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Scienze

Non è sempre facile essere pazienti: ecco cosa lo rende complicato

Quante volte risulta essere impossibile mantenere la pazienza in determinate situazioni? Ecco per quale motivo è così difficile

Sia che ci troviamo in coda al semaforo, in attesa alla cassa del supermercato o alle poste, l’attesa non è mai gradita. Ora, due ricerche – pubblicate su Journal of Personality and Social Psychology e su Social Psychological and Personality Science – hanno esplorato le ragioni della nostra impazienza, rivelando che diventa sempre più difficile aspettare man mano che ci avviciniamo alla meta. Inoltre, siamo disposti a pagare o a impegnarci di più pur di raggiungere prima un obiettivo e spuntarlo dalla lista delle cose da fare. Ma per quale motivo accade ciò? Ecco la risposta a queste domande.

Per quale motivo è così difficile essere pazienti? Ecco la risposta

Tutti abbiamo una certa dose di pazienza, altrimenti non parleremmo di “perdere la pazienza”. Tuttavia, esiste un limite oltre il quale ciò accade. Quando la rabbia o l’ansia prendono il sopravvento, è normale reagire così, poiché siamo umani. L’impazienza fa parte di noi tanto quanto la pazienza.

Tuttavia, è importante comprendere appieno l’impazienza. Possiamo osservare come si manifesta in noi e negli altri, e riflettere sulle conseguenze delle nostre azioni impulsive. Ricordare i momenti in cui abbiamo praticato la pazienza può aiutarci a mantenere la calma anche nelle situazioni più difficili.

Osservando tutto ciò, è probabile che giungiamo alla conclusione che è preferibile essere pazienti piuttosto che non esserlo.

Perdere la pazienza | Pixabay @fizkes – Mentiscura

La pazienza, per chiarire fin dall’inizio, non è sinonimo di rassegnazione o di sopportazione silenziosa da parte di individui sconfitti o ipocriti. È piuttosto una lampada accesa dall’ottimismo della volontà. È un antidoto contro lo spreco causato dall’accelerazione frenetica, fugace e inconcludente. La pazienza ci ricorda la linearità del tempo, il suo fluire costante e la necessità di affrontarlo con un approccio che favorisca la solidificazione delle relazioni, dei legami e dell’altruismo.

Nell’era della velocità, della frantumazione delle notizie e della ricerca di gratificazioni istantanee, la capacità di aspettare, di non lasciarsi travolgere dal flusso incessante degli eventi, è diventata un privilegio riservato a pochi. Di conseguenza, la pazienza è diventata una virtù sempre più rara, spesso sottovalutata e misconosciuta, sebbene sia essenziale nei rapporti umani e nell’efficacia dell’azione pubblica. Talvolta viene considerata una perdita di tempo o un residuo di comportamenti obsoleti che non possiamo permetterci di mantenere.

La radice etimologica della parola “pazienza” deriva dal latino “patior”, che significa “sopportare” o “tollerare”. Tuttavia, non si riferisce semplicemente al dolore o alla sofferenza, bensì alla consapevolezza di ciò che ci attende nel corso della vita. Questo comprende sia le ferite che necessitano di tempo per guarire, sia le gioie che si costruiscono nel corso di una crescita paziente e graduale, anche quando si manifestano in modo imprevisto e repentino.

La prima ricerca ha esplorato le radici dell’impazienza, rivelando che è alimentata dal desiderio di concludere rapidamente una situazione. Attraverso sette studi condotti online e in laboratorio, i partecipanti sono stati posti di fronte alla scelta tra impegnarsi di più immediatamente o aspettare e impegnarsi meno in seguito, ricevendo comunque lo stesso compenso. Hanno anche dovuto decidere se pagare un importo maggiorato immediatamente o attendere e pagare meno in seguito. La maggior parte delle persone era disposta a lavorare il 15% in più o a pagare un extra pur di chiudere la questione il prima possibile. Inoltre, durante le vacanze, molti erano disposti a fare un’ora di straordinario non retribuito per completare un compito anziché essere pagati per farlo dopo le ferie.

