In occasione della Giornata internazionale della zebra, vediamo alcune incredibili curiosità a proposito di questo affascinante animale
Oggi, 31 gennaio, si celebra la Giornata Internazionale della zebra. Questo affascinante animale suscita grande interesse e ammirazione, tuttavia, non tutti conoscono molte informazioni su questa fantastica specie. Le zebre, infatti, possiedono caratteristiche uniche che rendono questi animali molto affascinanti e non semplici “cavalli con le strisce”. Ma vediamo, quindi, quali sono le caratteristiche che aiutano a rendere questa specie così interessante.
Come detto in precedenza, ogni 31 gennaio si celebra la Giornata internazionale della zebra, ma a cosa serve questa ricorrenza? La Giornata Internazionale dedicata alle zebre è stata istituita da organizzazioni impegnate nella conservazione di questa specie. Queste giornate internazionali mirano a sensibilizzare le persone su tematiche specifiche, specialmente quando si tratta di animali, al fine di fornire informazioni dettagliate e promuovere una maggiore consapevolezza. Nel caso delle specie a rischio di estinzione, come la zebra, è ancora più cruciale diffondere la conoscenza dell’etologia e comprendere l’impatto dell’uomo sugli habitat delle altre specie. Ora, però, vediamo alcune incredibili curiosità sulla zebra.
A cosa servono le strisce caratteristiche delle zebre? Sono solamente una caratteristica estetica o hanno una funzione precisa? Questa questione dibattuta dagli scienziati da oltre 150 anni. Le ipotesi spaziano dal camuffamento per sfuggire ai predatori alla segnalazione degli individui della stessa specie e alla regolazione della temperatura corporea. Tuttavia, secondo le ricerche più recenti, la teoria più plausibile è molto più pratica: le strisce delle zebre sono una forma di controllo dei parassiti, fornendo una protezione contro le mosche che mordono questi animali. Confrontando il tasso di morsi da parte delle mosche tra zebre e cavalli, i loro parenti più stretti, gli scienziati hanno osservato che i cavalli subivano un numero sproporzionato di morsi, suggerendo che le strisce delle zebre hanno una funzione ben più che estetica.
Presenti in diverse regioni dell’Africa, sono tre le specie viventi di zebra: la zebra di pianura, la zebra di montagna e la zebra di Grévy. Tutti e tre appartengono al genere Equus, che comprende anche cavalli e asini. La zebra di Grévy, che si trova solo in Etiopia e Kenya, prende il nome da Jules Grévy, un presidente francese del XIX secolo che ne ricevette una in dono dall’Abissinia. È l’esemplare più grande dei tre e arrivare a pesare fino a 450 kg. Le zebre delle pianure sono un po’ più piccole e pesano fino a 400 kg circa. Di solito la loro zona abitabile si estende dal Sud Sudan e dall’Etiopia meridionale alle parti settentrionali del Sud Africa. La specie più piccola, la zebra di montagna, pesa fino a 350 kg e si trova in Sud Africa, Namibia e Angola.
Le dimensioni e il motivo delle strisce delle zebre mostrano una vasta varietà tra le diverse specie. La zebra di Grevy presenta strette strisce verticali che si estendono su tutto il corpo, compresi orecchie e criniera. Le zebre delle pianure presentano disegni a strisce nere su un corpo prevalentemente bianco, con variazioni nelle tonalità e nella larghezza delle strisce a seconda della regione geografica. Le zebre di montagna hanno un mantello bianco o biancastro con strisce nere o marrone scuro distanziate, senza strisce sul ventre e con strisce più strette sulla testa e sul corpo rispetto alla groppa. Inoltre, all’interno di ciascuna specie, non esistono due zebre con strisce identiche, poiché sono uniche come le impronte digitali.
Le zebre di montagna sono adattate alla vita in terreni accidentati e ad alta quota, il che spiega la loro scelta di habitat. Grazie ai loro zoccoli robusti e appuntiti, queste zebre possono arrampicarsi sulle montagne con facilità, e possono costruire le loro dimore a oltre 2000 metri di altitudine. Utilizzando le loro abilità di arrampicata, si spostano tra le cime alla ricerca di cibo e acqua. Allo stesso modo, le zebre delle pianure si adattano a una vasta gamma di ambienti, dalle montagne che superano i 4000 metri alle pianure del Serengeti. Le zebre di Grévy, invece, preferiscono le praterie e tendono a rimanere a altitudini inferiori, sotto i 600 metri.
La vita sociale delle zebre è piuttosto intricata. Le zebre delle pianure solitamente formano piccoli gruppi familiari noti come “harem”, composti da un maschio, da una piccola quantità di femmine (da una a sei) e i loro cuccioli. Le femmine all’interno di un harem sviluppano legami solidi e rimangono unite anche se il maschio dominante lascia il gruppo o viene ucciso. Le zebre di montagna, invece, tendono a vivere in grandi mandrie riproduttive con la presenza di gruppi di maschi non riproduttori. Spesso, il ruolo del maschio dominante inizia e organizza le attività della mandria. Le zebre di Grévy presentano una struttura sociale meno rigida, con una costante variazione nei membri della mandria, talvolta anche di giorno in giorno. Tuttavia, la relazione più stabile tra le zebre di Grévy è quella tra una femmina e il suo cucciolo.
Le zebre difendono le loro mandrie e i loro territori con vigore, utilizzando calci, morsi e spinte contro i predatori. Manifestano un comportamento aggressivo anche quando altri stalloni cercano di prendere il controllo del loro gruppo o di stabilire dominanza durante l’accoppiamento. In caso di attacco, le altre zebre si uniscono per difendere il compagno aggredito, formando un cerchio intorno a lui per respingere il predatore. La fuga rappresenta la forma più comune di auto-conservazione per le zebre; possono correre a velocità comprese tra i 60 e i 90 km all’ora per sfuggire alle minacce.
Tutte e tre le specie di zebre attualmente esistenti sono elencate tra le specie a rischio di estinzione. La zebra di Grévy è la più minacciata, con meno di 2mila individui rimasti, e si trova in uno stato di pericolo critico. Anche la sopravvivenza della zebra di montagna e della zebra delle pianure è motivo di seria preoccupazione. Le zebre di montagna, con meno di 35mila individui rimasti, sono considerate vulnerabili, mentre le zebre delle pianure si trovano in uno stato quasi minacciato, con una popolazione stimata tra 150mila e 250mila individui. Le principali minacce per le popolazioni di zebre derivano dall’azione dell’uomo: la caccia e la distruzione degli habitat sono responsabili del loro declino. Le zebre affrontano inoltre sfide legate alla siccità e ad altre condizioni meteorologiche estreme, alla perdita di diversità genetica causata dalla consanguineità dovuta alla piccola dimensione della popolazione e alla competizione con il bestiame per le risorse alimentari.
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