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Spese veterinarie, doccia gelata per molti: si perdono tantissimi soldi così

Arriva una doccia gelata sulle spese veterinarie per gli amanti degli animali. In questo modo si perdono tantissimi soldi.

Le spese veterinarie devono necessariamente rientrare nelle riflessioni prima di portare un animale a casa. Questo perché c’è un aspetto poco considerato ma che fa perdere tantissimi soldi.

Si possono perdere tanti soldi con le spese veterinarie (Mentiscura.com)

Avere un cane su cui poter contare regala tantissima emozione ma anche una serie di responsabilità che ogni proprietario ha il dovere di considerare prima di procedere all’adozione ufficiale. La cura di un cane si lega a delle spese regolari e occasioni che possono emergere rapidamente. A seconda delle dimensioni, dell’età e delle condizioni di salute dell’animale, il costo del solo cibo, che deve essere di qualità, varia dai 20 ai 100 euro al mese.

Oltre all’ambito della nutrizione, c’è da considerare un’altra voce significativa di spesa: le visite veterinarie. Qualsiasi sia il motivo della visita, la spesa da sostenere non è bassa e va dai 200 ai 300 euro all’anno. A fronte di queste spese, il legislatore riconosce una detrazione fiscale del 19%, anche se non è sempre accessibile. Proprio in questo ambito c’è un aspetto da conoscere perché può portare alla perdita di tanti soldi.

Spese sanitarie, sgravio non sempre possibile: i casi non detraibili

In Italia è presente un incentivo fiscale che permette di ottenere un risparmio del 19% delle spese veterinarie sostenute. Lo sgravio si applica su un limite massimo di spesa pari a 550 euro, con applicazione di franchigia a 129,11 euro come spese sanitarie.

La detrazione fiscale per le spese veterinarie non è sempre accessibile (Mentiscura.com)

La detrazione non si limita ai soli proprietari degli animali ma si estende a qualsiasi persona che sostenga quelle spese, a condizione che si tratti di cure per animali detenuti legalmente a scopo di compagnia o per attività sportiva.

È assolutamente importante ricordare che l’animale non deve essere destinato all’allevamento, alla riproduzione o al consumo alimentare. Inoltre, gli animali non devono far parte di scopi agricoli o commerciali, né tantomeno utilizzati in pratiche illecite.

Dalla circolare di chiarimenti sugli oneri detraibili (circolare n. 14/E del 2023) si evidenzia quali casi rientrano nello sgravio fiscale:

  • Importi corrisposti per l’acquisto di medicinali;
  • Prestazioni del medico veterinario;
  • Spese per analisi di laboratorio e per interventi presso cliniche sanitarie.

Anche se non c’è una dovuta specifica, è da ritenere che le spese per dog-sitter e per la pensione non siano detraibili. Queste non sono veterinarie e, di conseguenza, non rientrano nella cura della salute dell’animale.

Giovanni Cristiano

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