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Scontrino ecologico: ecco come è fatto e cosa lo distingue da quello classico

Molti negozi ormai si sono già attrezzati per produrre solo scontrini riciclabili, ecco come sono fatti e quali sono le prospettive future

Vi sarà capitato ultimamente di andare a fare la spesa e ricevere, dopo il pagamento, uno scontrino dalla colorazione azzurra abbastanza particolare: al tatto si presenta più leggero e il colore è decisamente diverso rispetto al canonico bianco a cui siamo tutti abituati.

In questo articolo, scopriremo cosa rende differenti questi scontrini a livello sostenibile e cosa dobbiamo aspettarci dal futuro in merito al tema scontrini.

Scontrini azzurri: l’alternativa ecologica agli scontrini tradizionali

Rispetto agli scontrini tradizionali, quelli ecologici sono riciclabili nella carta al 100% poiché privi delle sostanze chimiche che andrebbero smaltite normalmente nell’indifferenziata.

Vengono realizzati con una tipologia di carta che prende il nome di “carta termica”. Perché si chiama così? Il motivo è molto semplice: se posizionati vicino a una fonte di calore, come ad esempio un accendino, scaldandosi diventano sempre più scuri, passando da azzurro a blu.

Per spiegare il motivo sottostante a questo fenomeno dobbiamo raccontarvi più dettagliatamente quali sono gli strati dello scontrino ecologico.

Gli strati dello scontrino ecologico

Questa nuova tipologia di scontrino che strizza l’occhio alla natura, viene prodotto impilando tre strati di materiali diversi, in ordine abbiamo:

  • Strato di carta semplice
  • Rivestimento di colorante nero
  • Strato di microsfere polimeriche

Quest’ultimo “livello” è particolarmente interessante, infatti è il diretto responsabile del cambiamento di colore dello scontrino quando viene messo a contatto o vicino ad una fonte di calore.

L’aumento della temperatura fa esplodere queste microsfere, che permettono così di vedere lo strato subito sotto, ovvero quello del colorante nero.

Cosa li differenzia dagli scontrini tradizionali?

Lo scontrino bianco tradizionale non può e non deve essere buttato nella carta perché contiene delle sostanze chimiche che lo rendono inadatto ad essere smaltito in questo modo.

Queste sostanze chimiche sono principalmente due: lo sviluppatore acido e il precolorante, che reagiscono tra loro se esposte a fonti di calore.

Lo sviluppatore acido è l’elemento chimico più complesso da smaltire e colui che rende lo scontrino classico potenzialmente nocivo per l’ambiente.

Quale sarà il futuro degli scontrini?

Probabilmente vi è già capitato di arrivare alla cassa e ricevere una domanda mai sentita prima da parte del commesso o della cassiera: “Vuole lasciarmi la mail per lo scontrino elettronico?”

In poche parole, l’intenzione soprattutto delle grandi aziende, è quella di fare via via sparire lo scontrino e di inoltrare la ricevuta di pagamento e l’elenco di prodotti acquistati direttamente attraverso una mail al cliente.

Questa soluzione ha la stessa validità di uno scontrino tradizionale ma non comporta alcuno spreco di carta o inchiostro.

Nuove soluzioni sostenibili per il retail – Pexels – mentiscura.com

 

Si tratta di una svolta digitale molto importante, sia dal punto di vista economico – le aziende non dovrebbero più spendere ingenti somme di denaro per acquistare carta ecologica per scontrini e inchiostro – sia per quanto riguarda l’impatto ambientale.

Infatti, se ben ricordate, anche questo nuovo scontrino colorato ecologico ha una piccola pecca, ovvero lo strato di carta interno che, per quanto possa essere smaltito correttamente, rischia comunque di rappresentare uno spreco.

Dematerializzare lo scontrino sembra essere un passo decisivo verso un mondo più green e, nonostante possa essere una novità grossa da accettare, può rivelarsi un vantaggio anche per i clienti che non dovranno più preoccuparsi di conservare lo scontrino ed effettuare eventuali resi senza ansie e preoccupazioni grazie allo scontrino digitale.

Aziende e scelte ecologiche

Non è la prima volta che grandi aziende decidono di dimostrare il loro impegno in ambito sostenibile investendo anche grosse somme di denaro per scelte più etiche, un altro esempio concreto è il sacchetto o busta, in base a come preferite chiamarlo.

Da diversi anni i sacchetti di plastica sono stati sostituiti da quelli di carta o comunque da alternative biodegradabili (non sempre particolarmente resistenti ma più sostenibili).

Ma, anche in questo caso, la direzione che molte aziende hanno deciso di intraprendere è quella di abolire i sacchetti di ogni tipo e cercare di promuovere le borse riutilizzabili che, oltre ad essere molto più resistenti, sono anche multifunzionali.

Insomma, i cambiamenti sostenibili nell’area della cassa sono tanti e la speranza è che l’impegno delle aziende per l’ambiente continui a persistere e a portare dei miglioramenti tangibili in termini di tutela ambientale.

La digitalizzazione in quest’ottica sta facendo progressi tanto quanto la scienza nel produrre soluzioni alternative più sostenibili, e la nostra speranza è che questi due mondi continuino a collaborare per il bene del Pianeta.

Alessia Barra

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