Il datore di lavoro non potrà più controllare i suoi dipendenti quando non sono in sede: cosa c’è da sapere per evitare il licenziamento.
Il rapporto tra datore di lavoro e lavoratore dipendente dovrebbe sempre essere ispirato alla massima trasparenza e, possibilmente, alla reciproca fiducia. Nonostante questo, è diritto del datore di lavoro controllare l’efficienza e la produttività dei propri dipendenti, così da poter licenziare coloro che non raggiungono determinati standard.
Se questo è un diritto inalienabile del datore di lavoro, d’altra parte quest’ultimo ha dei precisi doveri nei confronti del lavoratore e di certo non può controllarlo in maniera impropria, senza rispettare dei precisi termini di legge.
Bisogna fare particolare attenzione soprattutto nel caso di un lavoratore in trasferta, che cioè si trova a operare fuori dalla sede aziendale e che quindi non può essere controllato direttamente dal datore di lavoro. Qual è la prassi, in questi casi? Come si può conciliare il diritto di tutela del datore di lavoro con quello del lavoratore?
Quando un lavoratore opera all’interno della sede aziendale è piuttosto facile tenere traccia della sua operatività e della sua produttività. Le cose diventano più complicate nel momento in cui il lavoratore in questione lavori in trasferta o, per esempio, a casa di un cliente dell’azienda per cui lavora (si pensi ad esempio ai tecnici manutentori).
Anche in questo caso il datore di lavoro ha il diritto di controllare l’operatività del lavoratore anche in trasferta, ma a patto di informarlo del fatto che sarà controllato. In particolare, se il lavoratore è dotato di telefono o tablet aziendale, il datore di lavoro potrebbe decidere di utilizzare la geolocalizzazione del dispositivo per seguire gli spostamenti del lavoratore in tempo reale. Dal momento che il dispositivo su cui si effettuerebbero i controlli è di proprietà dell’azienda, il datore di lavoro potrà farlo senza problemi, ma solo se il lavoratore viene preventivamente avvisato.
Lo stesso principio si applica al tracciamento del telepass aziendale sull’automobile aziendale. Per controllare che il suo dipendente si rechi effettivamente dov’è stato incaricato di andare, il datore di lavoro può tracciare gli spostamenti dell’auto. Se il telepass e l’auto sono suoi ha diritto i farlo. Anche in questo caso però il dipendente dev’essere debitamente informato di questa prassi, cioè deve sapere che l’azienda effettuerà dei controlli sui suoi spostamenti mentre lavora fuori sede.
Se invece l’azienda dovesse eseguire controlli del genere senza avvertire il dipendente compirebbe dei controlli illegali. Se decidesse anche di licenziare il dipendente a causa dei risultati dei controlli, sarebbe costretta a risarcire il dipendente per licenziamento senza giusta causa. In realtà la causa potrebbe essere giusta, ma se i dati raccolti per dimostrare le ragioni del datore di lavoro sono stati raccolti in maniera illegale, non possono essere considerati in alcun modo validi agli occhi della legge.
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