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Scienze

Ecco in che modo la musica può arrivare al cuore

La musica ha la capacità di arrivare dritta al cuore, e secondo studi recenti questa potrebbe non essere solo una metafora

Siamo abituati a usare espressioni come: “Questa canzone mi ha toccato il cuore” come delle metafore eloquenti di quanto un brano possa entrarci nell’anima, parlarci, farci stare meglio e accarezzare il nostro cuore. Grazie a degli studi recenti, però, sono emerse delle prove scientifiche che dimostrano quali effetti la musica abbia davvero sul nostro cuore.

La musica che fa bene al cuore

Fino ad ora, la scienza si era sempre concentrata sugli effetti che la musica può avere a livello psicologico, ovvero come un brano o determinate note di musica classica, possano andare ad agire sul nostro cervello facendoci sentire più rilassati, tanto che la musicoterapia viene suggerita da terapeuti di diverse branche della psicologia per gestire problematiche più o meno gravi, come attacchi di panico, PTSD, insonnia, depressione e molto altro ancora.

Musica e frequenza cardiaca sono collegati – Unsplash – mentiscura.com

La ricerca condotta da alcuni studiosi dell’Università di Tokyo e di Hiroshima ha cambiato focus e si è spostata da cervello a cuore, andando a evidenziare in che modo la musica provochi delle reazioni fisiologiche collegate al sistema circolatorio e quindi, ovviamente, al cuore. I risultati di questa ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica iScience.

Lo svolgimento della ricerca

Il team di ricercatori ha chiesto a oltre 500 persone di ascoltare otto sequenze di quattro accordi. Queste sequenze sono state realizzate basandosi su quasi 900 brani presenti delle classifiche musicali di Billboard USA.

I 527 partecipanti, dopo aver ascoltato queste melodie remixate, dovevano indicare il punto del corpo in cui avevano avvertito una qualche sensazione durante l’ascolto, lasciandosi guidare dal loro istinto, e poi riferire l’intensità di questa sensazione.

Lo studio, però, voleva essere un modo per indagare le vere e proprie risposte emotive del corpo come conseguenza all’ascolto della musica, così ai partecipanti è stato chiesto anche di associare cinque risposte emotive a ogni suono che ascoltavano e il grado di attrazione e repulsione.

Conclusioni della ricerca

La ricerca ha messo in luce che le sensazioni che le persone riportavano di aver provato, erano quasi tutte localizzate nell’area dell’addome e che quelle che invece si trovavano all’altezza del cuore, erano quasi sempre associate a un giudizio di maggior piacevolezza e a un sentimento di piacere.

“La nostra ricerca mostra che alcune sequenze di accordi creano sensazioni corporee simili in alcuni organi, in particolare nel cervello, nel cuore e nell’addome. Ciò indica che il nostro senso interocettivo, cioè le sensazioni percepite dall’interno del corpo, possono in una certa misura essere alla base dell’apprezzamento estetico musicale e delle emozioni positive”

Spiega il professor Tatsuya Daikoku della Graduate School of Information Science and Technology dell’Università di Tokyo. Questo vuol dire che potrebbero essere le stesse sensazioni provate a farci percepire una canzone come piacevole e non una canzone piacevole a farci provare delle sensazioni, il che apre nuove prospettive di ricerca per capire cosa causi cosa.

Una nuova mappa del corpo

Da questi risultati, i ricercatori sono riusciti a realizzare una mappa del corpo che riassumesse le sensazioni associate alle diverse sequenze di melodie.

Le sensazioni di “bassa sorpresa” e “bassa incertezza” erano raggruppate prevalentemente nell’addome, mentre le sensazioni più intense venivano associate maggiormente al cuore, l’intensità dell’emozione provocava anche un maggior gradimento della melodica e questo implica che le canzoni che ci stupiscono, con un ritmo incalzante che passa da lento a veloce, possono essere quelle che riescono a coinvolgerci maggiormente.

Gli stessi ricercatori sottolineano come tali conclusioni richiedano un maggiore approfondimento:

“Le nostre scoperte sottolineano l’importanza di riconoscere diverse forme di piacere musicale, ognuna con effetti unici sulle nostre menti e sui nostri corpi. Proponiamo un’ipotesi per la generazione di emozioni attraverso l’elaborazione predittiva e l’incarnazione del suono, suggerendo un potenziale legame tra interocezione musicale e benessere mentale. Sono necessarie ulteriori ricerche per esplorare questa connessione e per distinguere tra sensazioni corporee esterocettive e interocettive nella percezione musicale.”

La musica classica e il suo potere rilassante

Secondo uno studio condotto da un team di cardiologi della Oxford University, la musica classica è il genere musicale che riesce meglio a tenere sotto controllo il battito cardiaco, andando a ridurre la frequenza cardiaca e quindi evitando che la pressione si alzi.

A un gruppo di 60 pazienti colpiti da infarto è stata fatta ascoltare musica di Mozart e i dati raccolti hanno dimostrato che la pressione sanguigna sistolica del gruppo risultava parecchio ridotta rispetto a prima dell’ascolto, lo stesso non succedeva nel gruppo di controllo  a cui invece sono state fatte ascoltare canzoni dei Beatles.

Possiamo dire, quindi, che la musica classica sia particolarmente adatta per chi soffre di pressione alta o per chi si trova in uno stato d’ansia con tachicardia.

La musica che fa accelerare i battiti

Vi è mai capitato di fare attività fisica e ascoltare un po’ di musica per darvi la carica durante l’allenamento? Sappiate che si tratta di un’ottima soluzione per tenere la mente distratta e non pensare alla fatica e per sincronizzare i vostri battiti del cuore e i vostri movimento al ritmo della musica. Basta solo scegliere la musica con i giusti BPM (battiti per minuto).

Il ritmo del cuore si sincronizza con quello della musica – Unsplash – mentiscura.com

I cambiamenti della velocità della melodia possono andare a modificare i battiti al minuto del cuore, rendendo così più facile raggiungere l’obiettivo d’allenamento. Le canzoni con più di 130-140 BPM sono indicate per l’allenamento perché stimolano maggiormente il cuore durante l’esercizio.

 

In conclusione, possiamo dire che la musica abbia degli effetti importanti sul nostro corpo e, in particolare, sul nostro cuore. Ne altera i battiti ed è come se improvvisamente le note scorressero in noi, diventando un tutt’uno con le nostre attività fisiologiche interne.

La speranza è che gli studi futuri continuino ad approfondire questo tema, in modo tale da realizzare le playlist perfette che facciano bene al nostro cuore oltre che alla nostra mente.

Da ora in poi, quando ascolterete un brano, chiudete gli occhi e provate a concentrarvi sul vostro battito cardiaco: si tratta del modo più veloce per scoprire se quanto abbiamo detto fino ad ora funziona e per provare a ricreare dentro di voi questo collegamento musicale unico.

Alessia Barra

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