Non tutti ne sono a conoscenza, ma la Terra non è l’unico corpo celeste che ospita i vulcani. Ecco quali sono tutti gli altri del Sistema Solare
I vulcani sono tra le strutture naturali più affascinanti e pericolose che il nostro pianeta abbia mai visto. Moltissime persone conoscono quelli italiani, come il Vesuvio, lo Stromboli, l’Etna e altri, molti ancora conoscono quelli presenti su tutta la Terra, ma quello che tante persone non sanno è che i vulcani non sono esclusivi di questo pianeta, ma si trovano in moltissimi altri corpi celesti. Vediamo quali sono i principali del nostro Sistema Solare.
Tutti i vulcani (e criovulcani) presenti sui corpi celesti del nostro Sistema Solare, ecco quali sono
I fenomeni vulcanici hanno giocato un ruolo cruciale nel plasmare il paesaggio terrestre, influenzare la composizione dell’atmosfera e modellare lo sviluppo della vita, ma anche nell’indurre estinzioni di massa. Le manifestazioni vulcaniche sono un’evidenza tangibile della dinamicità, del calore e dell’attività che caratterizzano il nostro pianeta al di sotto della sua superficie. Tuttavia, la Terra non è l’unico corpo celeste del Sistema Solare ad essere stato plasmato dall’azione vulcanica. Le tracce di crateri e la lava solidificata testimoniano di eruzioni avvenute su Marte, Mercurio e persino sulla Luna, alcune delle quali risalenti a centinaia di milioni o miliardi di anni fa. Su Venere sono state osservate eruzioni vulcaniche recenti, mentre Io, il terzo satellite più grande di Giove, rappresenta il corpo celeste più attivo vulcanicamente dell’intero Sistema Solare. I vulcani, sia attivi che spenti, sono preziosi narratori della storia geologica di altri corpi celesti rocciosi, offrendo preziose informazioni sulle dinamiche interne della loro superficie e sull’evoluzione delle loro atmosfere nel corso della storia geologica. Ma vediamo quali sobo i principali vulcani di altri corpi celesti del nostro Sistema Solare.
Monte Olympus, Marte
Il Monte Olympus su Marte è il picco più alto del nostro Sistema Solare: un cratere delle dimensioni della Sicilia e una costruzione tanto vasta quanto la Francia, con un’altezza superiore a 21 chilometri. Il Monte Olimpo, che si erge sul pianeta rosso, è un vulcano a scudo simile a quelli delle isole Hawaii, caratterizzato da pendii molto dolci e una vasta estensione. Pur non avendo fatto registrare eruzioni da milioni di anni, non si può escludere che all’interno il vulcanismo non sia completamente spento.
Monte Wright, Plutone
Il Monte Wright è una formazione che è stata osservata per la prima volta grazie alla sonda New Horizons durante il suo storico passaggio vicino a Plutone nel 2015. Con un’altezza di 4 chilometri e una larghezza di 150 chilometri, Wright Mons è presumibilmente un criovulcano e, se confermato, sarebbe la struttura di questo tipo più grande nel Sistema Solare esterno. La mancanza di crateri da impatto nelle vicinanze di Wright Mons suggerisce che la sua superficie potrebbe essere relativamente giovane, indicando che il criovulcano potrebbe essere stato attivo anche in tempi relativamente recenti.
Monte Doom, Titano
Il Monte Doom è il nome di un possibile criovulcano situato su Titano, la luna di Saturno. La presenza di criovulcani in un ambiente caratterizzato da un’atmosfera densa e ricca di idrocarburi come Titano può sembrare sorprendente; questa luna principale di Saturno è rinomata per i suoi laghi e fiumi di metano e altri idrocarburi, suggerendo un’atmosfera simile a quella della Terra primordiale. Tuttavia, al di sotto della superficie, Titano nasconde una crosta di ghiaccio e, forse, anche un vasto oceano di acqua liquida. Da queste profondità oceaniche, l’acqua potrebbe emergere e formare criovulcani come Doom Mons, che con i suoi 1450 metri di altezza potrebbe classificarsi tra i criovulcani più imponenti del Sistema Solare.
