Uno studio ha annunciato l’arrivo di una devastante calamità naturale entro pochi anni: siamo in pericolo.
Il mondo negli ultimi anni ha dovuto fronteggiare una pandemia inaspettata, che ha causato tantissimi problemi. Ora però sembra che ci sia un altro pericolo all’orizzonte, secondo quanto segnalato da uno studio. Una devastante calamità naturale sembra in procinto di abbattersi su diverse zone europee.
Gli esperti hanno segnalato il serio pericolo che coinvolgerebbe le coste del Mediterraneo. La conferma è arrivata dallo studio “Probabilistic Tsunami in the Mediterranean Sea” pubblicato sulla rivista Géophsique pure et appliquée. L’indagine, diffusa qualche mese fa, è un riferimento attuale perché sostiene che il litorale mediterraneo rischia di essere colpito da un evento naturale catastrofico.
Questa zona del Mondo secondo lo studio sarà colpita tra pochi anni da uno tsunami di grandi dimensioni. La preoccupazione è iniziata a salire perché in caso di conferma ci sarebbero dei danni davvero ingenti.
La Commissione Intergovernativa per gli Oceani (IOC) è un agenzia specializzata delle Nazioni Unite e parte dell’UNESCO. Si occupa di diversi temi come il monitoraggio del cambiamento climatico marino, la gestione sostenibile delle risorse marine, la prevenzione dei disastri, tra cui gli tsunami, e la sicurezza marittima.
L’IOC rispetto al Mediterraneo ha segnalato una probabilità prossima al 100% di uno tsunami nei prossimi 30 anni nella costa mediterranea e atlantica spagnola. Uno scenario aggravato dal cambiamento climatico avuto in questi anni, che ci porta alle zone segnalate dall’IOC.
Il Mare di Alboran, situato tra la costa nell’area sud/sud-est della Spagna e la costa a nord del Marocco, è una delle zone a più elevata attività sismica del Paese. Ragion per cui il rischio copre una zona molto ampia: si parla dell’intera costa mediterranea, da Valencia a Malaga fino ad arrivare alle Isole Balneari. In tale area potrebbe abbattersi uno tsunami con onde che potrebbero arrivare anche a 6 metri.
Lo studio non si è limitato solo a questo scenario, ma ha evidenziato l’urgenza di implementare un sistema di allerta tsunami in tutta l’area. A Huelva e Cadice, la probabilità di un’onda alta un metro è del 10%, percentuale che si riduce al 3% per un’onda di tre metri. Se da una parte i rischi di grandi tsunami sono relativamente bassi, le conseguenze di tale evento non sono affatto da sottovalutare.
La costa atlantica risulta vulnerabile perché la sua struttura geologica si può definire come una zona di frattura, in cui si accumulano tensioni tettoniche che la rende un’area ad alta attività sismica. Inoltre bisogna preoccuparsi dei difetti di salto: sono delle discontinuità dove le rocce si spostano su entrambi i lati in maniera brusca. A causa di questo movimento, la faglia può generare terremoti e, potenzialmente, tsunami con onde fino a 6 metri.
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