Spesso vengono elencati gli aspetti negativi dei social media, ma oggi vogliamo parlarvi dei lati positivi che molti non vedono
Il confronto social è alla base della realtà che viviamo oggi e se da un lato può spaventare l’idea che le relazioni interpersonali facciano così tanto affidamento su un mondo virtuale intangibile, dove tutto sembra inconsistente e fatto per svanire, non è l’unico modo con cui si può osservare il fenomeno.
La pericolosità dei social è un argomento sdoganato, fondato purtroppo su evidenze che non si possono negare, ma come tutte le cose, bisogna saper guardare il bicchiere mezzo pieno, ovvero agli aspetti positivi e i benefici che i social possono avere. In questo articolo, quindi, ci discosteremo dal lato oscuro dei social, per addentrarci in quella che invece è la loro luce.
Per l’essere umano il confronto sociale è indispensabile per potersi autodefinire. In poche parole, la considerazione che abbiamo di noi stessi dipende in larga misura da come ci vedono gli altri e da come noi interiorizziamo il loro sguardo.
Il confronto ci permette di crescere, migliorare e diventare persone nuove. Ovviamente da un confronto sociale disfunzionale il rischio è quello di venire distrutti e di perdere autostima, ed questo è l’aspetto che preoccupa dei social: il confronto sociale che propone può risultare spesso impari. Ma spesso non vuol dire sempre.
Il contatto potenzialmente costante con le persone a cui teniamo, il condividere contenuti, il mostrarci sui social per chi siamo davvero, aiuta a rinforzare le relazioni e incentiva un confronto social positivo.
Mandare costantemente reel e post ai propri amici attraverso i DM di Instagram, ad esempio, può sembrare futile, ma in qualche modo ci ruba una risata durante le giornate e ci aiuta a mantenere un contatto, per quanto breve e leggero, con persone che altrimenti non riusciremmo mai a vedere o sentire.
Secondo una ricerca condotta dallo Sheffield Institute, il confronto sociale più utile e favorevole è quello con persone comuni e non quello con influencer o persone di rilievo, in quel caso il termine di paragone rischia di essere disfunzionale e di ledere all’autostima.
Le immagini, i video, i pensieri che circolano sui social possono farci bene, farci sentire capiti. L’algoritmo dei social network è una sorta di abito costruito su misura per noi: la sua potenza sta nel capire chi siamo, cosa ci piace e proporci contenuti in linea con tali esigenze. Ovviamente l’obiettivo di tale algoritmo è quello di aumentare la nostra permanenza sulle piattaforme, ma da questo possiamo trarre beneficio. Sapere che altre persone hanno gusti simili ai nostri o pensieri che condividiamo, ci aiuta a sentirci meno soli e a sentirci compresi.
Facciamo un altro esempio abbastanza semplice: dopo aver visto una serie tv è probabile che comincerete a seguire attori o pagine che condividono contenuti relativi alla serie, in questo modo potreste entrare in contatto con il fandom della serie e condividere opinioni su puntate, spoiler e tutto ciò che vortica attorno a quell’argomento.
O ancora, pensate al BookTok e a quanta influenza è arrivato ad avere oggi non solo nel mercato editoriale, ma a livello social in generale. Si tratta dell’esempio perfetto per capire quanta coesione e senso di appartenenza può andarsi a creare su piattaforme che per molte persone hanno l’unico scopo di dividere, ma che in realtà nascono per connettere persone in giro per il mondo, che si ritrovano legate non solo dallo strumento di comunicazione o di condivisione, ma dai loro stessi interessi. Da questo nascono amicizie reali, sentimenti positivi e voglia di ascoltarsi.
Le piattaforme social non sono solo dei diffusori di odio, ma possono anche incentivare e promuovere sentimenti positivi come gratitudine e stupore, e promuovere dei comportamenti prosociali sfruttando proprio la risonanza che i contenuti social riescono ad avere.
Basti pensare alle campagne social incentrate sulla sostenibilità o su raccolte fondi per riparare ai danni causati da calamità naturali. In questo caso, i social diventano veicolo di speranza e di positività e non di messaggi di odio.
Uno studio di Pew Research del 2022 ha messo in luce che l’80% degli adolescenti statunitensi di età compresa tra i 13 e i 17 anni, afferma che i social media rendano più forti le loro amicizie nella vita reale, e il 67% ha dichiarato di aver beneficiato del sostegno da parte di persone conosciute sui social durante un periodo difficile.
Gli adolescenti, quindi, sembrano trarre vantaggio dalle dinamiche social, e di sentirsi meno soli: sapere di poter contare su qualcuno anche se si tratta di una persona distante che non si può vedere fisicamente, consente loro di sentirsi meno isolati e questo aspetto è molto importante.
A fare la differenza su come vengono vissuti i social e sul comportamento delle nuove generazioni sui social, sono i genitori. Ovvero, i genitori che si dimostrano più coinvolti e competenti a livello digitale, offrono un supporto più positivo ai figli, diminuendo il rischio che i social si trasformino in un possibile terreno minato per loro.
Ovviamente i lati positivi dei social, per gravità ed entità dei danni, non possono equivalere ai lati negativi. In passato le vittime di bullismo, body-shaming, revenge porn e molti altri fenomi oscuri come questi, sono arrivate a compiere azioni estreme pur di allontanarsi dal dolore inflitto su piattaforme dove un singolo contenuto può avere una risonanza inimmaginabile. Questo potere rischia di segnare per sempre una persona e di danneggiarla nel profondo, portando a tentativi di suicidio, isolamento sociale, depressione e molto altro ancora.
Tutto questo non è bilanciato dai pro che vi abbiamo elencato fino ad ora, ma non era questo il nostro intento.
L’obiettivo dell’articolo è quello di fare riflette su quanto sia di centrale importanza l’utilizzo che si sceglie di fare dei social newtwork e su quanto una corretta informazione e consapevolezza sui pro e i contro di questi strumenti siano necessarie per sperare che in futuro certi eventi non si verifichino più.
In un mondo ideale, i social smetterebbero di essere un pericolo e diventerebbero solo una risorsa, nel mondo reale invece sappiamo che non sarà mai così, ma questo non deve impedirci di cercare di limitare i danni, di fare fiorire il buono ed estirpare il più possibile ciò che va estirpato, affinché il terreno delle piattaforme social possa dimostrarsi sempre più fertile invece che ostile.
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