Loki Patera, Io
Dedicata al dio norreno dell’inganno, Loki Patera è la più vasta patera su Io, il satellite di Giove. Le patere sono ampi crateri, in gran parte di origine vulcanica, che si trovano su vari corpi celesti. Si configurano come laghi di lava coperti da una sottile crosta solidificata. Io è comunemente definita come “la luna più vulcanica del Sistema Solare”: infatti, conta oltre 400 vulcani attivi sulla sua superficie, fenomeno alimentato dall’interazione mareale con Giove che riscalda e fonde la roccia, dando vita a questa intensa attività vulcanica.
Monte Ahuna, Cecere
Ahuna è il rilievo più imponente sul pianeta nano Cerere. Con una larghezza di 20 chilometri e un’altezza di 4, il Monte Ahuna è un autentico criovulcano, il più vicino alla Terra. L’acqua ricca di sali è emersa depositando materiale sulla superficie, contribuendo alla formazione di questa struttura vulcanica. I sali si sono successivamente depositati lungo i fianchi, creando delle strisce luminose ben evidenti nelle immagini catturate dalla sonda Dawn durante il suo studio ravvicinato del pianeta nano. L’origine di Ahuna Mons potrebbe essere correlata a un impatto meteorico. All’opposto del pianeta, si erge il cratere di Kerwan, il più grande su Cerere. È plausibile che le onde sismiche generate dall’impatto abbiano attraversato il pianeta nano, provocando fratture superficiali proprio in prossimità di Cerere.
Monte Maat, Venere
Con i suoi 8 chilometri di altezza, il Monte Maat rappresenta un vulcano a scudo su Venere, il più elevato del pianeta simile alla Terra. La caldera che corona la cima del monte ha un diametro di circa 30 chilometri, ma vi sono altre aperture più basse, alcune delle quali ampie fino a 10 chilometri. Non si può escludere che Maat sia ancora attivo; uno studio recente basato sui dati raccolti dalla sonda Magellan negli anni ’90, durante l’esplorazione del pianeta, sembra indicare un’attività vulcanica attuale. Su Venere, comunque, sono stati identificati quasi 200 edifici vulcanici.
Marius Hills, Luna
Anche la Luna mostra evidenze di un passato vulcanico significativo. All’interno dell’Oceanus Procellarum si trovano i Marius Hills, una serie di domi vulcanici, colline di origine vulcanica che si ergono fino a 500 metri di altezza. Occupando una superficie di 35mila chilometri quadrati, i Marius Hills rappresentano il complesso vulcanico più ampio presente sulla Luna.
I vulcani di Mercurio
L’ipotesi di un passato vulcanico sulla superficie di Mercurio è stata inizialmente respinta nella prima metà del 1970, quando le immagini della sonda Mariner 10 mostrarono una superficie apparentemente uniforme. Tuttavia, le immagini ad alta risoluzione catturate tra il 2011 e il 2015 dalla sonda Messenger della NASA hanno radicalmente modificato la prospettiva degli scienziati. Vaste pianure, costituenti circa il 27% della superficie del pianeta e concentrate principalmente nell’emisfero settentrionale, si rivelano enormi estensioni vulcaniche punteggiate da crateri formati dal collasso o dall’esplosione di caldere magmatiche. Da queste aree hanno avuto origine flussi lavici e depositi piroclastici che nel corso del tempo si sono solidificati in rocce. Gli studiosi ritengono che alcuni di questi flussi lavici abbiano un’età compresa tra uno e due miliardi di anni, suggerendo un lungo periodo di attività vulcanica su Mercurio sin dalla sua formazione avvenuta circa 4,5 miliardi di anni fa.