Questo popolo, originario del sud di Sulawesi, in Indonesia, ha una capacità innata di resistere sott’acqua, ecco perchè.
I Bajau sono un gruppo etnico affascinante e ricco di storia, il cui legame con il mare è profondo e intrinseco. Originari del sud di Sulawesi, in Indonesia, i Bajau hanno attraversato secoli di avventure e adattamento all’ambiente circostante, diffondendo la loro cultura in diverse regioni del Sud-Est asiatico e costituendo oggi una popolazione stimata di circa un milione di individui.
La loro vita nomade è stata una caratteristica distintiva della loro cultura. Navigando attraverso le acque utilizzando piroghe tradizionali, i Bajau si spostavano costantemente, costruendo accampamenti temporanei su palafitte lungo le coste delle isole. Questo stile di vita itinerante non solo permetteva loro di esplorare nuovi territori e sfruttare le ricche risorse marine lungo le rotte commerciali, ma contribuiva anche a mantenere vive le loro tradizioni e il loro legame con il mare.
Nonostante la crescente sedentarizzazione delle ultime decadi, molte comunità Bajau mantengono ancora le loro radici marinaresche, vivendo in villaggi costruiti su palafitte lungo le coste e continuando a praticare la pesca e la raccolta di frutti di mare come principali fonti di sostentamento. I Bajau possono immergersi addirittura per 8 ore al giorno, con una durata sott’acqua che spazia dai 30 secondi ad alcuni minuti e riescono a toccare profondità anche di 70 metri, usando soltanto una maschera o degli occhialini artigianali in legno e una cintura di zavorra.
Uno degli aspetti più affascinanti della biologia dei Bajau riguarda le dimensioni della loro milza. Ricerche scientifiche hanno dimostrato che questa popolazione possiede una milza geneticamente più grande rispetto alla media mondiale. Questo adattamento fisiologico conferisce loro un vantaggio unico durante le immersioni in apnea, poiché la milza ha la capacità di immagazzinare e rilasciare sangue ossigenato, garantendo una maggiore resistenza e una migliore gestione dell’ossigeno durante i periodi di apnea prolungata.
La scoperta del gene associato a questa mutazione, noto come “PDE104”, ha suscitato grande interesse nella comunità scientifica. Questo gene, condiviso anche dalle popolazioni tibetane che vivono in regioni montuose ad altitudini elevate, suggerisce una sorta di adattamento convergente tra i Bajau e le popolazioni delle alte altitudini, entrambi esposti a condizioni ambientali estreme che richiedono una maggiore capacità di gestione dell’ossigeno.
La straordinaria capacità dei Bajau di trattenere il respiro per lunghi periodi e di immergersi a profondità notevoli senza l’uso di attrezzature da sub ha catturato l’attenzione della comunità scientifica mondiale, che continua a studiare le implicazioni di questo adattamento unico. Non solo offre uno spunto interessante per comprendere l’adattamento umano a un ambiente marino estremo, ma potrebbe anche avere importanti implicazioni nel campo della medicina e della fisiologia umana, offrendo nuove prospettive nella gestione delle malattie legate alla respirazione e nell’ottimizzazione delle prestazioni umane in ambienti ipossici.
I Bajau rappresentano un esempio straordinario di adattamento umano a un ambiente marino estremo. La loro storia, cultura e biologia offrono un’opportunità unica per esplorare le capacità umane di sopravvivenza e adattamento in ambienti unici e impegnativi, aprendo nuove prospettive di ricerca e sviluppo nell’ambito della fisiologia umana e della medicina.
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