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Scienze

Quando la prova costume diventa una fonte di ansia: cos’è il Bikini Blues?

La prova costume è alle porte ma per molti può essere motivo di ansia e stress, ecco in cosa consiste il Bikini Blues

Accettare il proprio corpo non è qualcosa di semplice. C’è chi impiega anni a riuscirci e chi non ce la fa mai fino in fondo. 

Durante il periodo dell’adolescenza notiamo alcuni cambiamenti evidenti che possono farci sentire a disagio, ma impariamo a convivere con questa sensazione per il resto della vita, proprio perché il nostro corpo cambia con noi mentre cresciamo. 

La prova costume può risultare un momento difficile e particolarmente stressante per chi vive con insicurezza il proprio aspetto fisico, tanto da entrare in uno stato di ansia anticipatoria o da evitare ogni tipo di vacanza che comporti il mostrare troppo delle parti del corpo che vorrebbero nascondere.

Me vediamo con più precisione in cosa consiste questo fenomeno e se c’è qualche strategia utile a vivere con meno attivazione negativa questo periodo dell’anno, senza rinunciare per forza ad una bella vacanza al mare.

Perché la prova costume genera ansia?

Gli standard di bellezza imposti dalla società sono alti. Non si può negare. Nonostante, ad oggi, si cerchi di fare un po’ più di attenzione a non mandare emessaggi sbagliati o irrealistici, siamo costantemente sottoposti a immagini di modelle perfette a cui sentiamo di non somigliare.

A livello inconscio questo paragone crea un cortocircuito, una sorta di lesione alla nostra autostima che fatica a rimarginarsi proprio a causa dell’esposizione ripetuta a questo tipo di immagini, soprattutto se pensiamo ai social media e a quanta finta perfezione veicolino ogni secondo.

Il Bikini Blues consiste proprio in questo senso di ansia e inadeguatezza, e interessa in gran parte il sesso femminile, da sempre molto più esposto a canoni irrealistici di bellezza. Le parti del corpo che di solito creano più insicurezza sono addome e gambe, ecco quindi che doversi esporre in pubblico in costume diventa un ostacolo pressoché impossibile da superare senza stare male.

Bisogna lavorare sulla mente o sul corpo?

Come reazione al Bikini Blues, chi soffre di questo tipo di ansia e insicurezza, può decidere di proseguire in due direzioni diverse, che in realtà andrebbero seguite in modo complementare: migliorare il proprio aspetto fisico, cercare di imparare ad accettarsi.

Decidere di mettersi in forma in vista dell’estate di per sé non è un comportamento disfunzionale, e in realtà può portare a numerosi benefici a livello di benessere fisico e salute globale, ma spesso da solo non basta.

Ciò che vediamo allo specchio è molto più di un semplice riflesso – Unsplash – mentiscura.com

Pensateci bene: ci sono modelle che non si sentono a loro agio con il proprio corpo, nonostante rappresentino a pieno i canoni di bellezza imposti dalla società. Questo capita perchè l’accettazione viene dall’interno, ovvero l’immagine che vediamo riflessa allo specchio è la somma di ciò che effetivamne è riflesso e ciò che noi pensiamo di vedere riflesso. 

Una modella che sente di non avere le gambe sufficientemente sottili tenderà a vedersi sbagliata e a vivere quel difetto inesistente agli occhi egli altri, come un elemento di vergogna. 

L’unico modo per riuscire a vedere qualcosa di diverso nello specchio, qualcosa che ci soddisfi, è intraprendere un percorso di accettazione del proprio aspetto fisico, prima che questo stato di ansia sfoci in disturbi più gravi. 

Attenzione ai campanelli d’allarme

Provare del disagio all’idea di mettersi in costume è comprensibile e, per quanto scomodo, può addirittura essere considerato fisiologico, finché non sfocia in qualcosa di più grande e pericoloso come in disturbi alimentari o nella dismosrfofobia, ovvero il timore ossessivo di essere asimmetrici o deformi.

Ecco la definizione che l’APA dà di dismorfofobia: 

“Una condizione caratterizzata da eccessive e continue preoccupazioni per imperfezioni, non osservabili oggettivamente, che le persone percepiscono nel loro aspetto fisico.”

Quando la mancata accettazione del proprio corpo sfocia in fobia, la situazione si complica e anche le possibili conseguenze.

Imparare ad accettare sé stessi

La psicoterapia può rivelarsi un ottimo modo per fare chiarezza dentro di noi e capire cosa induce il nostro senso di disagio, perchè spesso l’insoddisfazione per il proprio corpo si basa su livelli d’autostima bassi che possono essere stati originati da eventi subiti in passato, come ad esempio dei commenti negativi ricevuti sul nostro aspetto che abbiamo interiorizzato.

Se non vi sentite a vostro agio in costume, fermatevi a riflettere su come vi sentite e quanto questa sensazione sia ostacolante per il vostro benessere e la vostra libertà. Se quel piccolo disagio si trasforma in qualcosa di più grande, non abbiate paura a chiedere aiuto.

Potremmo concludere l’articolo ricordando che la bellezza è soggettiva, che non esistono canoni universali per quanto la società da sempre cerchi di inculcarli nella nostra mente, ma in realtà sarebbe scontato e banale.

Preferiamo chiudere ricordandovi che non esiste una sola persona al mondo che guardandosi allo specchio non cambierebbe nulla del proprio aspetto: tutti noi, purtroppo, impariamo presto ad essere critici con noi stessi. Bisogna solo imparare ad etichettare i “piccoli difetti” che vediamo come ciò che ci rende unici, non come ciò che ci rende diversi, o sbagliati.

Proviamoci tutti in vista di questa estate, potrebbe risultare un allenamento più utile che intere ore passate in palestra a cercare di somigliare a qualcun altro.

Alessia Barra

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