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Scienze

Lo sapevi che i salmoni favoriscono la crescita degli alberi?

Cos’hanno in comune un albero e un salmone? Sembra l’inizio di una barzelletta, ma in realtà un fenomeno naturale affascinante

Il salmone è sicuramente un pesce incredibile, infatti possiamo anche definirlo un “pesce controcorrente”.
Il salmone reale può arrivare fino a 1,5 metri di lunghezza e pesare fino a 60 kg, mentre i salmoni rosa sono lunghi 80 centimetri e pesano circa 6 kg. Ma scopriamo perché sono considerati dei “pesci controcorrente”:

  • Possono cambiare colore nel corso della loro vita: il salmone rosso passa da un colore chiaro e maculato fino a diventare blu-argento da adulto. Quando deve riprodursi diventa rosso acceso, probabilmente per conquistare un esemplare femmina e potersi riprodurre.
  • Nuotano per distanze lunghissime: i salmoni del Pacifico tornano nel loro luogo di origine per riprodursi. Tornano a casa ricordandosi la strada grazie al loro olfatto altamente sviluppato, o sfruttando il campo magnetico terrestre per orientarsi. Qui, il salmone si accoppia, depone le uova e può anche morire stremato a causa della lunga strada percorsa.
  • Riescono a vivere sia in acqua dolce che in acqua salata, capacità che permette loro di nascere in acqua dolce, trasferirsi in acqua salata e tornare in acqua dolce per riprodursi.

Sicuramente sono dei pesci interessanti. Ma cosa c’entrano con gli alberi? Scopriamolo insieme.

Il viaggio dei salmoni verso casa fa crescere più alberi

Gli alberi crescono tre volte di più grazie all’azoto – Unsplash – mentiscura.com

 

Una delle particolarità che abbiamo appena visto dei salmoni, è la loro lunga migrazione verso il luogo di nascita per deporre le uova, ed è di enorme importanza per gli ecosistemi delle acque e delle terre che attraversano in questo lungo viaggio. Infatti, proprio durante questa traversata lunga chilometri, avviene qualcosa di straordinario.

In seguito a decine di anni di studi effettuati in Alaska, i ricercatori hanno scoperto che le tratte che percorrono i salmoni risalendo i fiumi (infatti il salmone nasce in acqua dolce e solo successivamente si sposta in acqua salata per cercare cibo), sono le dirette respnsabili della crescita degli alberi in quelle aree.

Pare, infatti, che il salmone porti con sé nella traversata delle grosse quantità di azoto proveniente dall’oceano.
Ed è proprio l’azoto ad agire sulle piante degli argini facendole crescere fino a tre volte più velocemente.

Le migrazioni dei salmoni verso i siti di riproduzione non sono soltanto affascinanti, ma anche una fonte di sostentamento per le piante.

Da dove arriva l’azoto?

Il salmone fa scorta di azoto e fosforo durante la sua permanenza negli oceani. Infatti, nutrendosi della carne di altri pesci ed organismi, introduce nel proprio organismo diversi nutrienti marini assenti in acqua dolce, tra cui proprio l’azoto.

Come fa l’azoto ad entrare in contatto con le piante?

Abbiamo visto che il salmone risale i fiumi dopo essersi fatto una scorpacciata per anni di nutrienti marini, ma come fa a liberarlo nell’acqua e fare in modo che arrivi alle piante? È merito dell’orso.
Sì, avete letto bene. Gli orsi sono ghiotti di salmoni e non vedono l’ora che questi pesci comincino la loro traversata per potersene nutrire non appena sbucano nei fiumi del loro habitat.

L’orso cerca un salmone da mangiare all’interno del fiume – Unsplash – mentiscura.com

 

Dopo averli afferrati e mangiati, alcune parti del salmone restano sul terreno e fertilizzano il suolo, aiutando le piante e gli alberi a crescere più velocemente. Infatti, le radici degli alberi e i funghi riescono ad assorbire l’azoto e a farne tesoro.

Inoltre, gli stessi escrementi degli orsi sono ricchi di azoto dopo aver ingerito il salmone, e quindi arrivano a concimare anche zone non strettamente a contatto con l’acqua.

Secondo le analisi molecolari condotte da alcuni scienziati americani,  il 70% dell’azoto che fertilizza la vegetazione, arriva direttamente dall’Oceano Pacifico e quindi dal salmone: l’unico pesce che può effettuare questa risalita perché l’unico in grado di adattarsi alla presenza o all’assenza della salinità in acqua.

Perché proprio l’Oceano Pacifico?

Il vero protagonista di questa storia, oltre al salmone ovviamente, è l’azoto-15. Si tratta di un neutrone in più nel nucleo dell’azoto, che dà vita a un isotopo dell’azoto che permette di distinguere la provenienza dell’azoto e stabilire da quale Oceano provangano i salmoni che percorrono quella tratta e che fertilizzano la vegetazione.

Pare, infatti, che l’azoto-15 si trovi qusi esclusivamente nell’Oceano Pacifico nord-occidentale, ecco stabilita la loro origine.

L’azoto fa crescere foreste e aumentare il numero di pesci nel mare

Secondo Katsuhiko Matsunaga, uno studioso di chimica marina dell’Università di Hokkaido, gli acidi delle foglie cadute da questi alberi cresciuti in modo esponenziale grazie all’azoto, vengono trasportate dal fiume di nuovo nel mare e qui stimolano la crescita di plancton, la più importante fonte di sostentamento dei pesci. Insomma: la meraviglia del ciclo della vita, che fa in modo che dalla morte del salmone nascano e fioriscano altre vite sia sulla terra che in mare.

Un campanello d’allarme

Alcuni esperti hanno analizzato campioni di vecchi alberi per ricostruire la loro storia. Per farlo, basta osservare le caratteristiche dei loro anelli nella corteccia. Questi, infatti, consentono di ricostruire a ritroso la vita della pianta.

Gli anelli più sottili indicano periodi di siccità affrontati dall’albero, gli anelli più spessi, invece, indicano periodi di abbondanza di piogge. Sempre dall’analisi degli anelli degli alberi, è stato possibile scoprire che la quantità di azoto-15 è diventata sempre più scarsa nel corso degli anni.

Sembra proprio che, negli ultimi cento anni, gli esemplari di salmone siano drasticamente diminuiti, arrivando addirittura a scomparire in molti fiumi dell’America del Nord, che restano così privi di azoto e con un ecosistema nettamente più povero.

In conclusione, il salmone è un pesce prezioso e svolge un’azione importantissima per l’ecositema limitrofo ai fiumi che attraversa. Se già ci sembrava affascinante prima, a cauda delle sue lunghe traversate e la sua capacità di cambiare colore nel corso della vita, ora non possiamo fare altro che rimanere ancora più stupiti dalla capacità di questo pesce di rendere più rigogliosi i territori che attraversa. Pare proprio che la natura, ancora una volta, ci abbia dimostrato quanto ogni specie vivente, abbia un ruolo preciso e affascinante sul nostro Pianeta.

Alessia Barra

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