Bassa autostima, uno dei peggiori mali psicologici dei giovani di oggi: i medici sottolineano i primi segnali per intuire se se ne soffre.
In una società che vive di chirurgia estetica, ricerca della perfezione e filtri che cambiano i connotati del volto sui social per apparire più attraenti, è facile perdere la bussola. Soprattutto per le generazioni più giovani. Un dato particolarmente evidente sta nella differenza di genere che preme sul concetto di perfezione: a livello di numeri si può dire che sia un problema molto più femminile che maschile, e questo perché purtroppo per schematismi culturali è sempre stata la donna a dover essere perfetta e attrarre. Sono molte più donne che preferiscono la chirurgia estetica e i filtri sui social network, molto meno gli uomini.
In generale, comunque, i problemi di autostima sono un serio problema del nuovo millennio, a prescindere dal genere: sia maschi che femmine sono molto più fragili rispetto a un tempo e questo soprattutto perché si sentono in costante sfida con un mondo molto più democratico che permette a chiunque di esporsi sui social. Creators e influencers sono figure a volte deleterie perché mostrano standard di vita e di bellezza fuori dal comune, facendoli passare per la normalità. Scrollando tra un video e l’altro, è facile cadere trappola di un mondo perfetto, ma solo all’apparenza, perché una volta aver notato filtri e ritocchi, è facile capire che la realtà è differente.
Quando si cammina per strada non si ha mai l’impressione di essere da meno a qualcun altro, proprio perché si incontrano così tante tipologie diverse di persone che ci si sente parte della realtà imperfetta. Purtroppo le nuove generazioni si guardano sempre meno attorno perché hanno la loro attenzione continuamente puntata sullo schermo dello smartphone, lì dove tutte le verità sono alterate.
Proprio per questo problema, gli psicologi hanno individuato alcuni segnali per i quali si potrebbe capire se una persona soffre di poca autostima. Tra i primi segnali in assoluto, le troppe insicurezze. Essere insicuri di uscire, di acquistare qualcosa, di guardarsi allo specchio e via discorrendo. In secondo luogo la tendenza a evitare sfide proprio per paura di arrivare ultimi, di perdere, di essere presi per i peggiori: pur di non provare tutto ciò, preferire il non partecipare proprio.
A tutto ciò poi segue la dipendenza emotiva: ritrovarsi sempre in relazioni amicali o amorose in cui si tende letteralmente a dipendere dall’altro, soffrendo anche molto. Infine, altre 3 tipologie di allarme sono: un’autocritica costante in differenti situazioni e contesti, il mettersi a paragone con ciò che si vede, soprattutto sui social, con un bisogno quasi cronico di emulare chi si ritiene sia migliore, e il consequenziale isolamento sociale.
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