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Cambiamento climatico e orsi: le temperature compromettono il letargo?

La condizione sta interessando gli orsi che popolano la Siberia, dove queste creature non riescono ad interpretare i segnali stagionali

Quest’autunno, la Siberia ha sperimentato temperature eccezionalmente alte, soprattutto nel mese di novembre. In questa situazione climatica sempre meno ordinaria, gli orsi bruni stanno diventando vittime di uno scenario che compromette il loro ingresso nel letargo in modo convenzionale. Mentre in alcune zone le temperature si sono ridotte sotto lo zero, durante il giorno, il clima insolitamente caldo sta creando disagi nelle foreste siberiane, con temperature tra 1,5 e 2,5 gradi sopra la norma stagionale. Segnalazioni del Dipartimento per la protezione della fauna selvatica della regione dell’Amur evidenziano che molti orsi nella Siberia non hanno ancora intrapreso il loro percorso verso i rifugi invernali per affrontare il letargo. Si trovano a girovagare in uno stato semicosciente, in zone dove le temperature sono ancora troppo elevate per convincere appieno il loro corpo a “spegnersi”.

Il complesso processo di letargo degli orsi

A differenza di molti altri mammiferi, gli orsi bruni scelgono attivamente quando iniziare il letargo. Utilizzano una combinazione di stimoli esterni e interni per determinare il momento opportuno. Mentre la temperatura dell’aria è un fattore chiave, gli orsi prendono in considerazione anche stimoli interni, come il livello di sazietà. Durante i mesi estivi e autunnali, gli orsi accumulano riserve energetiche in preparazione per l’inverno. Tuttavia, in Siberia, le temperature insolitamente alte si scontrano con il senso di sazietà derivante da un’estate di abbondanza di cibo. Questo crea un conflitto tra il desiderio di dormire e il desiderio di continuare a mangiare. Gli orsi spesso emergono dalle loro tane, erroneamente interpretando la situazione come l’inizio della primavera. Questo stato di confusione ha portato a una serie di problemi, compresi gli orsi che vagano vicino alle loro tane in uno stato quasi sonnambulico, una situazione precedentemente mai osservata a tali livelli. Secondo le segnalazioni dei cacciatori locali, centinaia di orsi si trovano in uno stato di “mezzo sonno”, e questa condizione colpisce principalmente i maschi e le femmine troppo giovani per avere cuccioli. Al contrario, sembra che le femmine incinte o con cuccioli non siano così gravemente influenzate da questo cambiamento climatico.

Immagine | unsplash @melinakiefer – mentiscura.it

Il risultato di questi stimoli contrastanti è che molti orsi maschi attivano il meccanismo fisiologico per il letargo, riducendo il loro metabolismo, ma non si sono ancora ritirati nelle loro tane. Continuano a vagare in uno stato semi-addormentato, in zone dove le temperature sono superiori alla media. Inoltre, la persistente anomalia termica ha causato la fusione anticipata della neve, rendendo meno confortevoli le tane degli orsi. Questa situazione potrebbe spingerli a rimanere attivi anziché cercare il letargo.

Conseguenze negative e minacce alla sopravvivenza

Le conseguenze di questi comportamenti anomali sono significative. Gli orsi rischiano di consumare rapidamente le loro riserve energetiche cruciali per affrontare il lungo inverno. Inoltre, la ricerca di cibo in condizioni climatiche avverse può portare gli orsi in aree più vicine alle comunità umane, aumentando il rischio di conflitti tra orsi e persone. L’anomalia climatica non è confinata alla Siberia; anche in Alaska, gli orsi stanno fronteggiando sfide simili. In un contesto di cambiamenti climatici in corso, la salute e la sopravvivenza degli orsi bruni sono minacciate da un clima sempre più imprevedibile.

Il destino degli orsi bruni siberiani è strettamente legato al cambiamento climatico globale, richiedendo un approccio urgente per affrontare le cause profonde e proteggere queste maestose creature e il loro delicato ecosistema.

Questa situazione sottolinea l’importanza di affrontare il cambiamento climatico a livello globale attraverso azioni concertate. La riduzione delle emissioni di gas serra, la transizione verso fonti di energia sostenibili e la conservazione degli ecosistemi naturali diventano imperativi essenziali per preservare la diversità biologica del nostro pianeta. Le popolazioni locali e le autorità devono collaborare per sviluppare strategie di conservazione e mitigazione degli impatti del cambiamento climatico, fornendo supporto e risorse per proteggere gli habitat naturali e garantire la sicurezza degli animali selvatici. Inoltre, l’educazione ambientale e la sensibilizzazione pubblica sono fondamentali per promuovere uno stile di vita sostenibile e responsabile.

Il caso degli orsi dell’estremo oriente russo è un richiamo urgente alla necessità di agire con determinazione per affrontare il cambiamento climatico e proteggere la fauna selvatica che condivide il nostro pianeta. Solo attraverso uno sforzo globale coordinato è possibile mitigare gli impatti negativi sulle specie vulnerabili e preservare la ricchezza della biodiversità mondiale per le generazioni future.

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Alessia Manoli

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