La fluorescenza è un fenomeno affascinante e assolutamente da approfondire se si è amanti dei minerali. Ecco tutto quello che c’è da sapere a riguardo
Nel misterioso regno dei minerali e delle gemme, si manifesta un fenomeno affascinante conosciuto come fluorescenza. Alcuni minerali, come la fluorite e la calcite, brillano intensamente quando esposti alla luce ultravioletta a causa della luminescenza. Questo avviene quando tali minerali contengono sostanze che assorbono raggi ultravioletti e li rilasciano sotto forma di luce visibile. In questo articolo esploreremo questo fenomeno intrigante e vedremo tutto quello che c’è da sapere a riguardo.
Il fenomeno chiamato fluorescenza si riferisce alla capacità di alcuni minerali di emettere radiazioni luminose visibili all’occhio umano quando sono esposti a specifiche lunghezze d’onda, come la radiazione ultravioletta (UV) e i raggi X. Questo avviene poiché le molecole dei minerali, al contatto con la luce UV, assorbono piccole quantità di radiazione luminosa che successivamente viene rilasciata con una lunghezza d’onda diversa. Tale fenomeno provoca un temporaneo cambiamento di colore nel minerale, manifestandosi attraverso tonalità intense e brillanti, ossia la fluorescenza. Questo fenomeno non solo offre uno spettacolo visivo, ma è anche oggetto di indagine scientifica, dato che offre preziose informazioni sulla composizione e sulle caratteristiche dei minerali. Le applicazioni dei minerali luminescenti spaziano dalla geologia alla gemmologia e addirittura all’arte, dove la loro brillantezza radiante viene presa come fonte d’ispirazione. Ma per quale motivo avviene questo fenomeno?
I raggi UV fanno parte dello spettro della radiazione elettromagnetica con lunghezze d’onda comprese tra 400 e 10 nanometri. Queste radiazioni hanno la capacità di eccitare gli elettroni nella struttura atomica dei minerali, fornendo loro l’energia necessaria per passare ad un livello energetico superiore. Tuttavia, questa posizione nell’orbitale ad energia superiore non è stabile né permanente. Una volta che la sorgente di energia, come la luce UV, viene rimossa, l’elettrone, non più eccitato, ritorna al suo stato energetico iniziale. Durante questa transizione, parte dell’energia acquisita precedentemente viene rilasciata sotto forma di radiazione luminosa con una lunghezza d’onda diversa da quella incidente. Il risultato è il temporaneo cambiamento di colore del minerale, ossia la fluorescenza. Questo fenomeno persiste finché il minerale è illuminato dalla luce ultravioletta e può continuare brevemente anche dopo che l’illuminazione è cessata.
I minerali fluorescenti costituiscono un insieme variegato. Alcuni tra i più diffusi sono la calcite, la fluorite e l’aragonite. Quando esposti alla luce UV, questi minerali emettono un bagliore spesso vivido e possono cambiare colore in base alla composizione minerale e alla lunghezza d’onda della luce UV applicata.
L’identificazione di un minerale fluorescente coinvolge una serie di test e osservazioni. Un metodo comune consiste nell’esporre il minerale alla luce UV in un ambiente oscuro e osservare se emette luce visibile. Il colore e l’intensità della luce possono fornire indizi sull’identità e sulla composizione del minerale.
Diversi tipi di minerali reagiscono alla luce UV, come la calcite, che può mostrare una luminescenza rossa o arancione, e la willemite, famosa per la sua brillantezza verde. Quando la luce UV interagisce con gli atomi del minerale, gli elettroni vengono eccitati a uno stato energetico superiore, emettendo luce mentre ritornano al loro stato di base.
