Lo sapevi che diciamo in media tre bugie al giorno? Ecco perché gli esseri umani tendono a mentire e come scoprire quando qualcuno mente
Le bugie feriscono. O almeno, nella maggior parte dei casi lo fanno, soprattutto quando sono bugie belle grandi. Ma, per quanto mentire possa essere considerato sbagliato, tutti noi mentiamo ogni giorno.
Attenzione: non stiamo parlando solo di bugie grosse ma anche solo di piccole bugie bianche, che ci accompagnano nelle nostre giornate.
Esistono bugie bianche, ovvero quelle considerate più innocue e innocenti. Basti pensare a quando siamo in ritardo per andare a prendere qualcuno e diciamo la solita frase: “Sono per strada” e invece ci siamo appena ricordati dell’impegno.
Si tratta di una bugia che non ha conseguenze negative e non ferisce in alcun modo i sentimenti dell’altra persona, ma sottolinea comunque la volontà di nascondere la verità all’interlocutore e fare credere qualcosa che effettivamente non corrisponde alla realtà.
Le bugie nere sono più gravose. Si tratta di bugie dette appositamente per ingannare l’interlocutore e pronunciate in malafede. Ad esempio, mentire alla propria compagna e nasconderle una relazione segreta con un’altra persona, è un tipo di bugia che andrà a nuocere ai suoi sentimenti e a farla sentire imbrogliata. Del tutto diverso dal mentire dicendo: “Bel vestito” quando, invece, si pensa il contrario.
Nonostante le bugie bianche siano più innocue di quelle nere, vanno comunque evitate.
Infatti, ricorrere troppo spesso a bugie bianche può portare ad una excalation di bugie sempre più grandi che ci farà diventare ancora più bugiardi. Inoltre, mentire confonde: difficilmente potremo ricordarci di tutte le bugie dette e allora arriverà il momento in cui le persone arriveranno a smascherarci.
Ma, in ogni caso, è arrivato il momento di scoprire perché le persone mentono ogni giorno e quale meccanismo nel cervello induca le persone a voler nascondere la verità con maschere bianche o nere.
Secondo una ricerca condotta da Shaul Shalvi, psicologo dell’Università di Amsterdam, tendiamo a dire molte più bugie quando ci troviamo sotto pressione: quando riceviamo troppi stimoli esterni, per tutelarci arriviamo a mentire e ottenere così il risultato sperato in meno tempo.
“Quando le persone agiscono in fretta, tentano di fare tutto il possibile per assicurarsi un profitto, anche se ciò li porta a mentire. Avere più tempo a disposizione, invece, fa sì che le persone siano più riflessive e valutino meglio le conseguenze di una menzogna”.
Spesso ricorriamo alle bugie anche per assecondare le aspettative che gli altri hanno su di noi. Per mantenere un comportamento coerente, ed essere sempre all’altezza delle aspettative degli altri, tendiamo a mentire e nascondere ciò che pensiamo davvero. Questo ci permette di evitare un conflitto interno con noi stessi, mantenendo un’apparente coerenza nel nostro comportamento. In poche parole: arriviamo a credere noi stessi alle bugie che diciamo.
Però mentiamo anche per evitare un conflitto con le altre persone: ad esempio, i bambini mentono ai genitori per non essere messi in punizione e non subire le conseguenze di un eventuale errore commesso.
Infine, tendono a mentire di più le persone con una bassa autostima: sentirsi inferiori e, in qualche modo, in una posizione di svantaggio rispetto agli altri, induce a dire più menzogne. Ad esempio, molti dipendenti tendono a mentire al proprio capo, sentendosi in una posizione di inferiorità e svantaggio rispetto a lui.
Secondo uno studio condotto attraverso fMRI, ovvero attraverso risonanza magnetica funzionale, in grado di mettere in evidenza le aree del cervello che si attivano in determinate attività, è stato possibile evidenziare quali aree del cervello entrano in gioco quando mentiamo.
In particolare, si evidenzia:
Il nostro cervello è sempre pronto quando si tratta di rispondere con la verità, per mentire occorre che si riorganizzi e faccia del lavoro extra per costruire al meglio la bugia: ecco perché si attivano la regione frontale e prefrontale dell’emisfero sinistro del cervello, e la corteccia cingolata anteriore, che si occupa di riconoscere eventuali rischi e pericoli.
Ovviamente, quando siamo di fronte a una persona che ci sta parlando, non abbiamo accesso a un’immagine del suo cervello e non possiamo sapere quali aree si stanno attivando.
Quindi, per smascherare una bugia, ci sono degli indicatori a livello comportamentale, che possono aiutarci a capire se la persona ci sta mentendo.
Ecco quali sono i segnali che fanno capire che una persona sta mentendo:
La macchina della verità o il siero della verità, chiamato anche Sodium Pentothal, non sono dei metodi attendibili al 100% per capire se una persona sta mentendo, come anche questi indicatori comportamentali possono essere manipolati.
Perciò, la verifica per immagini sembra essere comunque il metodo più attendibile per stabilire se qualcuno sta dicendo o meno la verità.
Arrivati alla fine, possiamo dire che abbiamo scoperto che tutti noi, per motivi diversi mentiamo ogni giorno.
Si tratta di un processo che consente di tutelare noi stessi e la nostra immagine o per tutelare gli altri da verità che potrebbero ferirli (bugie bianche). Abbiamo anche sottolineato come questo processo sia identificabile a livello celebrale e quanto possa essere complicato nella vita reale stabilire in modo accurato se una persona ci sta mentendo.
Terminiamo l’articolo con una frase di Hermann Hesse:
“L’uomo si differenzia dal resto della natura soprattutto per una viscida gelatina di menzogne che lo avvolge e lo protegge.”
A quanto pare però, questa gelatina ci avvolge tutti quanti.
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