Il dialogo interiore può essere la cura o l’autosabotaggio del nostro essere: gli esercizi per guarire le ferite del passato.
Pensieri, quante volte ci balzano alla mente senza il nostro consenso? Sicuramente tante. Questo perché si tratta di pensieri automatici, difficili da gestire, ma anche ricostruire nel loro insieme. Non sono altro che frasi frammentate di ciò che viviamo a cui vogliamo dare un senso e costruire la nostra visione nell’insieme, o meglio, la nostra prospettiva.
Noi tutti tendiamo ad interiorizzare ciò che ci circonda, e il flusso di pensieri che ne deriva, può dirci molto su noi stessi. L’inconveniente? Trattandosi di pensieri automatici, sono in grado di costruire la nostra realtà, talvolta sabotando in maniera sottile e silenziosa. I nostri pensieri sono strettamente legati alle ferite del passato; per questo motivo, meritano la nostra attenzione sul nostro presente, per migliorare il futuro.
Il primo a prestare attenzione ai pensieri automatici è stato Aaron Beck, psichiatra e psicologo statunitense, nonché fondatore degli approcci classici in psicoterapia cognitiva. Secondo lo psicologo, il dialogo interiore diventa negativo quando tende ad affrontare sempre gli stessi temi che includono fallimento, autocritica e incapacità. Tutto questo è dettato dal nostro passato.
Arrivati a questo punto, una domanda sorge spontanea: se questi pensieri si rivelano automatici, come è possibile ‘sbarazzarsene’? Semplicemente guidandoli con una certa consapevolezza. La maggior parte delle situazioni diventa estremamente negativa a causa del passato, di ciò che ci ha fatto sentire inutili nell’infanzia o di momenti in cui non ci siamo sentiti all’altezza.
Renditene conto: per prima cosa, rifletti sul perché dici sempre di sì. Chiediti: è con tutti o solo con alcune persone? Accetta questa tua abitudine come primo passo per cambiarla. Dopodiché, impara a dire no. Non è facile, ma è necessario. Dire no non è maleducazione, ma responsabilità. Inizia con piccoli rifiuti, come al cassiere che ti propone un prodotto extra, e gradualmente passa a rifiuti più significativi. Poi, spiega il motivo del tuo no in modo chiaro e conciso.
In questo frangente, rifletti sulle tue relazioni e su quanto ti è difficile dire no: capire la dinamica ti aiuterà a fissare limiti chiari. Ricorda sempre che la tua gentilezza non deve portare gli altri a mancarti di rispetto. E poi, una liberazione: esprimi te stesso. Non avere paura di mostrare chi sei davvero. Al lavoro e in amore, la sincerità è fondamentale. Non serve a nessuno se ti nascondi dietro a un dito per compiacere gli altri.
Da qui, un altro esercizio importante: valuta le relazioni. Non puoi accontentare sempre tutti né evitare di deludere qualcuno. Impara a oscillare tra i due estremi e stabilisci confini che ti rispettino. In tutto ciò, non preoccuparti nemmeno dei giudizi, poiché ei tu a dover prendere il controllo della tua vita. Chi ti volta le spalle per un rifiuto voleva solo un burattino, non una persona autentica.
Prima gli altri. Poi tu… quante volte? Spesso ci sentiamo obbligati a essere sempre disponibili per sentirci amati. Ma le decisioni che deludono gli altri, se rispondono ai nostri bisogni, possono portarci le cose migliori. Infine, mantieni le promesse che ti fai; riconosci le tue esigenze e falle conoscere agli altri. Non essere mai qualcuno che non sei, perché la tua unicità non può essere sostituita da nessuno.
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