Quando si va a raccogliere i funghi, una delle cose più difficili da fare è riconoscere quelli velenosi, per evitarli. Ma come?
I funghi sono un alimento molto usato un cucina, tant’è che sono numerose le ricette in cui sono coinvolti, per di più buonissime. Siamo abituati a vederli in tavola e a gustarli cotti a puntino, e quasi mai pensiamo più di tanto a tutto il lavoro che c’è dietro la ricerca di questo gustoso alimento.
I funghi possono essere raccolti in varie aree, tra cui le sponde dei fiumi o i litorali dei mari, nei boschi, nei prati, giardini ecc. Si tratta di un cibo benefico soprattutto per il nostro intestino, in quanto contiene molte fibre. Sono anche ricchi di proteine e acido linoleico, che è di aiuto per regolare infiammazioni, pressione sanguigna, e molto altro ancora.
I funghi si presentano davvero belli d’aspetto, ma è proprio questo il grande inganno: pur se belli, è difficile capire se siano velenosi o meno, e questo è un’enigma non di poco conto. Raccogliere funghi velenosi, per errore, può essere anche letale per l’essere umano. Ergo, bisogna prestare tanta attenzione nella loro raccolta.
Ecco, è davvero molto importante stare attenti a non cogliere quelli velenosi, per evitare intossicazioni più o meno gravi. Quando si va alla ricerca di questo alimento, ci sono dei “codici” che aiutano a identificarlo.
Una cosa da fare è munirsi di due cestini per raccoglierli, in cui mettere i funghi sicuramente commestibili e un altro in cui si è incerti. Evitare di raccogliere funghi che abbiano le seguenti caratteristiche: lamelle bianche, cappello o gambo rossi, o che abbiano squame sul cappello. Attenzione anche a quei funghi che abbiano macchie o squame che siano più chiare o più scure rispetto al colore del cappello, perché potrebbero essere velenosi.
C’è anche un altro dettaglio interessante che può aiutare a riconoscerli. I colori dei funghi sono influenzati dall’ambiente cui sui adattano. Come accade per altri organismi che contengono veleno, i funghi si mostrano con colori appariscenti per far intuire agli animali che sono pericolosi. Oppure, come accade per lo Pseudophallus, trasmettono cattivi odori. Quello che interessa è che questo è un modo ulteriore per riconoscerli e per fare in modo che i predatori non provino a mangiarli. E, ovviamente, che anche gli esseri umano possano evitarli.
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