Dopo lo scandalo del pandoro Balocco che ha coinvolto Chiara Ferragni, interviene la regina delle televendite Wanna Marchi: “Sono io l’unica vera influencer e truffatrice”
“Qualcuno ha scritto che Chiara Ferragni ha sorpassato Wanna Marchi. Io ritengo di essere l’unica vera influencer e l’unica truffatrice vera”. Dopo l’esplosione del “pandoro-gate” che ha messo nei guai la star di Instagram, la regina delle televendite, condannata in via definitiva nel 2009 a nove anni per truffa aggravata, rivendica per sé il titolo. Lei che, prima dell’avvento di Internet e dei social media, ha dominato il mondo del marketing in Italia. Di certo le vicende che hanno visto protagoniste la teleimbonitrice 81enne e l’inseparabile figlia Stefania Nobile restano impresse nella memoria del Paese. Non a caso Netflix ha dedicato loro una docu-serie.
Tra gli anni ‘80 e i primi anni 2000, Wanna Marchi è la televenditrice più famosa della tv italiana. Un altro mondo, in cui Instagram non esiste e a dominare è il piccolo schermo. È in quegli anni che si consuma l’ascesa e la caduta di madre e figlia: da regine incontrastate delle televendite alla caduta dell’impero, fino all’epilogo giudiziario, che le porta in carcere.
Per tutti gli anni ‘80 diventano ricche e famose vendendo prodotti dimagranti e creme antirughe. All’inizio degli anni ‘90 il rovinoso declino, con “l’impero Wanna Marchi” che si sgretola e le scaraventa sul lastrico. Subentra quindi la bramosia per il riscatto. Le due chiudono con le pozioni miracolose per appiattire la pancia e cominciano a vendere fortuna attraverso amuleti e numeri benedetti. Entra in scena la figura controversa del “Maestro di vita” Do Nascimento. All’inizio è una strepitosa macchina da soldi ma poi si rivela una truffa clamorosa per estorcere denaro alle persone più vulnerabili.
Del resto quella dedicata a Marchi non è l’unica serie del genere. Quest’anno Netflix ha sfornato un altro documentario, dedicato a una delle più grandi frodi finanziarie della storia, quella architettata da Bernard Lawrence Madoff, detto Bernie, prima stimato genio della finanza e infine reietto in carcere, dove è morto nel 2021 all’età di 82 anni a causa di un cancro a un rene. Il finanziere viene arrestato nel dicembre del 2008 e condannato a 150 anni di carcere per frode e riciclaggio. La truffa che mette in piedi vale 50 miliardi di dollari. La porta avanti per decenni e nessuno, né le autorità né gli investitori, se ne rende conto.
La parabola di Madoff inizia con una piccola società avviata nel 1960 con 5mila dollari guadagnati facendo il bagnino in spiaggia. Negli anni costruisce il proprio impero finanziario e arriva a ricoprire la carica di presidente del Nasdaq, il listino tecnologico, guadagnando reputazione e dunque la cieca e incondizionata fiducia degli inventori. E così la truffa va avanti e si allarga per crollare solo con la crisi di Wall Street del 2008.
Madoff resterà per sempre la mente diabolica di una frode che ha mandato sul lastrico migliaia di piccoli investitori orchestrando un gigantesco schema Ponzi, un modello piramidale in cui il capitale di un nuovo cliente serve a ripagare (finti) interessi di investitori precedenti. Poiché non si regge su alcuna attività finanziaria reale, il castello di carte è destinato a crollare. Nei fatti Madoff non avvia una singola operazione finanziaria con i soldi che riceve ma si limita a depositarli su un conto della Chase Bank. E infatti finisce per creare una bolla finanziaria da 65 miliardi di dollari, scoppiata nel momento in cui le richieste di rimborsi hanno superato gli investimenti. Nel 2009 Madoff si è dichiarato colpevole del raggiro che, iniziato agli inizi degli anni ’70, ha truffato 37mila persone in 136 Paesi.
È sempre a New York che si è consumata un’altra truffa clamorosa, quella architettata da Anna Sorokin, in arte “Anna Delvey”, che a 25 anni riesce a raggirare l’élite di Manhattan spacciandosi per una ricca ereditiera tedesca con un fondo fiduciario di 60 milioni di dollari. Una storia talmente incredibile che non poteva non diventare il soggetto di una serie Netflix.
È il 2013 quando Soroki decide di trasferirsi nella Grande Mela e di reinventarsi. Con indosso abiti e borse firmati, si crea una nuova identità e riesce a conquistare i cuori del mondo che conta presentandosi come una giovane donna elegante e colta. Fa credere di essere in procinto di avviare una fantomatica fondazione per l’arte contemporanea in piena Manhattan. E intanto froda banche, hotel, ristoranti e compagnie di jet privati.
Quando nel 2017 il giocattolo si rompe e viene smascherata, per lei si aprono le porte del carcere. Nel 2019 la truffatrice russa con cittadinanza tedesca, oggi 32enne, viene condannata per frode e furto a quattro anni di detenzione negli Stati Uniti. Dallo scorso anno sconta la fine della pena agli arresti domiciliari nell’appartamento nell’East Village di New York.
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