Tutto quello che forse non sapevate rispetto alla incredibile scoperta della struttura a doppia elica del DNA
Tutti lo chiamano DNA ma il suo nome completo sarebbe Acido Desossiribonucleico.
Con la sua forma particolare, racchiude le informazioni rispetto al patrimonio genetico di ogni essere umano, proprio lì, avvolto su sé stesso in quella particolare struttura a doppia elica.
Ma è sbagliato limitarci a parlare solo di essere umano, infatti il DNA, per quanto possa assumere forme differenti nei diversi organismi, è onnipresente: lo abbiamo noi come lo ha un batterio.
In questo articolo, però, ci concentreremo sul DNA umano e sulla scoperta della sua forma così caratteristica e sorprendente.
Abbiamo detto il suo nome completo, ma non abbiamo detto che cos’è a livello biologico il DNA. Si tratta di un polimero, ovvero una molecola formata diverse unità base che prendono il nome di nucleotidi.
A sua volta, ogni nucleotide è costituito da un gruppo fosfato, una molecola di zucchero desossiribosio (da qui il nome particolare del polimero) e una tra quattro basi azotate che vanno a caratterizzare il DNA, ovvero: adenina, guanina, citosina, timina.
Le basi azotate funzionano ad incastro: l’adenina si incastra con la timina e la citosina con la guanina, in questo modo le due catene di nucleotidi vanno a legarsi tra loro e ad avvolgersi nella tipica forma a doppia elica.
La scoperta della struttura a doppia elica del DNA potrebbe essere paragonata alla trama di un romanzo, infatti coinvolge due uomini, una donna e quello che possiamo definire un furto di idee.
L’evento risale al 28 febbraio 1953, ovvero il giorno in cui il fisico Francis Crick, e James Watson, zoologo americano di neanche 25 anni, annunciarono di aver scoperto la vera forma del DNA, direttamente dall’Eagle, punto di ritrovo degli scienziati del Cavendish Lab.
I loro nomi sicuramente li avrete sentiti, ma quello che forse non sapete è che la vera scoperta della struttura a doppia elica del DNA è da attribuire ad una donna di nome Rosalind Franklin, una biochimica che aveva collaborato con Watson e Crick.
La donna era riuscita ad immortalare per prima la forma della molecola del DNA, molecola che aveva già individuato il biochimico svizzero Friedrich Miescher, che aveva notato la presenza all’interno del nucleo delle cellule di una sostanza acida, che aveva provveduto a chiamare nucleina.
Quel giorno del 1953, Watson e Crick chiesero a Rosalind di vedere le immagini del DNA che era riuscita ad ottenere ma lei si rifiutò. Infatti, c’era molta competizione tra i diversi laboratori scientifici e tutti volevano primeggiare sugli altri nell’approfondire la forma della struttura del DNA battendo gli altri sul tempo, ma la sua risposta non bastò ai due studiosi e riuscirono ad appropriarsene con l’aiuto di Wilkins, il superiore di Rosalind.
Grazie alla Foto 51, realizzata attraverso la tecnica della cristallografia a raggi X da Rosalind insieme allo specializzando Raymond Gosling, era stato finalmente possibile individuare la struttura della molecola.
L’immagine mostrava una vera e propria X, formata da strisce nere simili al manto di una zebra che si irradiavano al centro dell’elica. Si trattava di una delle immagini più nitide mai ottenute del DNA, in grado di metterne in luce la struttura a doppia elica.
Rosalind però non riuscì ad intuire abbastanza velocemente la struttura, e possiamo dire che Watson e Crick seppero leggere l’immagine più velocemente di lei, ma basarono comunque la loro scoperta su un lavoro e una ricerca condotta da Rosalind.
Nonostante il suo ruolo di primaria importanza in questa scoperta, quando Watson, Crick e Wilkins vinsero il premio Nobel nel 1962, lei che era già morta non venne nemmeno citata.
Quando Rosalind morì a soli 38 anni, la sua morte venne annunciata sul Times da J.D Bernal che aveva sempre nutrito grande rispetto per la scienziata e ricercatrice, e decise di svelare la verità su di lei pubblicamente:
“Come scienziata, Miss Franklin si è distinta per l’estrema chiarezza e per l’eccellenza con cui ha svolto il suo lavoro in ogni campo al quale si è dedicata. Le sue fotografie sono fra le più belle immagini ai raggi X mai ottenute di una sostanza”.
“In questa stretta collaborazione fra gli istituti di Cambridge e Londra, è difficile individuare tutti i contributi forniti dai singoli ricercatori, ma ciò con cui Miss Franklin contribuì fu la tecnica di preparazione e di acquisizione dei diffrattogrammi ai raggi X delle due forme idratate dell’acido desossiribonucleico, nonché l’applicazione dei metodi analitici basati sulle funzioni di Patterson con cui dimostrò che la struttura veniva descritta meglio da una doppia elica di nucleotidi, nella quale gli atomi di fosforo giacciono all’esterno”
Con il tempo Rosalind ricevette il rispetto che meritava per la sua scoperta e, piano piano, anche il suo nome cominciò a farsi largo sui libri di testo, nonostante Watson e Crick non le diedero mai alcun merito della scoperta.
Ora sapete la vera storia di questa rivelazione e da ora in poi, qualora sui vostri libri di testo non dovesse comparire accanto al nome di Watson e Crick quello di Rosalind rispetto alla scoperta della struttura del DNA, sapete perché dovrete aggiungercelo voi.
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