La clonazione animale consente di riprodurre una copia di un individuo essenzialmente identica all’originale a partire dal DNA. Ma com’è nata e come funziona?
Retro è il nome che è stato dato ad una scimmia particolare, nata in Cina il 16 luglio 2020. Non si tratta di una scimmia comune, bensì del primo clone di Macacus rhesus. Si tratta in particolare del primo clone di questa specie a essere sopravvissuto in salute fino all’età adulta.
L’annuncio di questo significativo risultato è stato fatto dalla prestigiosa Accademia Cinese delle Scienze attraverso le pagine della rivista Nature Communications. Questo successo è il frutto di anni di ricerca e sviluppo, culminato nell’applicazione della tecnica di clonazione chiamata Trasferimento Nucleare di Cellule Somatiche (SCNT). Ma in cosa consiste tale clonazione e quali potranno essere le applicazioni in campo medico?
Il processo di trasferimento nucleare di cellule somatiche coinvolto nella clonazione di Retro implica il trapianto di nuclei di cellule adulte in ovociti o blastocisti. Successivamente, questi vengono stimolati alla crescita utilizzando input elettrici o chimici, dando luogo a cellule pluripotenti. L’embrione risultante è geneticamente identico al nucleo cellulare donato, aprendo la strada a due scopi principali: terapeutico e riproduttivo. Se l’embrione viene utilizzato per sviluppare tessuti in vitro, il fine è considerato terapeutico. Al contrario, se viene impiantato in un utero, si svilupperà un clone, mirando alla riproduzione di un individuo identico al donatore.
Nonostante il successo di Retro, la strada verso la clonazione mediante SCNT è costellata di sfide e insuccessi. In uno dei tentativi precedenti, su 35 feti impiantati, solo una scimmia sopravvisse nascendo viva, ma morì il giorno successivo. Gli esami istologici condotti successivamente rivelarono malformazioni nelle placente degli embrioni clonati, evidenziando iperplasia e calcificazione significative. Ulteriori analisi mostrarono una diminuzione della metilazione del DNA e l’assenza di imprinting nei geni trasmessi dalla madre fino al 17° giorno di sviluppo dell’embrione.
L’imprinting, un processo epigenetico che influenza l’espressione dei geni senza alterarne la sequenza, è essenziale per lo sviluppo normale degli organismi. Nel caso della clonazione SCNT, la perdita di imprinting materno ha sollevato preoccupazioni tra gli esperti. Questo fenomeno suggerisce la possibilità di ereditare anomalie epigenetiche dalle cellule somatiche durante il processo di clonazione.
Per superare le sfide precedentemente incontrate nella clonazione di scimmie utilizzando la tecnica SCNT, i ricercatori hanno introdotto una strategia innovativa chiamata Sostituzione del Trofoblasto (TR) nel protocollo SCNT, dando origine alla tecnica SCNT-TR. Questa metodologia, che incorpora elementi della clonazione SCNT e della tecnica di procreazione assistita Iniezione Intracitoplasmatica di Sperma (ICSI), ha portato alla nascita di Retro.
La Sostituzione del Trofoblasto (TR) implica l’iniezione della massa cellulare interna, ottenuta da embrioni clonati con la tecnica SCNT, nei blastoceli di embrioni precedentemente sottoposti a Iniezione Intracitoplasmatica di Sperma (ICSI). L’ICSI è già una tecnica consolidata di procreazione medica assistita utilizzata regolarmente per il concepimento umano. La fusione di queste due tecniche, SCNT e ICSI, ha permesso ai ricercatori di superare le difficoltà legate alle malformazioni nelle placenti degli embrioni clonati, contribuendo al successo della clonazione di Retro.
La notizia della nascita e della sopravvivenza di Retro oltre due anni è di cruciale importanza per almeno due ragioni fondamentali. In primo luogo, Retro rappresenta il primo esempio di una scimmia della specie M. rhesus clonata utilizzando la tecnica SCNT, precedentemente impiegata con successo solo nella clonazione della pecora Dolly. In secondo luogo, l’applicazione della tecnica TR ha implicazioni mediche significative.
La tecnica TR offre la possibilità di affrontare i problemi legati al trofoblasto durante lo sviluppo embrionale. Essa prevede la sostituzione delle cellule disfunzionali con cellule sane, mirando a salvare lo sviluppo degli embrioni fecondati. Questa innovativa strategia potrebbe avere un impatto positivo sui tassi di successo della fecondazione assistita, rappresentando un passo avanti nella ricerca sulla riproduzione umana.
Nonostante i progressi significativi raggiunti con la nascita di Retro, l’innovazione solleva inevitabili questioni etiche. La manipolazione genetica e la clonazione animale pongono sfide etiche complesse che richiedono una riflessione attenta e un monitoraggio costante. Tuttavia, il potenziale impatto positivo sulla medicina riproduttiva suggerisce che la tecnica SCNT-TR potrebbe aprire nuove frontiere nella ricerca e nella pratica medica.
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