Il secondo studio ha invece analizzato le emozioni degli individui in attesa, rivelando che la frustrazione e l’impazienza crescono man mano che ci si avvicina alla fine dell’attesa. I partecipanti hanno valutato i propri livelli di impazienza mentre attendevano la prima dose del vaccino contro la COVID-19, l’arrivo del bus a Chicago o l’esito delle elezioni presidenziali statunitensi del 2020. In tutti e tre i casi, l’impazienza aumentava con l’avvicinarsi dell’evento atteso, che fosse la vaccinazione, l’arrivo del bus o il giorno delle elezioni, e nell’ultimo caso aumentava ulteriormente durante il conteggio dei voti.

Le scoperte di questa ricerca possono risultare utili per i professionisti del marketing e per le aziende che gestiscono spedizioni. Annabelle Roberts, coordinatrice dello studio, suggerisce che in situazioni in cui non si è certi della data di consegna di un pacco, è preferibile comunicare al cliente la possibilità di un’attesa più prolungata. Questo approccio potrebbe evitare che il cliente si senta frustrato, poiché il prodotto potrebbe arrivare prima che la sua pazienza si esaurisca.

Come esseri umani, portiamo con noi un bagaglio di esperienze che ci plasmano in modi diversi. L’esistenza ha il potere di plasmare, trasformare e adattare il nostro essere.

La gestione degli eventi che ci attraversano richiede la capacità di adattare la nostra natura alla ricerca di un autentico benessere, superando le fugaci soddisfazioni egoistiche. La pazienza consiste nel concederci il tempo di sentire e riflettere, evitando di proiettare le nostre frustrazioni sugli altri.

Ma come si fa ad allenare la pazienza?

Per fortuna, per tutti coloro che hanno intenzione di aumentare la propria pazienza, esistono alcuni consigli utili da seguire. Ecco quali.

Avere pazienza | Pixabay @Fertnig – Mentiscura

Pensare al presente

Spesso ci troviamo a perdere la pazienza perché la nostra mente è proiettata costantemente verso il futuro. È importante cercare di essere consapevoli del momento presente, poiché è l’unico che esiste davvero. La respirazione può essere uno strumento efficace per riportare la mente nel qui e ora. Quando senti che l’impazienza sta prendendo il sopravvento, prenditi il tempo per fare tre respiri profondi e immagina di inspirare calma e tranquillità, espirando impazienza e impulsività.

Non lasciarsi prendere dalle emozioni

Contare fino a 10 (o anche di più) è un suggerimento che spesso viene dato ai bambini, ma può essere utile anche per gli adulti, soprattutto in situazioni di emergenza. Ogni volta che una situazione o una persona fa emergere in te la perdita di pazienza, fai un respiro profondo e conta mentalmente fino a 10 (o fino a 100 se necessario). Questo semplice esercizio ti aiuterà a scacciare l’impulsività e ad agire con maggiore lucidità.

Imparare a non fare nulla

Esercitarti a non fare niente può sembrare facile, ma in realtà è una sfida. Prova a sederti senza fare nulla per 10 minuti, meglio ancora se all’aria aperta. Potresti sentirti inquieto dopo 2-3 minuti, ma è proprio in quel momento che devi resistere! Anche il sito “Do Nothing for 2 Minutes” propone la sfida di rimanere immobili per due minuti. Siediti, rilassati, ascolta il suono delle onde e cerca di non toccare il mouse o la tastiera. Ce la farai a resistere?

Prendersi una pausa e rallentare

Rallentare è fondamentale in un mondo che spinge costantemente verso la fretta e lo stress. Quando mangi, prenditi il tempo di masticare lentamente e assaporare ogni boccone. Questo non solo migliorerà la tua digestione, ma ti permetterà anche di sentirti sazio prima e di mangiare meno. Quando puoi, concediti il lusso di non correre e stabilisci il tuo ritmo. Elimina le attività non necessarie e ripristina le tue priorità.

Ricordarsi che ogni cosa richiede del tempo

Ricorda che ogni cosa richiede tempo e che non sempre possiamo forzare le situazioni. Ciò che è prezioso richiede pazienza e impegno. Spesso ci sentiamo impazienti quando non vediamo subito i risultati delle nostre azioni o quando aspettiamo un responso che tarda ad arrivare. È importante ricordare che tutto segue una precisa sequenza spazio-temporale e avviene nel momento giusto, secondo i tempi dell’universo.

Federico Liberi

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