La fobofobia per molti è una nemica difficile da combattere. Vediamo in cosa consiste e quali sono i suoi sintomi principali
La più grande paura dell’essere umano è sé stesso, e la fobofobia ne è un esempio.
La fobofobia è la paura della paura e, dal momento che la paura è un meccanismo mentale adibito alla nostra stessa sopravvivenza, è come se l’essere umano temesse sé stesso e quello che la propria mente può creare. Questo non è un segreto, anzi, è qualcosa di cui prima o poi tutti noi diventiamo consapevoli.
Abbiamo paura di quello che succede nella nostra mente perché è un paradosso troppo grande per la nostra logica: se tutto quello che proviamo scaturisce dal nostro interno, come possiamo non averne il controllo? Eppure, è proprio così che funziona la mente umana: ci fa provare emozioni e sentimenti che, spesso, non vorremmo provare e noi non possiamo fare altro che cercare di rimanere a galla nonostante queste onde.
La fobofobia rappresenta alla perfezione lo tsunami che può provocare la nostra mente, ma analizziamo più nel dettaglio cosa significa avere paura della paura, quali sono i sintomi di questa fobia e come è possibile contrastarla.
La fobofobia deriva da phobos, che in greco significa paura, timore. Si tratta di un disturbo non riconosciuto dal DSM-V, ovvero dal Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, ma colpisce lo stesso un alto numero di persone.
Spesso la fobofobia scaturisce a partire da un altro tipo di disturbo. Facciamo un esempio concreto: chi soffre di attacchi di panico, svilupperà una certa paura legata al fatto che questi episodi si verifichino, poiché non si tratta certo di esperienze piacevoli. A sua volta la paura del loro verificarsi va a costituire la fobofobia, una sorta di circolo vizioso di timore e angoscia.
Ma la fobofobia può essere anche svincolata da altri disturbi, ed essere una sorta di ansia anticipatoria, ovvero la paura di sviluppare una nuova patologia, qualcosa di molto simile all’essere ipocondriaci ma con delle note di ansia e angoscia più alte.
L’ansia anticipatoria è qualcosa che ci appartiene tanto quanto la paura, ma che da un momento all’altro può smettere di essere fisiologica e diventare invece patologica. Tutti noi ci preoccupiamo per il futuro, ma quando questo pensiero comincia ad essere ingestibile e invadente, diventa una patologia. In chi soffre di fobofobia l’ansia anticipatoria consiste nel temere di sviluppare i sintomi di una fobia vera e propria.
I sintomi della fobofobia sono molto simili a quelli del disturbo d’ansia; infatti, quello che scatta a livello psicofisico è una sorta di reazione fight or flight, ovvero un’attivazione paragonabile a quella che avremmo in presenza di uno stimolo esterno minaccioso, pronto a farci del male. Ecco quali sono i sintomi principali:
Qualora la fobofobia fosse ancorata ad altri disturbi, come attacchi di panico, agorafobia o claustrofobia, potrebbe portare chi ne soffre a isolarsi ed evitare qualsiasi possibile situazione attivante e quindi ad evitare l’interazione sociale.
Se, invece, la fobofobia fosse più legata all’ipocondria, ovvero al timore di sviluppare delle fobie, potrebbe portare a disturbi di ansia generalizzati e comportamenti patologici ossessivi legati al proprio stato di salute.
Gli anni più pericolosi e delicati sono quelli dell’infanzia e dell’adolescenza a causa dell’influenza che i genitori o gli insegnanti possono avere sulla mente di bambini e giovani. Chi cresce in un ambiente familiare, ad esempio, in cui i genitori sono molto ansiosi, avrà più probabilità di sviluppare la fobofobia in età adulta.
Questo avviene perché i bambini interiorizzano l’ansia e i timori del care giver, andando a sviluppare comportamenti simili a quelli a cui vengono esposti con maggiore frequenza.
Ci sono diversi modi per imparare a gestire la fobofobia e sono tutti incentrati o sull’apprendere come calmare la mente e rispristinate la calma, o sull’analizzare il problema e guardarlo sotto una nuova prospettiva, più razionale e meno emotiva.
Ma vediamo, in concreto, quali sono i metodi migliori per contrastare la fobofobia:
Quello che tutte queste possibili cure vanno a fare è aumentare il senso di controllo rispetto al problema. Infatti, il principale fattore che manda in blackout il nostro cervello rispetto alla paura, è la mancanza di controllo della situazione, la sensazione di non poter fare nulla per poter stare meglio. Un po’ come se fossimo costantemente in una gabbia alla mercé di ciò che temiamo di più e che si trova lì dentro insieme a noi.
Queste tecniche aiutano a riacquisire il controllo della propria mente e del proprio corpo che si tratti di parlare con un professionista o anche solo ristabilire la calma con la respirazione diaframmatica.
La paura ci spaventa perché non possiamo controllarla, perché davanti a lei non riusciamo ad essere razionali e diventiamo preda di emozioni e sentimenti che ci investono come un’onda. Quindi è molto facile avere paura di queste sensazioni così invadenti e brusche, ma guarire fortunatamente è possibile.
Concludiamo con una frase di Roosevelt, che voleva essere d’ispirazione per fare riflettere gli americani sulla necessità di non farsi paralizzare dalla paura, ma sfruttarla come stimolo per trovare il coraggio di cambiare qualcosa:
“L’unica cosa di cui aver paura è la paura stessa”
– Roosevelt, 1933
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