In molti si chiedono perché non siamo riusciti ancora a trovare vita aliena nello spazio. La risposta arriva direttamente dalla NASA.
La NASA sospetta che la nostra galassia possa ospitare trilioni di pianeti. Anche con il potente telescopio spaziale James Webb individuare un pugno di mondi che potrebbero avere indizi di vita risulta estremamente arduo. L’impiego di Webb, capace di scrutare nelle atmosfere dei pianeti al di là del nostro sistema solare (esopianeti) per effettuare scoperte senza precedenti, ha suscitato grande interesse da parte del pubblico e degli scienziati.
Recentemente gli scienziati della NASA hanno affrontato le sfide significative che attendono coloro che cercano prove di vita, chiamate biosignature, nell’atmosfera di un mondo lontano. La scoperta della vita su un esopianeta richiederà probabilmente un insieme ampio di biosignature rilevate in modo inequivocabile, dati provenienti da diverse missioni e osservatori, e sforzi estesi di modellazione atmosferica, un processo che potrebbe richiedere anni. Adesso quindi è possibile individuare quelle che sono le sfide di individuare vite con Webb.
Il fulcro della sfida è la difficoltà non solo di trovare pianeti che potrebbero ospitare la vita come la conosciamo, che implica mondi temperati, rocciosi, delle dimensioni della Terra che potrebbero ospitare acqua liquida. Allo stesso tempo è possibile anche rilevare e scrutare le loro atmosfere profondamente distanti e deboli. Fondamentalmente per scrutare un’atmosfera così lontana, un pianeta deve essere nella perfetta orientazione dalla nostra posizione nella galassia, transitando davanti alla sua stella affinché Webb possa osservare come questa luce filtra attraverso la sua atmosfera.
In questa maniera Webb riuscirà a rivelare le sostanze chimiche presenti. Finora, gli scienziati hanno confermato la scoperta di 5.638 esopianeti e 30 di questi pianeti “di taglio” sono delle dimensioni della Terra, rocciosi, e orbitano in zone abitabili dove potrebbe esistere acqua liquida. Questi sono candidati intriganti su cui cercare indizi di vita. Ma rilevare un’atmosfera richiederà pazienza e probabilmente anni di osservazione. L’atmosfera di un pianeta blocca solo circa lo 0,02 percento o meno della luce della sua stella, il che significa che trovare l’esistenza di un’atmosfera richiede osservazioni attente e multiple.
Per gli scienziati però ricercare biosignature è straordinariamente difficile, ma anche un’impresa entusiasmante. Nei prossimi anni e decenni, quindi, gli scienziati degli esopianeti e gli astrobiologi non guarderanno semplicemente a mondi rocciosi per potenziali indizi di vita, ma a mondi rocciosi che teorizzano potrebbero essere coperti da oceani. Questi tipi di mondi sono anche noti come pianeti Hycean.
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