Mentre la più grande mostra italiana dedicata a Escher spopola a Roma, ricordiamo le opere, il pensiero e la vita dell’artista olandese innamorato del Bel Paese
Maurits Cornelis Escher, noto come M.C. Escher, è stato un artista olandese celebre per la sua capacità di trasformare la realtà in un mondo di impossibili configurazioni geometriche.
Attraverso la fusione di arte, matematica e illusioni ottiche, le sue opere sono diventate iconiche per il modo in cui sfidano le leggi della logica e della prospettiva.
Questo articolo esplorerà la vita, il pensiero e le caratteristiche distintive delle straordinarie opere di Escher.
Cenni biografici di Maurits Cornelis Escher
Nato il 17 giugno 1898 a Leeuwarden, nei Paesi Bassi, Escher ha dimostrato fin da giovane un interesse per l’arte e la grafica. Dopo aver studiato architettura e grafica, per l’appunto, si è trasferito in Italia, di cui si è profondamente innamorato, e dove la bellezza dei paesaggi e delle strutture architettoniche ha influenzato notevolmente il suo stile artistico.
Durante il suo soggiorno in Italia, ha iniziato a esplorare le forme geometriche e l’illusione prospettica, elementi che avrebbero poi definitivamente dominato le sue opere future.
Escher: Il connubio tra Arte e Geometria
Il viaggio di Maurits Cornelis Escher a Granada nel 1922, e la sua visita all’Alhambra, risultarono determinanti nel plasmare il suo interesse per le forme geometriche. L’osservazione delle piastrelle ripetitive del pavimento lo ispirò a creare disegni con tessellazioni, unendo forme riconoscibili a pattern mutevoli. Da autodidatta, dedicò anni allo sviluppo di una teoria su come adattare le forme a modelli preesistenti.
La genesi delle forme geometriche
H.S.M. Coxeter, professore di matematica all’Università di Toronto, sostenne e influenzò il lavoro di Escher. Consegnò a Escher un disegno che lo spronò a catturare l’infinito in un cerchio, tramite una griglia innovativa. Escher sperimentò con arcate circolari intersecanti, dando vita a tre tessellazioni iperboliche grazie al modello del disco di Poincaré. Esplorò prospettive irreali, sfidando le logiche convenzionali sull’architettura.
L’arte della matematica
Dopo il trasferimento dall’Italia, Escher si dedicò a disegnare paesaggi e architetture idealizzate, concentrandosi su forme complesse come poliedri, nastri di Möbius e nodi. Il suo lavoro evidenziò la sinergia straordinaria tra arte e matematica, dimostrando che queste discipline potevano intrecciarsi in modo incredibile nonostante la mancanza di una formazione accademica specifica.
La genialità di Escher risiedeva nella sua capacità di tradurre concetti matematici in opere d’arte affascinanti. Con il suo straordinario talento, ridefinì i confini della percezione e dell’immaginazione umana. Escher trasformò il concetto stesso di realtà, attraverso un’arte che sfidava la logica e invitava gli osservatori a esplorare mondi alternativi e sconcertanti.
Anche se l’artista non era una cima coi numeri!
Escher è stato dunque un artista olandese in grado di affascinare il mondo grazie alla produzione di opere raffiguranti prevalentemente geometrie impossibili da riprodurre nella realtà.
Il fatto più sorprendente, però, è che nonostante i suoi capolavori siano tutti basati su complessi rami della matematica (come le tessellazioni, che producono motivi grafici ripetibili all’infinito, o le rappresentazioni dell’iperpiano infinito su una superficie curva), Escher non sembrava avere una particolare predisposizione naturale per le materie scientifiche.
A rivelarlo è stata Doris Schattschneider, docente emerita di geometria al Moravian College in Pennsylvania, che racconta come l’artista non andò mai oltre le scuole superiori, dove tra l’altro venne respinto alla maturità.
Alcune opere del maestro dell’impossibile
A 100 anni, ormai 101, dalla visita della nostra capitale del maestro, è in corso al Palazzo Bonaparte di Roma, fino al 1° aprile 2024, la più grande mostra di Escher mai realizzata sinora, con circa 300 opere, nuove scoperte e grandi novità. Si intitola semplicemente “Escher”, perché il difficile e la complessità della mente del genio è racchiusa tutta all’interno delle sale del palazzo.
Nell’attesa e speranza di visitarla, ricordiamo alcune delle opere più significative e rappresentative dell’artista.
1. “Relativity” (1953)
“Relativity” è un capolavoro che si distingue per la sua rappresentazione di prospettive impossibili e strutture tridimensionali che sfidano la legge di gravità. Escher crea un mondo in cui le normali direzioni spaziali sembrano non avere senso: scale che salgono e scendono in direzioni diverse, personaggi che camminano su pareti e soffitti senza soluzione di continuità. L’opera è un esempio straordinario di come Escher abbia manipolato la prospettiva per creare un’illusione che continua a catturare l’immaginazione degli osservatori.
2. “Drawing Hands” (1948)
“Drawing Hands” è un esempio eloquente della capacità di Escher di giocare con l’auto-riflessione e la coesistenza di realtà multiple. Quest’opera raffigura due mani che disegnano reciprocamente, creando un loop infinito. La prospettiva e la profondità sono usate in modo magistrale per rendere la scena coinvolgente e ambigua, invitando lo spettatore a interrogarsi sulla natura della rappresentazione artistica stessa.
3. “Waterfall” (1961)
“Waterfall” è un’opera che esplora il concetto di continuità e illusione ottica. Escher disegna un’architettura impossibile in cui l’acqua sembra fluire senza fine, alimentando una ruota idraulica mentre ritorna alla fonte in un ciclo infinito. La maestria di Escher nell’illustrare prospettive che confondono la percezione dell’osservatore è evidente in questa straordinaria creazione.
4. “Ascending and Descending” (1960)
In questa opera, Escher rappresenta figure umane che sembrano salire e scendere su una scala circolare senza mai raggiungere un punto finale. L’illusione di movimento costante in un ciclo senza fine è ottenuta attraverso la ripetizione di forme geometriche e la prospettiva ingannevole. “Ascending and Descending” incarna il talento di Escher nel trasformare concetti matematici in immagini affascinanti e paradossali.
5. “Metamorphosis” (1937-1938)
“Metamorphosis” è una serie di litografie in cui Escher esplora la trasformazione continua da una forma geometrica all’altra. Attraverso un intricato e fluente cambiamento di figure, Escher crea un flusso visivo unico che sfida la percezione dell’osservatore.
Queste opere rappresentano solo una piccola parte del ricco patrimonio artistico di Escher. Ogni capolavoro si distingue per la sua complessità visiva, la genialità matematica e la capacità di spingere i confini dell’immaginazione umana attraverso un’arte straordinariamente evocativa e provocatoria.
Il riconoscimento di Escher come artista
Il successo ricevuto da Escher e dai suoi lavori non ha mai davvero smesso di crescere. Le sue composizioni misteriose e allo stesso tempo affascinanti continuano a catturare l’attenzione di tutti, a discapito delle iniziali critiche negative.
L’interesse di matematici, che forse per primi hanno intravisto il valore dei lavori dell’artista olandese, ha provocato la crescita di popolarità delle litografie e stampe di questo artista. Questo fu il passaggio fondamentale, dopo il quale il pubblico d’arte incominciò a guardare seriamente alle composizioni surreali e matematicamente perfette.
Da questo momento in poi l’influenza di Escher si fece più forte; altri artisti cominciarono a dichiararsi suoi eredi e i suoi lavori si inserirono anche nella cinematografia e nei fumetti.