Molti genitori si chiedono sempre se sia giusto parlare ai figli dei propri problemi. Per risolvere questi dubbi, vediamo cosa dicono gli esperti
Sono numerosi gli scenari e i problemi comuni che tutti possono affrontare e ai quali ognuno reagisce in modi diversi: ritiro, irritabilità e rabbia, negazione o fingere che nulla sia successo. Sebbene sia importante avere un partner, un genitore o un amico intimo da cui ricevere sostegno, i propri figli, specialmente i più piccoli o gli adolescenti, si affidano ai propri genitori. Senza le capacità di coping di un adulto o un supporto esterno, i figli sono, naturalmente, più vulnerabili e confusi da ciò che accade ai loro genitori. Come è possibile aiutarli in questi casi? Ed è giusto parlare loro dei propri problemi? Ecco ciò che dice una ricerca.
Una ricerca condotta da diversi psicologi dimostra che è sempre utile comunicare il proprio stato emotivo alle persone vicine, a prescindere da chi queste siano. Se si sta avendo una giornata terribile al lavoro o problemi di qualunque altro tipo, informare il proprio partner, familiare o i figli prima di tornare a casa potrebbe essere positivo per se stessi. Dire loro che si è stanchi o irritabili e specificare di cosa si ha bisogno può prevenire qualunque tipo di discussione.
Essere proattivi, assumersi la responsabilità delle proprie emozioni e far sapere agli altri come possono aiutare è fondamentale. Anzi, sarebbe meglio comunicare questo durante la giornata quando ci si accorge che il proprio umore sta cambiando. Fare ciò è particolarmente importante soprattutto per i bambini, in modo che non si sentano nervosi o non si incolpino automaticamente.
C’è, però, un particolare assolutamente importante da tenere in considerazione prima di parlare ai figli dei propri problemi: la loro età. Vediamo quali sono le loro reazioni e i comportamenti da mettere in pratica in base a questa caratteristica.
I bambini dell’età della scuola elementare, ovviamente, sono più consapevoli e verbali e, a causa della loro età, naturalmente più egocentrici. Percepiscono facilmente la tensione, il ritiro o persino i genitori che fingono di stare bene. Senza informazioni chiare, tendono a inventare le proprie storie su ciò che sta accadendo e, purtroppo, le loro spiegazioni spesso li riguardano: “i miei genitori stanno divorziando perché ho avuto problemi a scuola”; “mio padre è irritabile perché è arrabbiato con me per aver urlato a mio fratello”. Questi sono solo alcuni dei pensieri comuni di molti bambini a questa età. Se sono figli maggiori o figli unici, possono anche iniziare a sentirsi responsabili di aiutare il genitore in difficoltà.
Sebbene gli adolescenti abbiano una visione più matura della realtà, tendono comunque a incolparsi e a voler risolvere i problemi dei loro genitori, spesso con maggiore intensità. Se la tensione diventa eccessiva, alcuni reagiscono in modo disfunzionale: bevendo, drogandosi, praticando autolesionismo o diventando più polemici o introversi.
Possono stabilire meglio i confini, essendo spesso fuori casa e, in generale, più indipendenti. Tuttavia, restano vulnerabili a sentirsi eccessivamente responsabili o, al contrario, più distaccati a causa della loro prospettiva indipendente e della vita frenetica.
Come bisogna comportarsi, quindi, nei confronti dei propri figli in base alla loro età?
È importante creare un ambiente sicuro per i bambini di questa età: mantenere le routine stabili, calmare le loro emozioni quando sono arrabbiati e cercare di non esprimere forti emozioni vicino a loro sono tutte azioni da mettere in pratica.
Con figli di questa età è importante comunicare apertamente le emozioni, essere comprensivi e agire proattivamente. Alcune frasi da dire sono: “Mi rendo conto di essere stato scortese con te e mi dispiace sinceramente”; “Ci sono alcune questioni che mi stanno dando fastidio, ma non c’entrano con te”; “Sono questioni da adulti che sto cercando di risolvere”; “Starò bene”; “Se sembro irritabile o agitato ti assicuro che non è per colpa tua”; “Se hai delle preoccupazioni, per favore fammelo sapere”; “Non si tratta di te”; “Non c’è nulla che devi fare diversamente”.
In question casi si ha l’opportunità di condividere maggiori dettagli con i propri figli. Ancora una volta, è importante rassicurarli che non si tratta di loro, che si stanno affrontando le proprie sfide e che non c’è bisogno che intervengano per risolvere la situazione. Se si desidera che diano una mano in modo più attivo, ad esempio aiutando con i bambini più piccoli, un consiglio è quello di spiegare loro dettagliatamente i comportamenti che possono mettere in pratica, incoraggiandoli nei loro compiti.
Quali sono, invece, i comportamenti da non mettere in pratica?
Fare finta che i problemi non esistano è il comportamento più sbagliato da mettere in pratica, poiché porta nei bambini molta confusione: possono percepire la tensione o notare i problemi, ma quando non vengono affrontati, diventano un “elefante nella stanza”. Questo porta frustrazione, ipervigilanza e difficoltà nel risolvere le cose. È importante trasmettere emozioni e fornire informazioni adeguate alla loro età.
È bene evitare di condividere troppi dettagli sui problemi matrimoniali o lavorativi ai propri figli, in modo da non coinvolgerli come se fossero propri pari, amici o partner. Una famiglia sana ha una chiara gerarchia tra genitori e figli, anche se questi ultimi sono giovani adulti. Pur essendo una linea sottile, è importante non confondere il ruolo genitore-figlio con quello di un amico.
Nel caso in cui i propri figli sono stati coinvolti troppo nei problemi, o se il rapporto con loro è diventato troppo confidenziale, o ancora, se sono stati turbati da qualche comportamento, è essenziale tornare indietro e sanare la ferita. Assumersi la responsabilità del proprio comportamento e aiutarli a comprendere il motivo delle emozioni o delle parole, non come scusa, ma come modo per far loro capire cosa si sta attraversando, è fondamentale.
La chiave, in generale, è non trascinarli nel mondo degli adulti, ma neanche lasciarli emotivamente soli. Un genitore deve essere un modello per il proprio figlio e una delle opportunità più importanti è mostrargli come gestire le emozioni, affrontare i problemi e trattare gli altri quando si feriscono i loro sentimenti.
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