Temperature più basse finiscono spesso con lo stimolare maggiormente la pipì, portando l’Uomo a eliminare i liquidi attraverso l’atto della minzione. C’è un motivo scientifico alla base di questa reazione: scopriamo quale
Alzi la mano chi ha notato di avvertire più frequentemente lo stimolo della pipì quando fa freddo.
Si tratta di una condizione naturale e di cui non ci si deve assolutamente vergognare, in quanto del tutto normale.
A provocarla è una specifica reazione che si verifica nel corpo umano a temperature più basse e di cui oggi cercheremo di scoprire qualcosa in più.
Che freddo! Meglio correre in bagno
Forse non tutti lo sanno, ma il freddo è uno dei motivi che porta a un aumento diretto dello stimolo alla minzione.
Tradotto: quando fa freddo sentiamo il bisogno di fare pipì più spesso.
Il motivo è del tutto scientifico e si lega al richiamo di sangue che avviene all’interno del corpo umano a temperature più basse.
Proviamo a spiegarci meglio.
Quando la colonnina di mercurio si abbassa e il clima si fa più rigido, è del tutto normale avvertire uno stimolo maggiore a urinare.
Ciò avviene in quanto il freddo porta il corpo umano a restringere i vasi sanguigni, così che il flusso di sangue verso le estremità del corpo si rallenti.
Questa reazione comporta un aumento della pressione, il quale viene quindi compensato per mezzo dell’eliminazione dei liquidi in eccesso, attraverso l’azione della minzione.
A regolare l’intero processo è l’ipotalamo, il quale inizia a produrre quantità minori dell’ormone ADH a temperature più basse, ottenendo così come effetto quello di avvertire più frequentemente la necessità di fare pipì.
L’ormone ADH agisce infatti anche come inibitore della diuresi, motivo per cui, se tale ormone viene prodotto in quantità minori dal corpo, lo stimolo a urinare sarà maggiore.
Chiamato anche vasopressina, l’ADH è l’ormone antidiuretico che viene sintetizzato dall’ipotalamo e poi rilasciato nel circolo sanguigno dalla neuroipofisi.
Esso agisce quindi a livello dei reni, dove, attraverso i tubuli renali, svolge un ruolo di riassorbimento di acqua e soluti molto importanti per l’organismo (es: il sodio).
L’ADH si lega infatti direttamente a specifici recettori del tubulo distale del rene, finendo con l’attivare un susseguirsi di messaggeri chimici che inducono sia il riassorbimento dell’acqua che quello del sodio.
Per questo motivo, il rilascio dell’ormone antidiuretico può portare a un aumento della pressione osmotica nel sangue, ovvero quella esercitata dai soluti.
Ciò si verifica in particolar modo in presenza di temperature calde, ovvero quando il corpo necessita di trattenere i liquidi al suo interno, riducendo la sudorazione.
A temperature più fredde, invece, questo meccanismo si riduce, provocando come effetto lo stimolo a urinare più spesso.
Quando il clima è più rigido, infatti, l’organismo umano si attiva per tutelare gli organi vitali e quindi la zona centrale del corpo, convogliando in quest’area il quantitativo maggiore di sangue.
Per farlo, la circolazione periferica per vasocostrizione viene esclusa, attraverso un restringimento del lume dei vasi sanguigni, ovvero quella cavità nella quale scorre il flusso di sangue.
Le conseguenze? Le estremità del corpo, quali mani e piedi, si raffreddano molto più rapidamente di tutte le altre aree a temperature più basse e lo stimolo a urinare aumenta.
Ma come si legano questi due aspetti?
Semplice, l’aumento del flusso sanguigno nella zona centrale del corpo porta anche a una maggiore presenza di sangue a livello del cuore, con relativo aumento della pressione sui vasi.
Ciò significa che la pressione sanguigna aumenta, attivando di fatto un sistema di sicurezza all’interno dell’organismo.
Al fine di mantenere nei giusti parametri il livello di pressione, il corpo umano inizia a eliminare i liquidi in eccesso.
Come? Stimolando la pipì.
Il freddo inibisce infatti il rilascio dell’ormone antidiuretico dall’ipotalamo, favorendo così la necessità di urinare più spesso.
È quindi vero che temperature più basse portano ad andare in bagno con maggiore frequenza nell’arco di una stessa giornata.
Perché pipì e non sudore?
Come abbiamo visto, il freddo stimola la pipì, ma perché i liquidi in eccesso vengono espulsi dal corpo proprio in questo modo e non, ad esempio, attraverso il sudore?
La risposta è abbastanza semplice.
Mentre in estate, quando fa molto caldo, il sudore agisce come meccanismo di termoregolazione che consente di disperdere il calore presente all’interno del corpo (così da contrastare le alte temperature, ndr), in inverno, quando fa freddo, questo stesso meccanismo sarebbe controproducente.
A temperature basse l’ultima cosa di cui l’organismo umano ha bisogno è dissipare il calore interno, il quale risulta particolarmente prezioso per la sopravvivenza.
È per questo che, anziché stimolare la sudorazione, l’organismo promuove la diuresi, il modo più efficace per espellere i liquidi in eccesso, senza perdere calore.
Non solo le basse temperature: ecco cosa stimola la diuresi
Diverse sono le ragioni per cui una persona potrebbe sperimentare una minzione più frequente.
Alcuni dei fattori che possono stimolare maggiormente la pipì sono:
- L’assunzione di liquidi: un’assunzione elevata di liquidi può aumentare la produzione di urina e quindi portare a una minzione più frequente.
- La caffeina: bevande contenenti caffeina (es: caffè, tè e alcune bibite) possono avere un effetto diuretico, aumentando la produzione di urina.
- L’alcol: gli alcolici possono irritare la vescica e aumentare la produzione di urina.
- Lo stress: uno stato di ansia o stress può influenzare il sistema nervoso e portare a una maggiore sensazione di dover far pipì.
- Il diabete: si tratta di una condizione che può portare a un aumento della produzione di urina.
- I farmaci: alcune medicine, come i diuretici, possono influenzare la frequenza urinaria.
- Alcune malattie della vescica o dell’apparato urinario: infezioni urinarie, cistiti, calcoli renali o altre malattie della vescica possono causare un aumento della frequenza urinaria.
- La gravidanza: le donne in dolce attesa possono sperimentare un aumento della frequenza urinaria a causa della pressione che l’utero esercita sulla vescica.
Alcune sono condizioni del tutto naturali, altre invece possono essere sintomo dell’affiorare di una problematica o di un disturbo.
Per questo, il consiglio è quello di rivolgersi sempre a un medico nel caso in cui si noti una frequenza anomala nella necessità di urinare.