La fluorescenza non è una caratteristica presente in tutti i minerali. Si stima infatti che solo circa il 15% dei minerali conosciuti mostri fluorescenza nello spettro visibile, corrispondente a poco più di 550 minerali. Sebbene molti minerali manifestino un solo colore quando esposti alla luce ultravioletta, alcuni possono mostrare diverse sfumature. Un fattore cruciale per la fluorescenza è la presenza di impurità all’interno del reticolo cristallino dei minerali. Queste impurità sono elementi estranei, non parte integrante del minerale, e solitamente presenti in piccole quantità. In generale, le impurità cristallografiche possono alterare il colore normale del minerale. Ad esempio, il corindone puro (Al2O3) è comunemente incolore o grigio, ma in presenza di tracce di cromo diventa rosso; se contiene atomi di ferro o titanio, invece, si colora di blu. Nel primo caso, il minerale prende il nome di rubino, mentre nel secondo caso viene chiamato zaffiro.
In presenza di radiazione UV, le impurità hanno un impatto sull’intensità e sul colore della fluorescenza. Tra le impurità comunemente associate alla fluorescenza ci sono metalli come tungsteno, molibdeno, piombo, titanio, cromo, manganese e uranio, oltre a terre rare come europio, ittrio e disprosio. Non solo le impurità, ma anche altri difetti nel reticolo cristallino, come dislocazioni e difetti di vacanza, causati dall’assenza o dallo spostamento di uno o più ioni, possono influenzare il fenomeno della fluorescenza. Inoltre, la lunghezza d’onda della radiazione UV ha un impatto sull’intensità e sul colore dell’emissione. La maggior parte dei minerali fluorescenti (oltre il 90%) risponde bene alle radiazioni ad alta frequenza, come quelle comprese tra 280 e 100 nanometri (raggi UV-C), grazie all’elevata energia dei fotoni. Al contrario, solo circa il 10% dei minerali fluorescenti emette radiazioni visibili quando esposti a radiazioni ultraviolette con lunghezze d’onda più lunghe, come quelle tra 400 e 320 nanometri (raggi UV-A).
Anche se la fluorescenza è un argomento frequentemente discusso, la fosforescenza è un fenomeno correlato ma distinto che richiede attenzione. I minerali fosforescenti, come la calcite e il solfuro di zinco, possiedono la caratteristica unica di continuare a brillare nel buio dopo essere stati esposti alla luce. Questo bagliore duraturo deriva da un rilascio lento dell’energia assorbita, regalando uno spettacolo di luce misteriosa e prolungata che può persistere per diversi minuti o persino ore dopo la rimozione della fonte luminosa. Alcune rocce, arricchite con minerali come l’autunite o l’uraninite, presentano uno splendore naturale. L’autunite, un minerale di uranio, è celebre per la sua fluorescenza e fosforescenza giallo-verde. È un esempio eloquente di rocce che non solo brillano sotto la luce UV, ma mostrano anche fosforescenza, illuminando l’oscurità con il loro bagliore enigmatico e ultraterreno.
Ogni minerale e gemma luminosa, dal comune quarzo alla rara paintite, narra una storia dell’articolato balletto geologico della Terra, in cui gli elementi, la pressione e il tempo si fondono per creare questi gioielli splendenti. La bellezza e il mistero dei minerali e delle gemme fluorescenti non derivano solo dalla loro abilità di diffondere luce nei profondi recessi della Terra, ma anche dalle narrazioni che offrono sulla natura dinamica ed enigmatica del nostro pianeta.
Nexting ha come obiettivo primario quello di portare innovazione nel settore del broadcasting sportivo Nexting,…
Grazie all’introduzione del robot ILY, il primo sistema robotico per la chirurgia intrarenale del Centro-Sud…
Ieri la McLaren ha vinto il campionato costruttori grazie alla performance impeccabile di Lando Norris,…
A 30 anni dalla morte di Ayrton Senna, il pilota che ha conquistato il cuore…
Nel mondo, soltanto il 2% della popolazione ha gli occhi verdi. Ecco perché sono così…
Molti pensano che parlare da soli non sia normale, ma se fosse un meccanismo utile…