La stanchezza cronica è una condizione che non va assolutamente sottovalutata. Ecco gli esami che possono darci un quadro completo.
Sarà capitato a tutti noi di avere dei periodi particolarmente intensi, in cui ci sentiamo spossati e pensiamo di non avere la forza di muovere un dito. Solitamente, si tratta, appunto, di periodi che passano, così come sono venuti. Quando, invece, la stanchezza diventa cronica, è bene non sottovalutare alcunché. Il consiglio è quello di sempre: rivolgetevi a medici e specialisti, che potranno fornirvi le soluzioni migliori per non far degenerare il problema e risolverlo.
La stanchezza cronica può essere il segnale di diverse condizioni mediche, che richiedono una diagnosi approfondita. Per esempio, un sistema immunitario indebolito provoca spossatezza persistente.
L’anemia, dovuta alla carenza di ferro, porta a stanchezza e affaticamento. L’ansia eccessiva e l’attivazione del corpo negli attacchi di panico possono anche causare sensazioni di esaurimento. Malattie come l’artrite reumatoide, la BPCO e il diabete annoverano la stanchezza tra i loro sintomi comuni. Anche disfunzioni della tiroide, sia in ipotiroidismo che ipertiroidismo, possono provocare spossatezza.
Per affrontare la stanchezza cronica, è importante rivolgersi a specialisti come il neurologo, che tratta disturbi del sistema nervoso, o al medico internista, in grado di valutare e gestire diverse condizioni mediche.
Se stai lottando con la stanchezza cronica, ci sono alcuni esami diagnostici che potrebbero aiutarti a comprendere meglio la tua condizione. Chiaramente, come abbiamo appena detto, tutto dev’essere fatto solo e soltanto sotto la supervisione medica. Vediamo insieme in maniera più approfondita gli accertamenti utili da fare.
L’emocromo è un esame del sangue fondamentale, in grado di rivelare eventuali anomalie nelle cellule ematiche, come l’anemia, che può essere una causa comune di affaticamento persistente. Inoltre, una carenza di vitamina B12 può effettivamente portare a stanchezza e mancanza di energie. Quindi un semplice esame del sangue può essere davvero utile per identificare il problema.
Misurare i livelli di ferro nel sangue, attraverso la sideremia e la ferritina, può essere altresì importante per individuare eventuali carenze che potrebbero spiegare la tua cronica mancanza di energie. Infine, l’azotemia e l’elettroforesi dell’emoglobina possono fornire informazioni preziose sulla funzionalità renale e sullo stato di salute generale, completando il quadro diagnostico.
Oltre agli accertamenti clinici, alcune strategie possono aiutare a contrastare la sensazione di affaticamento: seguire una dieta equilibrata ed evitare intolleranze alimentari, ritagliarsi momenti di relax con attività come meditazione o passeggiate all’aria aperta. Concedersi brevi momenti di riposo può infatti aiutare a mantenere una buona energia e produttività per tutto il resto della giornata. No, invece, alle lunghe dormite, che possono avere l’effetto contrario.
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