Il saluto della Rai all’apprezzatissimo attore partenopeo ha emozionato tutti i suoi fan. Il suo ricordo rimarrà vivo nella per lungo tempo.
Aveva 75 anni e la sua carriera era contornata di successi a livello internazionale, ma purtroppo ha dovuto dire addio a questo mondo lasciando dietro di sé una tristezza infinita. Drammaturgo per definizione, è riuscito a segnare nel tempo un’epoca grazie a delle opere a dir poco uniche.
Il saluto che la Rai ha fatto per il noto attore e regista napoletano riprende proprio i suddetti temi, rintracciabili sul sito ufficiale dell’emittente televisiva. In un’articolo su questa piattaforma è ben descritto il suo modo d’essere, che lo ha portato a divenire un punto di riferimento per il teatro campano e non solo. La sua fama, infatti, ha valicato confini sempre più lontani, divenendo anche un faro per la drammaturgia internazionale.
Durante la sua carriera è riuscito a ricevere diversi riconoscimenti di altissimo prestigio, come ad esempio il Premio Riccione/Ater per il Teatro nel 1985, oppure il Premio Idi nel 1988 o il Premio Ubu per il Teatro, nel 1988 e nel 1994. Ma questi sono solo alcuni dei suoi fantasmagorici successi, contraddistinti da una forte dedizione verso la recitazione, ma anche per la filosofia e la storia, materie che ha insegnato nelle scuole superiori di Napoli e di Oristano.
Considerato come uno dei fautori della Nuova Drammaturgia Napoletana, ovverosia quella sorta dopo la dipartita di Eduardo De Filippo, Enzo Moscato è stato in grado di mettere in piedi degli spettacoli con tanto di forme a dir poco inconsuete. Durante le sue attività sul palcoscenico, non disdegnava di utilizzare insieme una lingua arcaica e una ultra-moderna, mix che creava un plurilinguismo capace di contraddistinguere il suo modo di recitare.
Gli ascendenti di Enzo Moscato sono stati degli autori e compositori di grande prestigio. Non si basava solamente sulle interpretazioni dei suoi antecedenti colleghi napoletani, ma anche su personaggi di spicco a livello internazionale, come ad esempio Gener, Artaud, ma anche Pasolini o i poeti maledetti degli anni finali del XIX secolo.
Fra le sue prime opere non si possono dimenticare Carcioffola, del 1980, Scannasurice, del 1982, e Signurì signurì, del 1982. Nel 1992, poi, fece il suo passo sul grande schermo, dove nel film Morte di un matematico napoletano, con regia di Mario Martone, interpretò la parte di Biondino. Poliedrico e ricco di qualità, Enzo Moscato ha anche prodotto quattro album discografici, di cui l’ultimo uscito nel 2012 dal nome Toledo suite.
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