Il cosiddetto “open-earedness“, che tradotto in italiano è: “tenere le orecchie aperte”, si perde con gli anni. Uno studio effettuato su Spotify mostra che a 33 anni si smette di fare ricerche e scoprire nuovi generi musicali, ecco perché
Ti capita di ascoltare sempre la stessa musica e non hai nessuna voglia di cambiare playlist? Potrebbe essere perché hai raggiunto i 3o anni, l’età in cui si inizia a dire: “La musica di una volta era più bella” e si perde la curiosità verso i nuovi generi e gli artisti sconosciti. Secondo alcuni studi e sondaggi, infatti, fino ai 30 anni abbiamo un’apertura musicale più ampia e siamo propensi a scoprire nuovi brani. Dopo i 30 anni tutto cambierebbe e non siamo più disposti a dedicare del tempo alla musica che non conosciamo. Il cosiddetto “open-earedness“, che tradotto in italiano è: “tenere le orecchie aperte”, cioè avere voglia di ascoltare cose nuove, si perde con gli anni. In particolare, uno studio effettuato su Spotify mostra che a 33 anni si smette di fare ricerche e scoprire nuovi generi musicali. Tendenzialmente i giovani ascoltano la musica contemporanea e i meno giovani, invece, sono affezionati alla musica del passato.
Ajay Kalya, un informatico americano che lavora per Spotify ha spiegato che “non si tratta solo di essere prevenuti, ma è anche una questione di percezione“. Un dettaglio interessante è che questa perdita d’interesse verso nuovi “mondi musicali” coinvolge in maniera differente maschi e femmine: i primi hanno un calo d’interesse subito dopo i trenta anni, le femmine invece sperimentano la musica fino ai cinquant’anni. Ma perché accade questo? Alcuni studi di sociologia e neuroscienza hanno provato ad individuare le cause, che possono essere riassunte in:
Secondo uno studio si può anche parlare di aspetti legati alla biologia e alla struttura del cervello: spesso si smette di imparare solamente perché non si è nel contesto giusto e non si è abbastanza stimolati. “È la traiettoria sociale che spinge le persone a essere bloccati o meno in una bolla specifica. Se si cambia l’ambiente sociale, l’individuo si sentirà obbligato (senza accorgersene) a modificare i suoi gusti in conformità alle nuove frequentazioni. Se ci si stabilizza (lavoro, amicizie, rapporti sociali), allora le abitudini e i gusti resteranno gli stessi. Il mondo va avanti, le persone no. Non è un fatto biologico, però a volte un evento inatteso nella routine porta la gente a scoprire un territorio sconosciuto: chi aveva inchiodato la sua playlist al 2004 potrebbe scoprire di amare i gruppi più recenti”, ha affermato Sami Coll, ricercatore dell’Università di Ginevra. Inoltre, aggiunge Coll: “I programmi come Spotify funzionano grazie ad algoritmi che tendono a riproporre ciò che piace agli utenti, o musiche simili”.
Un altro motivo che provocherebbe la perdita d’interesse è che con l’avanzare dell’età preferiamo sempre di più i brani del passato perché sono quelli che sentiamo come familiari.
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