Uno stereotipo o una reale differenza comunicativa? È vero che gli italiani gesticolano molto? Scopriamolo attraverso questo nuovo studio.
Si sa, gli italiani sono rinomati in tutto il mondo per diversi aspetti peculiari della cultura. Impossibile non citare la straordinaria cucina, il fascino e l’eleganza, la moda, ma anche per il l’eloquio vivace e ricco di gesti, oggetto di numerosi meme e discussioni online che esaltano la propensione a utilizzare le mani durante una conversazione. Questo fenomeno è così pervasivo che persino le piattaforme di messaggistica istantanea, come WhatsApp, hanno introdotto emoticon dedicate che rappresentano gesti tipicamente italiani, come la mano a grappolo che sembra chiedere “ma cosa stai dicendo?”, una visione probabilmente un po’ stereotipata ma che ha certamente una base di verità.
Recentemente, uno studio pubblicato su Frontiers in Communication ha cercato di indagare se questa reputazione sia fondata su solide basi o se sia semplicemente un cliché. Il confronto è stato fatto con un gruppo di svedesi, al fine di comprendere meglio le differenze culturali nel modo in cui le persone si esprimono attraverso il linguaggio del corpo durante la comunicazione verbale.
Lo studio ha coinvolto un campione rappresentativo di 12 italiani e altrettanti svedesi. A ciascun partecipante è stato chiesto di raccontare la storia di una breve clip del famoso cartone animato Pingu a un amico che non l’aveva mai vista. I risultati sono stati sorprendenti: gli italiani hanno dimostrato di utilizzare una quantità significativamente maggiore di gesti rispetto agli svedesi. In media, ogni 100 parole pronunciate, gli italiani hanno compiuto ben 22 gesti, mentre gli svedesi ne hanno utilizzati solo 11.
Ma non è stata solo la quantità di gesti a differenziare i due gruppi. Gli studiosi hanno anche analizzato il tipo di gesti utilizzati durante la narrazione. Gli italiani sembravano preferire gesti più pratici ed enfatizzavano i commenti sul racconto e le introduzioni di nuove parti della storia, mentre gli svedesi tendevano ad utilizzare gesti più figurativi, che rappresentavano gli eventi e le azioni narrate. Questa differenza suggerisce che italiani e svedesi adottino stili retorici differenti nell’esprimersi e che elaborino i concetti in modi distinti.
Le ragioni di queste divergenze possono essere complesse e coinvolgere varie sfaccettature culturali. Si potrebbe ipotizzare che le differenze nelle tradizioni di narrazione e comunicazione tra le due culture abbiano influenzato il modo in cui le persone si esprimono tramite gesti. Tuttavia, per comprendere appieno la questione, saranno necessari ulteriori studi che coinvolgano un campione più ampio e includano partecipanti con diversi livelli di familiarità tra loro.
Come afferma Maria Graziano, coordinatrice dello studio, “I gesti sono parte integrante di tutte le culture e lingue e non sono semplicemente un ornamento del discorso. La gestualità è strettamente connessa a ciò che diciamo e al modo in cui lo diciamo”. Un esperimento molto interessante quello condotto da Frontiers in Communication, che evidenzia come l’uso dei gesti durante la comunicazione può offrire preziose informazioni su cui sviluppare delle analisi sulle differenze culturali e linguistiche e sulle modalità di espressione umana.
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