È davvero possibile capire se una persona ci sta mentendo semplicemente osservando il suo linguaggio del corpo? A rispondere è la scienza.
Come negarlo, che sia la classica ‘bugia bianca’ a fin di bene o una menzogna più complessa, dire cose non veritiere è un’attitudine umana radicata nel tempo. In tutto ciò, c’è anche una sensazione chiamata ‘sesto senso’ che risuona come una voce che ci urla da dentro che la persona che abbiamo di fronte a noi ci sta mentendo.
Ma è davvero possibile capire al 100% se una persona sta dicendo una bugia? E se sì, come? A rispondere a queste domande è Richard Wiseman, professore di comprensione pubblica della psicologia presso l’Università di Hertfordshire. Durante il podcast Instant Genius, Wiseman sfata i miti più comuni e spiega come la scienza ad oggi riesce ad avere un risultato quanto più preciso possibile sulla menzogna umana.
Le bugie non sono tutte uguali, come non lo è il modo di reagire ad esse. Così ci spiega il noto psicologo, che negli anni ha fatto diverse ricerche per capire come i segnali del corpo (e del viso), siano davvero affidabili. Secondo Wiseman, non è possibile attribuire una menzogna solo perché il soggetto guarda in alto a destra o si gratta il naso. Questo, potrebbe farlo per svariati motivi. Tuttavia, prima di approfondire questo, si sofferma su un altro interessante dettaglio, ossia la percezione che la gente ha della menzogna.
“Ho fatto un esperimento con la BBC in cui intervistavamo i politici alla radio – racconta durante il podcast – Ci mettemmo in contatto con un grande intervistatore politico dell’epoca e lui accettò di farlo. Lo intervistai due volte, ogni volta sul suo film preferito. Una volta mi ha mentito, una volta ha detto la verità. Le abbiamo trasmesse in diretta televisiva. Alla fine abbiamo ricevuto circa 30.000 telefonate e abbiamo visto che il pubblico si comportava in televisione come negli esperimenti di laboratorio, ossia con un rapporto di circa 50/50. In altre parole, come gruppo, il pubblico si comportava in modo diverso. Non riuscivano a capire quando mentiva”.
In buona sostanza, il professore ci spiega come la sensibilità di ogni individuo è differente, tanto che non tutti riescono a percepire una vera menzogna. Oltre a questo, emerge un altro fattore importante citato all’inizio: la veridicità del linguaggio del corpo.
Il dottore prende come esempio la famosa macchina della verità. Questi sono apparecchi che rilevano la sudorazione, il battito cardiaco e altri cambiamenti fisiologici dovuti allo stress del ‘non dire la verità’. Tuttavia, se una persona è brava a mentire potrebbe non agitarsi; così come un individuo che dice la verità potrebbe sentirsi in soggezione dalla situazione e, dunque, sudare.
In sostanza, anche in questo caso Wiseman sottolinea l’imperfezione della scienza moderna nello studio della psicologia umana. Affidarsi solamente al linguaggio del corpo e ai movimenti del viso – sebbene siano in molti casi rivelatori – può rivelarsi controproducente. Per capire una persona bisognerebbe conoscerla, nonché notare i veri cambiamenti del suo modo di essere. Se tende ad agitarsi per discorsi a cui non è solito farlo, questo può essere considerato un segnale abbastanza affidabile.
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