Ora è addirittura possibile far ricrescere i denti, opzione provvidenziale per tante persone, ecco cosa cambierà.
La cura dei denti è particolarmente importante, non solo per un aspetto estetico, ma anche per gli effetti che una carie o altri problemi può generare al nostro organismo. Chi ha avuto almeno una volta questo malessere sa bene quanto possa essere fastidioso, al punto tale da non riuscire a chiudere occhio la notte e da avere pochi effetti positivi nemmeno se si assumono gli antidolorifici.
Non solo, questo spesso può portare anche a problemi di postura o a dolori alla schiena anche persistenti, per questo sarebbe bene non trascurare la situazione prima che possa essere troppo tardi. In tanti, però, magari per paura del dentista o per i costi elevati evitano di sottoporsi a controlli regolari per poi arrivare a farlo quando tutto si è aggravato e anche la spesa diventa maggiore.
In caso di problemi ai denti particolarmente gravi non si può evitare l’estrazione, per poi procedere con la realizzazione di una protesi. Si tratta di una soluzione che non piace a tutti soprattutto perché c’è la convinzione si possa notare all’esterno, ma che è al momento quella che va per la maggiore.
In realtà, in futuro si potrebbe procedere in modo diverso se davvero la sperimentazione in corso andasse a buon fine. In Giappone, come riportato dalle testate The Mainichi e Nikkei Asia, sta infatti per partire uno studio clinico in cui saranno coinvolti 30 adulti sani a cui sarà somministrato un farmaco, in passato ritenuto in grado di far ricrescere i denti. Questa soluzione può essere utile soprattutto in due casi, chi ne ha dovuti eliminare alcuni, ma anche a chi soffre di agenesia, patologia poco conosciuta ma diffusa che indica il mancato sviluppo di un dente da latte o l’assenza del dente permanente che dovrebbe sostituirlo.
Fino ad ora il medicinale è stato testato su topi e furetti a cui mancavano appunto dei denti, ma che si era rivelato efficace. A prendere parte al test ora saranno 30 maschi sani di età compresa fra i 30 e i 64 anni a cui manca almeno un molare. Il medicinale, come rilevato dalla stampa nipponica, sarà somministrato per via endovenosa e sarebbe in grado di inibire la proteina Usag-1, che antagonizza l’effetto di altre due proteine (Bmp e Wnt) fondamentali per lo sviluppo dei denti. Subito dopo avere verificato il livello di sicurezza, si procederà con un’ulteriore fase in cui saranno coinvolti bambini di età compresa fra i 2 e i 7 anni affetti da agenesia dentale, a cui mancano almeno quattro denti dalla nascita.
Solo quando si avrà la certezza dei reali effetti benefici ottenuti grazie all’assunzione sarà possibile dire addio in maniera definitiva a protesi e impianti. Questo non significherà ovviamente non doversi più presentare dal dentista, ma semplicemente una personalizzazione del suo lavoro, anche se per l’approvazione sarà necessario attendere ancora qualche anno.
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