Una situazione in peggioramento, che entro la fine dell’anno potrebbe diventare catastrofica: l’olio potrebbe costare quanto il Dom Perignon.
Negli ultimi mesi, si è registrato un significativo aumento del prezzo dell’olio a livello globale, suscitando preoccupazioni e riflessioni sulle cause di questo incremento. Questa tendenza ha impatti notevoli su diversi settori, dall’industria alimentare all’economia domestica delle famiglie. E, purtroppo, potrebbe ulteriormente peggiorare. I prossimi mesi, infatti, potrebbero portare l’olio a cifre da champagne. Ecco cosa sta succedendo.
Eventi meteorologici estremi, come siccità o inondazioni, hanno colpito alcune delle principali regioni produttrici di olio nel mondo, influenzando la resa delle colture e causando una diminuzione dell’offerta. I costi associati alla produzione dell’olio, inclusi quelli legati ai terreni, alle attrezzature e alla manodopera, sono cresciuti, spingendo i produttori a riflettere tali aumenti sui prezzi di vendita. Tensioni politiche in alcune regioni chiave produttrici di olio hanno contribuito all’incertezza sulle forniture, innescando speculazioni sui mercati internazionali e aumentando i prezzi.
Gli esperti sottolineano l’importanza di strategie sostenibili e di investimenti nella ricerca agricola per migliorare la resilienza delle colture di olio alle condizioni climatiche mutevoli. Inoltre, l’incremento della produzione di alternative all’olio tradizionale, come oli vegetali meno suscettibili alle fluttuazioni di prezzo, potrebbe contribuire a stabilizzare il mercato. Ma fatto sta che i prossimi mesi potrebbero essere drammatici, addirittura con il prezzo dell’olio che potrebbe aggirarsi attorno ai 70 euro al litro.
L’aumento del prezzo dell’olio ha impatti diretti su vari settori economici. Le aziende alimentari, ad esempio, sono costrette a rivedere i loro prezzi al dettaglio, trasferendo parte di questo aumento ai consumatori finali. Ciò potrebbe comportare una pressione aggiuntiva sulle famiglie a basso reddito. Inoltre, settori come il trasporto e la logistica risentono dell’aumento dei costi del carburante derivante dall’olio, incidendo sui prezzi di spedizione e influenzando la catena di approvvigionamento.
Le notizie che arrivano per questo 2024 appena iniziato sono tutt’altro che buone. Chi si occupa del settore oleario lancia l’allarme: “Potrebbe costare quanto il Dom Perignon”. A preoccupare è soprattutto la situazione in Sicilia. Il caldo eccessivo (tuttora, negli ultimi giorni, vi sono state punte di 24 gradi centigradi) ha determinato il bruciarsi della fioritura con un calo produttivo di oltre il 50 per cento in Sicilia.
Un consumatore che era abituato a comprare un litro d’olio a 5-6 euro oggi lo trova a 13-15 euro. Ma se le cose dovessero continuare ad andare così sotto il profilo climatico, entro la fine dell’anno un litro d’olio potrebbe toccare anche i 70 euro.
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