significativi nelle loro condizioni di vita.
Non sorprende quindi che gli anziani siano attualmente più felici dei giovani. Possiamo sperare che, invecchiando, anche i giovani raggiungano livelli di felicità maggiori? Questo scenario sembra poco probabile.
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