La Prima della Scala è stata nella storia recente momento di proteste, ma quasi nulla l’ha mai fermata
La Prima serata della stagione lirica del Teatro Alla Scala di Milano esiste da 240 anni. Da allora si è svolta quasi ogni anno, radunando davanti all’opera le élite e il popolo italiani e milanesi. Nella seconda parte del 900 è stata anche però un momento di protesta contro i personaggi che la frequentavano. Nulla l’ha mai fermata, nemmeno la guerra. È saltata solo tre volte, due molto di recente.
La Prima della Scala è la serata con cui il teatro lirico di Milano apre la sua stagione di spettacoli. Non è soltanto un evento per appassionati, ma attrae a teatro istituzioni, élite e personaggi importanti da tutta Italia. Per questa ragione è stata, dal 1968 in poi, anche un luogo dove esprimere il proprio dissenso contro queste stesse élite.
Successe per la prima volta proprio nell’anno della rivoluzione culturale. Un gruppo di manifestanti di sinistra scagliò frutta e uova marce e vernice rossa contro le persone che sfilavano di fronte all’ingresso principale. Mario Capanna, politico, attivista e organizzatore di quella protesta, disse che era dedicata alla strage di braccianti ad Avola, avvenuta solo pochi giorni prima.
Passarono quasi 20 anni prima della seconda grande protesta alla Prima della Scala. Nel 1984 furono gli operai della Magneti Marelli, storica fabbrica di Milano, a protestare contro il ministro del Lavoro Gianni De Michelis. I lavoratori erano stati appena licenziati dall’azienda e, insieme ad alcuni militanti di estrema sinistra, lanciarono monetine e uova verso l’entrata del teatro.
La protesta più recente fu quello del 2012. Si era insediato da circa un anno il Governo Monti e l’Italia stava vivendo una fase molto critica della propria economia. Le misure di austerità per salvare i conti dello Stato dalla bancarotta avevano aumentato sensibilmente l’età pensionabile e causato il fenomeno degli esodati, persone rimaste senza pensione ma che si erano già licenziate dal lavoro. Carabinieri e polizia in quel caso furono costretti a creare un cordone attorno al teatro per respingere i manifestanti.
Nonostante alcune di queste proteste siano state molto rumorose, nessuna ha mai fermato la serata, che dentro il teatro è proseguita. In oltre due secoli di storia, quasi nulla in realtà ha mai impedito al Teatro milanese di inaugurare la propria stagione lirica. La prima volta fu nel 1897, quando il Comune di Milano, a causa delle ristrettezze economiche, fu costretto a tagliare i fondi al Teatro Alla Scala. La Prima, che ai tempi si svolgeva il 26 dicembre, saltò, ma riprese l’anno dopo grazie ad alcune donazioni private. Tra il 1919 e il 1920 il teatro fu ristrutturato e le rispettive stagioni non si tennero.
Per più di un secolo non si è più ripetuto più un evento del genere. Nemmeno due guerre fermarono la lirica alla Scala. Quando nel 1943 l’edificio del teatro fu distrutto dalle bombe, gli spettacoli si spostarono a Como, per tornare a Milano nel 1946. Anche in altri casi la Prima della Scala non si svolse effettivamente alla scala, come quando tra il 2002 e il 2004 si tenne agli Arcimboldi, sempre a Milano.
Anche la pandemia non ha potuto fermare la Prima della Scala. L’apertura della stagione 2020/2021 fu soltanto modificata dagli eventi che seguirono la diffusione in Italia del Coronavirus. Inizialmente era prevista la Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizzetti, diretta da Riccardo Chailly. Si preferì però optare per il concerto “A rivedere le stelle”, sempre diretto dallo stesso Chailly.
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