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Scienze

Cosa ci porta a idealizzare il primo amore?

Il primo amore non si scorda mai. Ecco cosa lo rende così importante nella vita delle persone e perché viene idealizzato

L’amore è un sentimento potente di cui tutti parlano. Che si tratti di un film, di una canzone o di un romanzo, una storia d’amore riesce a toccarci nel profondo, risvegliando ricordi, emozioni e forse qualche dolore e nostalgia, legata quasi sempre alla prima volta che abbiamo scoperto cosa significasse essere innamorati di qualcuno.

Ma perché questi racconti risvegliano in noi emozioni così travolgenti, come fa un amore nato e terminato magari molti anni fa, ad essere ancora così vivido dentro di noi? La risposta potrebbe risiedere in alcune credenze condivise che ci inducono ad idealizzare il primo amore e soprattutto le persone.

Tutti vogliamo credere nel destino

Non si tratta di essere fatalisti o meno, ma un po’ tutti cerchiamo tra le righe della storia della nostra vita un filo conduttore, una finalità, una coerenza.

Spesso vogliamo pensare che gli eventi della nostra vita siano in qualche modo collegati tra loro, che ci sia un motivo se si verificano. Non parliamo di una determinazione fatalistica relativa a una religione, anche se ovviamente è possibile per alcune persone, ma intendiamo il concetto più astratto di destino.

Alcuni ricercatori hanno voluto identificare quali sono le credenze più radicate dentro di noi rispetto alle relazioni romantiche e come influenzano il modo in cui ricordiamo le nostre esperienze amorose passate, soprattutto il primo amore:

“La credenza del destino riguarda la stabilità delle proprie impressioni sulle relazioni romantiche e implica credere che le relazioni siano destinate ad essere o non lo siano. La convinzione di crescita riguarda la stabilità percepita dei problemi nella relazione e riflette l’ipotesi che le relazioni possano essere mantenute e i problemi possano essere superati.”

Il primo amore è un ricordo che si custodisce per sempre – Unsplash – mentiscura.com

Sostanzialmente in molti di noi è radicata l’idea che l’anima gemella esista davvero e che in qualche modo vada trovata. A definire il concetto di “anima gemella” ci ha pensato Jason Carroll, autore di The Soulmate Trap: Why Embracing Agency-Based Love Is the Surest Path to Creating a Flourishing Marriage.

 Il credere di essere destinati a qualcuno però può indurre a non vedere i reali problemi all’interno della relazione anche quando ci sono e agli occhi degli altri sono più che evidenti.

Perché idealizziamo le persone che amiamo?

Il primo amore, quindi, è un’idealizzazione che si basa un po’ sul fattore “destino” e “anima gemella”, un po’ su delle reazioni chimiche che scaturiscono nel nostro organismo quando ci innamoriamo davvero di qualcuno, che poco hanno a che vedere col cuore e molto con il cervello e particolari sostanze chimiche che rilascia quando ci innamoriamo.

Le aree del cervello che si attivano quando ci sentiamo coinvolti sentimentalmente da qualcuno sono le stesse che si attivano quando si fa uso di droghe, ed è per questo si può sviluppare una vera e propria dipendenza emotiva da una persona, soprattutto quando si tratta del primo amore e quindi di emozioni mai provate prima.

Queste aree del cervello sono principalmente quelle adibite al sistema di ricompensa o reward system, e all’euforia e al piacere.

L’amore rende ciechi

Questa dipendenza emotiva, la convinzione che la persona che abbiamo a fianco sia la nostra anima gemella, possono indurci a perdere il nostro lato razionale e a idealizzare chi ci sta accanto senza riuscire a percepirne i difetti.

L’amore genera dipendenza – Unsplash – mentiscura.com

La dipendenza che si va a creare può provocare pensieri intrusivi che riguardano la persona oggetto del nostro amore e il costante desiderio di essere importante per lui, che non si dimentichi mai di noi, anche a distanza di anni.

Ecco perché il primo amore è così potente: in qualche modo dentro di noi speriamo che il legame che ci ha uniti possa non svanire mai, anche se entrambi siamo andati avanti con le nostre vite. Un po’ come se la dipendenza emotiva rimanesse sempre lì, latente e meno totalizzante, ma comunque dentro la nostra mente.

L’amore rende felici

Ci sono delle sostanze chimiche legate all’innamoramento che ci inducono ad essere felici e quindi a ricordare il primo amore soprattutto come uno dei momenti più felici e positivi che ci sia mai capitato di vivere. In questo giocano un ruolo essenziale alcune sostanze chimiche responsabili di questa euforia e felicità:

  • Dopamina e noradrenalina: sostanze chimiche che il cervello rilascia in seguito ad una esperienza gratificante e quindi connesse al sistema di reward, sono anche le dirette responsabili dell’attrazione sessuale che possiamo provare verso qualcuno.
  • Feniletilammina: un sostanza chimica che aumenta lo stato di euforia, toglie l’appetito e ci induce ad idealizzare il partner o la partner.
  • Ossitocina: meglio conosciuta come ormone dell’amore, provoca un aumento dell’eccitazione sessuale e viene rilasciato spesso in relazione ad un contatto fisico positivo o comunque piacevole.

Perché il primo amore non dura per sempre?

L’amore, come abbiamo visto, è un sentimento totalizzante e spesso quando lo proviamo, siamo portati a credere che non finirà mai: quando viviamo la relazione dei nostri sogni e pensiamo di aver trovato l’anima gemella, sviluppando una vera e propria dipendenza emotiva, non possiamo credere o non vogliamo credere che possa finire da un giorno all’altro. La verità probabilmente la sapete già, ovvero che spesso l’amore non dura per sempre. Questo capita perché piano piano i nodi saltano al pettine e l’idealizzazione tende a farsi meno intensa.

Alcune ricerche sostengono che dopo 5 anni di relazione, il nostro cervello cominci a tornare lucido e a produrre le sostanze chimiche che abbiamo elencato in minori quantità relativamente alla persona che ci è a fianco. Un po’ come se diventassimo più immuni alla sua influenza su di noi e questo ci permettesse di notare aspetti che prima non vedevamo: piccoli difetti, incomprensioni, incompatibilità, che possono portare alla rottura della relazione.

Nonostante l’amore spesso finisca, magari anche non nel migliore dei modi, lascia un’ impronta dentro di noi. Soprattutto quando ci innamoriamo per la prima volta: le sensazioni che proviamo sono talmente forti da lasciare un segno, una piccola impronta sul nostro cuore che, in qualche modo, ci porteremo dietro per sempre, a prescindere da come sia finita. E questo non dipende tanto dall’altra persona, ma da come noi ci siamo sentiti, dall’intensità di ciò che abbiamo provato. Ed è questo il ricordo che andremo a custodire per sempre: il calore di un fuoco che abbiamo percepito per la prima volta e di cui non vogliamo dimenticarci perché ci ha resi felici davvero.

Alessia Barra

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