Il discorso pubblico di Pier Silvio Berlusconi ricorda il padre: un racconto inedito, che non era mai uscito fuori prima d’ora.
Il 12 giugno è il primo anniversario d’addio di Silvio Berlusconi. Quell’uomo pieno di contraddizioni che ha diviso a metà l’Italia, prima di essere un politico è stato uno dei più grandi imprenditori italiani, prima con Fininvest, poi con Mediaset e tutto quello che ha iniziato a girarci attorno, dall’editoria fino allo sport. Prima di essere un politico Berlusconi è stato anche un padre, lo ricorda infatti suo figlio Pier Silvio, durante la conferenza stampa di fine stagione Mediaset.
Il discorso sul padre questa volta non ha parlato di numeri, di partiti o di conti: solo ed esclusivamente del dolore che può provare un figlio a perdere una figura così importante, ed è anche per questo che ha commosso tutti. La famiglia Berlusconi si è trovata in mano un impero enorme da gestire, e anche se all’inizio potesse sembrare un vanto, come ha anche spiegato tra le righe Pier Silvio, non è affatto facile.
Dopo anni e anni di Mediaset, prendere in mano le redini e avere il pieno potere decisionale è una responsabilità non indifferente: si tratta di una delle due emittenti televisive più importanti in Italia, la prima tra quelle private. Quest’anno il palinsesto è stato abbastanza stravolto. Cambiate le direttive per i reality show, addio ai salotti pomeridiani fondati sul gossip e molto più spazio all’informazione. Sarà la strada giusta? Questo è difficile dirlo, ma sicuramente i canali 4-5-6 non sono più gli stessi.
Il racconto di Pier Silvio sul padre, tra Mediaset e vita privata il lutto di un figlio
A raccontare di più sulla nuova faccia mediasettiana e sul vuoto lasciato da quella figura di padre è Pier Silvio, con occhi commossi, durante la conferenza stampa. “Io penso che la mia gratitudine nei confronti di papà sia infinita” esordisce il figlio in giacca e cravatta, ma con gli occhi lucidi. “Come padre, prima di tutto, per ciò che mi ha insegnato direttamente e indirettamente, e poi per tutto il resto”.
Parlando del 12 giugno, ha poi confessato: “È una data per me pesante, malgrado il dolore che è molto forte, ma anche nel capire se, come, e cosa, non è facile, sono meno risolto oggi di quanto non fossi poco dopo l’accaduto”. Una rivelazione onesta, delicata e privata, che è stato impossibile ignorare.
Lo smarrimento di un figlio dopo la perdita di un padre, il dolore relativo all’assenza e la difficoltà di ritrovare la forza per rialzarsi e prendere in mano le redini, nonostante la sofferenza, sono prove che tutti dobbiamo provare nella vita e per questo sotto lo sguardo della sofferenza siamo tutti uguali. “Abbiamo scelto una strada molto lineare. I prodotti di news hanno totale libertà di parlarne come credono (ndr. del 12 giugno e della scomparsa di Berlusconi), ma io e i miei fratelli non siamo ancora pronti…” chiude Pier Silvio, ricordando che il 12 si abbracceranno con tutti i colleghi.