Quanti e cosa sono i satelliti artificiali? E come e perché col tempo è cambiato il loro numero attorno alla Terra?
I satelliti artificiali che orbitano attorno alla Terra, ormai, fanno parte della nostra vita di tutti i giorni. Permettono infatti di facilitare un sacco di attività dell’uomo sulla terra, in vari settori, dalla comunicazione, alla sicurezza.
Nel corso degli ultimi 15 anni, la riduzione nei costi di produzione di questi oggetti e delle loro dimensioni ha permesso sia al settore pubblico che privato di lanciare sempre più satelliti nello spazio. Da questo deriva che la dipendenza dai satelliti artificiali della nostra civiltà è aumentata.
Ad esempio, solo nel 2023 oltre 11.000 satelliti sono stati lanciati nello spazio.
Partiamo dalle definizioni: che cosa sono i satelliti artificiali? E perché viaggiano quasi indisturbati attorno al nostro pianeta?
I satelliti artificiali sono oggetti costruiti dall’uomo e messi in orbita intorno alla Terra. Questi dispositivi sono progettati per svolgere una vasta gamma di funzioni e compiti utili sia nell’ambito scientifico che in quello pratico. Ecco alcuni degli usi più comuni dei satelliti artificiali:
In sostanza, i satelliti artificiali rappresentano una parte fondamentale delle moderne tecnologie spaziali, svolgendo una vasta gamma di funzioni che influenzano diversi aspetti della vita quotidiana, dalle comunicazioni alla navigazione, dalla scienza all’esplorazione dello spazio.
Per ottenere un quadro approssimativo, ci basiamo sui dati pubblicati dall’Outer Space Objects Index (tradotto come Indice di oggetti fuori nello spazio), riconducibili all’United Nations Office for Outer Space Affairs (UNOOSA), agenzia delle Nazioni Unite impegnata nella cooperazione nello spazio.
Tuttavia, questi numeri possono essere sottostimati in quanto dipendono dalle informazioni trasmesse dalle varie nazioni tramite le loro agenzie spaziali, escludendo inavvertitamente lanci per finalità militari o di spionaggio.
Il conteggio complessivo dei lanci nello spazio fino a gennaio 2022 si attesta a 12.293. Tra questi, 8.261 costituiscono satelliti (sebbene altre fonti collochino la cifra a 6.700), ma solamente la metà è attiva.
Gli altri rappresentano satelliti conclusi nella loro missione o danneggiati, configurandosi oggi come detriti spaziali. Anche se oltre 80 nazioni hanno effettuato almeno un lancio (con gli Stati Uniti in prima posizione), solo un terzo di esse dispone di spazioporti, quali luoghi di lancio, tra cui l’Italia.
Il primo satellite artificiale, il Sputnik-1, fu lanciato in orbita nel 1957. Da allora, il numero di lanci è cresciuto, anche grazie alle missioni di esplorazione spaziale di Marte o della Luna, sia con presenza umana che senza. Fino al 1964, quando l’Italia lanciò il suo satellite San Marco-1, l’esplorazione spaziale rimase prerogativa tra Stati Uniti e Unione Sovietica.
Un forte aumento nel numero di lanci si verificò negli anni ’60, durante la Guerra Fredda, alimentando una corsa allo spazio di quasi tre decenni. Il bilancio della NASA, metà anni ’60, crebbe di quasi il 500% rispetto al suo primo anno nel 1958.
La caduta dell’Unione Sovietica comportò una drastica riduzione nei lanci, derivante dalla diminuzione dei programmi spaziali e dalla generale diminuzione dell’interesse pubblico per l’esplorazione spaziale.
L’incremento esponenziale successivo nei lanci dopo il 2010 (da circa un centinaio annuo a oltre 1.000) è dovuto alla riduzione del peso e delle dimensioni dei satelliti.
Fra le nuove generazioni di satelliti, i cubesat pesano pochi chili e hanno dimensioni ridotte, portando benefici significativi: richiedono meno carburante (e conseguentemente minori costi) per il lancio, permettendo di lanciare decine di satelliti contemporaneamente con lo stesso razzo.
Questo si traduce in costi inferiori: se negli anni ’80 il costo medio per lancio superava i $10.000 per kg, oggi si attesta intorno ai $1.000 per kg.
Dei satelliti attivi, oltre la metà sono impiegati nelle telecomunicazioni, seguiti da oltre un migliaio per telerilevamento e osservazioni meteorologiche, e circa un centinaio per la navigazione satellitare.
Gli altri satelliti sono dedicati a missioni di test per lo sviluppo di nuove tecnologie o sensori. In base ai loro scopi, i satelliti seguono diverse orbite rispetto al suolo, distinguendosi in tre categorie principali:
Questi satelliti dunque svolgono un ruolo cruciale nelle telecomunicazioni, osservazioni terrestri, previsioni meteorologiche e sistemi di navigazione, fornendo informazioni vitali e supporto per varie attività umane.
Tuttavia, come succede in tutti gli altri avanzamenti tecnologici, il mondo deve riconoscere l’impatto non sostenibile e dannoso di queste ricerche e scoperte e non inquinare anche lo spazio.
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