Troppo spesso la felicità dura solamente un istante e poi si torna immediatamente a ricercare il raggiungimento di un nuovo obiettivo. Perché non sappiamo goderci il momento? L’adattamento edonistico gioca la sua parte
Forse tutti abbiamo sperimentato il desiderio di raggiungere un certo obiettivo, pensando che questo ci avrebbe poi resi felici una volta ottenuto.
Tuttavia, una volta raggiunto, l’effetto positivo sembra svanire rapidamente, lasciandoci una domanda: “Perché la felicità è durata così poco?”.
Questo fenomeno è noto come adattamento edonistico. Conosciamolo meglio.
Come l’adattamento edonistico influisce sulla felicità
L’adattamento edonistico non è una patologia, ma piuttosto un meccanismo presente in tutti noi.
È fondamentale per la nostra sopravvivenza, ma se non ne siamo consapevoli, può condurci a un senso di insoddisfazione costante.
Esso consiste nella tendenza umana a ritornare al proprio livello di felicità di base poco dopo aver vissuto un cambiamento significativo.
Per esempio, potremmo pensare che vincere alla lotteria o affrontare gli esiti di un incidente avrebbe un impatto duraturo sul nostro stato emotivo.
Tuttavia, le prove dimostrano il contrario: tendiamo a ritornare a un livello stabile di felicità in breve tempo, indipendentemente dall’evento positivo o negativo.
Questa capacità può essere un aspetto positivo quando ci troviamo di fronte a eventi traumatici o dolorosi, come la perdita di una persona cara o un disastro naturale, a seguito dei quali riusciamo a riprenderci e ad adattarci alla nuova realtà.
Tuttavia, quando si tratta di eventi positivi, come un matrimonio o un avanzamento di carriera, l’adattamento edonistico fa sì che la felicità sperimentata svanisca rapidamente.
Per riassumere, ci abituiamo presto alla nuova situazione e ritorniamo al nostro livello di felicità pre-cambiamento.
Perché avviene tutto ciò?
Il fenomeno dell’adattamento edonistico è spiegato da diversi fattori.
Uno di questi è l’abitudine: quando ci abituiamo alla presenza di qualcosa di positivo, il suo impatto sulla nostra felicità diminuisce progressivamente.
Questo processo è simile a quello delle dipendenze, dove ci si abitua ai picchi di dopamina e si perde la sensazione di piacere originaria.
Un altro aspetto interessante è che non tutti i cambiamenti sono ugualmente influenzati dall’adattamento edonistico.
Cambiamenti che avvengono in modo circostanziale, senza sforzo da parte nostra, tendono a perdere rapidamente la loro capacità di generare piacere.
Un esempio? L’acquisto di un oggetto nuovo può darci un breve momento di euforia, ma questa sensazione svanisce presto.
D’altra parte, i cambiamenti che richiedono impegno e azione o che rappresentano una sfida costante per noi tendono a mantenere la nostra felicità per un tempo più lungo.
Pertanto, impegnarsi in un’attività specifica potrebbe risultare più gratificante nel lungo termine.
Come essere felici
La ricerca della realizzazione personale è un viaggio senza fine, in cui ogni traguardo raggiunto porta alla scoperta di nuove mete e desideri.
Ciò che una volta pensavamo ci avrebbe resi felici, ora potrebbe non essere sufficiente, poiché la nostra sete di crescita e miglioramento è insaziabile.
Questo costante desiderio di evolversi è una parte intrinseca della natura umana, un motore che ci spinge verso obiettivi sempre più elevati.
Tuttavia, questo processo può portare anche a una sorta di adattamento edonistico, ovvero, come avrete ormai capito, a un ritorno ai livelli di felicità precedenti una volta raggiunto un nuovo traguardo.
Come possiamo, allora, affrontare questo fenomeno e mantenere viva la nostra ricerca della felicità?
Innanzitutto, possiamo cercare di introdurre un po’ di varietà nella nostra vita, evitando la monotonia e l’assuefazione.
Organizzare attività diverse e stimolanti, avere conversazioni interessanti e ampliare le proprie esperienze può aiutare a mantenere viva la gioia di vivere.
Inoltre, è importante concentrarsi su obiettivi attivi, come imparare nuove abilità, anziché limitarsi a perseguire solo dei beni materiali.
Ciò permette di coltivare una crescita continua e di evitare il senso di insoddisfazione che può derivare dalla semplice acquisizione di cose.
La gratitudine è un altro strumento potente per contrastare l’adattamento edonistico.
Prendersi del tempo per riflettere su ciò che abbiamo e riconoscere le piccole gioie quotidiane può aiutarci a mantenere una prospettiva positiva sulla vita.
Infine, dobbiamo imparare a trovare la felicità nelle piccole cose e nel presente, anziché far dipendere il nostro benessere da grandi eventi o traguardi futuri.
Costruire una vita soddisfacente giorno dopo giorno ci permette di vivere appieno il presente e di trovare gioia anche nelle situazioni quotidiane.
In conclusione, l’adattamento edonistico è parte integrante dell’esperienza umana, ma possiamo adottare strategie per mitigarne gli effetti e continuare il nostro percorso di autorealizzazione.
Mantenere viva la gratitudine, cercare la varietà e concentrarsi sul presente sono solo alcuni dei modi in cui possiamo coltivare una vita piena di significato e soddisfazione.