Il fenomeno Mariko Aoki colpisce molte persone. Ecco perché le persone sentono il bisogno di andare in bagno ogni volta che entrano in libreria
Ci sono delle coincidenze nella vita che fanno proprio sorridere e noi stiamo per raccontarvene una che può sembrare paradossale ma capita davvero a un gran numero di persone.
Vi è mai capitato di entrare in una libreria e sentire l’improvvisa necessità di andare in bagno? E no, non intendiamo a fare pipì. Scommettiamo che vi è capitato almeno una o due volte nella vita.
Probabilmente la domanda vi avrà fatto sorridere ma dovete sapere che le librerie fanno questo effetto a un gran numero di persone. Tanto che questo fenomeno, ad oggi, ha anche un nome: Mariko Aoki, in onore della lettrice che, per prima, ebbe il coraggio di raccontare questa strana coincidenza che le capitava ripetutamente.
Nel 1985 la lettrice giapponese Mariko Aoki, a soli 29 anni, scrisse a una rivista locale, chiamata Hon no Zasshi (Book Magazine) raccontando della strana coincidenza che continua a capitarle: ogni volta che la giovane varcava le porte di una libreria, cosa che da amante della lettura faceva piuttosto spesso, sentiva la necessità di correre in bagno.
Ciò che fece scalpore fu che moltissime persone alzarono la mano per dire che anche a loro succedeva lo stesso e che la giovane non era la sola a sentire questo bisogno impellente in libreria.
Pare che le persone ad essere più colpite da questo bisogno quando entrano in libreria, siano principalmente le donne tra i 20 e i 30 anni e pare che in Giappone, almeno una persona su 10, sia incline a questo tipo di esperienza e l’abbia provata sulla sua pelle almeno una volta.
Ma la scienza cosa pensa di questo strano abbinamento libreria-water? Secondo la McGill University questo fenomeno va preso sul serio, perché si tratta di una coincidenza troppo diffusa perché si tratti davvero di una semplice coincidenza priva di basi scientifiche.
Nonostante da anni si cerchi di trovare una spiegazione scientifica, ancora oggi non si è arrivati ad una conclusione, ma esistono teorie differenti, basate su:
Una delle possibili ragioni scientifiche che potrebbero spiegare lo stimolo ad andare in bagno è il profumo dei libri. Pare, infatti, che l’odore tipico di carta e inchiostro, tanto amato dai lettori, potrebbe sollecitare questo tipo di reazione corporea.
Un’altra possibile causa potrebbe essere il condizionamento operante di Pavlov. Ovvero un tipo di condizionamento che induce una risposta automatica ad uno stimolo precedente, al fine di raggiungere una ricompensa o evitare un eventuale stimolo negativo.
Secondo questa teoria, ad esempio, un cane che sente il rumore di un campanello e poi viene nutrito con del cibo, comincerà a salivare in modo automatico ogni volta che sentirà il campanello perché anticiperà nella sua mente l’arrivo del cibo.
Può essere, quindi, che le persone abituate a leggere in bagno mentre sono sul water, trovandosi in un ambiente pieno di libri, sentano l’esigenza di correre in bagno.
Questa spiegazione è più legata al collegamento intestino-cervello, ovvero su quanto l’esperienza mentale possa influire sul benessere e l’attività in generale del tratto gastrointestinale.
Basti pensare ai crampi a causa dell’ansia o alla perdita dell’appetito in momenti di stress. Secondo questa ipotesi, quindi, le persone potrebbero aver associato alla libreria un particolare stato emotivo che le induce a un’attivazione improvvisa della peristalsi intestinale. Ad esempio, una persona potrebbe sentirsi nervosa o ansiosa a causa della quantità di libri e informazioni che gli stanno attorno.
L’ultima spiegazione con cui i ricercatori hanno provato a spiegare il fenomeno di Mariko Aoki è legata alla postura. Ovvero, quando cerchiamo un libro tra gli scaffali di una libreria, tendiamo ad alzarci e abbassarci o rannicchiarci per raggiungere i volumi più in basso. Questi movimenti possono indurre l’attività intestinale a farsi più intensa, e così parte lo stimolo che ci fa correre in bagno.
In conclusione, non sappiamo con certezza perché questo fenomeno si verifichi, ma non possiamo fare a meno di prenderne atto e fare attenzione, da ora in poi, a come si comporta la nostra pancia ogni volta che entriamo in una libreria alla ricerca della nostra prossima lettura.
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